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Repubblica: Sole padano, stop della Gelmini "Via quel simbolo dalla scuola"

Adro, il diktat del ministro. Il sindaco: sono stupito

19/09/2010
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la Repubblica

Il Pd: ha cambiato idea grazie alla mobilitazione. I finiani: la giunta paghi i danni
MARINA CAVALLIERI

ROMA - «Ho chiesto al sindaco di Adro di rimuovere i simboli del sole delle Alpi dalla sua scuola, perché possono sembrare simboli di partito». Finisce così, con una dichiarazione del ministro Gelmini, la guerra politica combattuta nelle aule di una scuola. E finisce sconfitto il sindaco leghista che aveva scelto i banchi delle elementari per le sue battaglie ideologiche. Nella scuola pubblica che sembra una scuola di partito, dedicata all´ideologo della Lega Gianfranco Miglio, i simboli del Carroccio sono ovunque: dai cestini dei rifiuti ai banchi, dagli zerbini alle vetrate, sui posacenere e sui cartelli che chiedono di non calpestare il prato. E, soprattutto, su ciascuno dei 700 banchi. Unico altro simbolo permesso il crocefisso. Bloccato ai muri con delle viti per evitare che qualcuno possa toglierlo.
Il ministro Gelmini aveva tollerato e lodato il polo scolastico, costruito in parte con i soldi dei cittadini e molto distante dalle condizioni usuali della scuola pubblica, nelle aule lavagne elettroniche e banchi ergonomici. Anche per questo Gelmini lo aveva definito «un punto di riferimento», poi aveva fatto parziale marcia indietro «il sindaco ci ha abituato ad un certo folklore con il quale non sono d´accordo». Infine, dopo proteste locali, titoli di giornali, trasmissioni televisive, Gelmini ha preso la decisione di chiudere le polemiche nell´unico modo possibile.
«Il direttore dell´ufficio scolastico lombardo Colosio - spiega il ministro - ha inviato una lettera al sindaco dove si complimenta per l´iniziativa della nuova scuola tecnologica e con pannelli solari, ma sottolinea che i simboli del Sole delle Alpi possono sembrare di partito. Il sindaco ha replicato che sono i simboli del suo territorio, ma noi ne abbiamo chiesto la rimozione per evitare equivoci».
«Sono stupito. Aspetto di leggere la lettera, al momento non posso sapere», ha risposto senza troppi commenti il sindaco Lancini. Il primo cittadino di Adro del resto aveva già preso decisioni estreme come togliere la mensa scolastica ai bambini che non pagavano la retta o premiare i vigili che fermavano i clandestini. Anche per altre iniziative simili (tutte contro gli extracomunitari) si era guadagnato "l´Oscar padano". La scuola non aveva suscitato molto clamore all´inizio, era stata inaugurata con applausi, senza proteste ma anche senza il tricolore. Fino a quando non è stato lanciato un grido d´allarme su Facebook e la notizia è esplosa nei media.
«La nostra mobilitazione e la reazione di tanti cittadini», ha detto il capo della segreteria politica del Pd, Filippo Penati, «hanno fatto cambiare idea alla Gelmini e fatto ricordare i suoi doveri di ministro». Soddisfatto anche Benedetto Della Vedova, del gruppo di Futuro e Libertà: «Spero almeno che le spese per la "deleghistizzazione" del polo scolastico non finiscano a carico dei cittadini di Adro, ma degli amministratori che hanno prodotto, un danno erariale». D´accordo con il ministro anche il sindaco Alemanno: «Sulle scuole devono esserci i simboli nazionali, il tricolore e poi i simboli regionali. Altri sono impropri». E il segretario del Pd Bersani promette: «Finché la vicenda non sarà risolta e finché sulla scuola ci saranno i simboli leghisti, il Pd ci andrà due, tre, quattro volte al giorno».

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