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Repubblica-Stanziati fondi per le famiglie dei disabili pari a quelli per acquistare un decoder

Stanziati fondi per le famiglie dei disabili pari a quelli per acquistare un decoder ANTONIO NOCCHETTI ...

23/11/2005
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la Repubblica

Stanziati fondi per le famiglie dei disabili pari a quelli per acquistare un decoder
ANTONIO NOCCHETTI


L'ultima manovra finanziaria sembra contenere al suo interno una rinnovata attenzione nei confronti della disabilità. Un governo virtuoso e attento ai bisogni delle categorie sociali più deboli avrebbe finanziato infatti con un fondo di 100 milioni di euro le famiglie che hanno un figlio disabile. Questa appare evidentemente un'ottima notizia, addirittura una inversione di tendenza nelle priorità di un governo accusato da più parti di profondo disinteresse nei confronti di una parte della popolazione più svantaggiata. Purtroppo lo stupore, leggendo con attenzione tra le righe l'intera manovra finanziaria, viene rapidamente fugato dalla triste realtà.
Procediamo con ordine partendo dalla scuola che è senza alcun dubbio la prima esperienza e, per molti bambini disabili l'unica, di società inclusiva. Sul mondo della scuola la Finanziaria del ministro Tremonti si è cimentata, con precisione chirurgica, nel ridurre l'irriducibile. La spesa complessiva che il nostro paese riserva all'istruzione è pari a 51 miliardi di euro, se si considera che il 93 per cento di questo importo è costituito da spese obbligatorie (stipendi, oneri previdenziali) si comprende come i tagli presenti in questa manovra colpiscono quegli ambiti che potrebbero e dovrebbero arricchire un tempo scuola già reso assai precario dalla riduzione degli organici.
Singolare, a voler essere generosi, l'offerta per gli oltre 160 mila alunni disabili presenti nella scuola italiana di circa 6 euro al mese rivolta a incrementare il piano dell'offerta formativa (l'equivalente di un righello, una matita e due poderose penne a sfera blu e rossa). Che dire ancora dell'inquietante taglio di 55 milioni di euro destinati alle infrastrutture che dovevano essere indirizzate alla eliminazione di parte delle insormontabili barriere architettoniche di cui le scuole italiane sono, questo sì, ricchissime. Ho escluso volontariamente dall'elenco la disastrosa condizione che i bambini disabili vivono in un tempo scuola sempre più ristretto e reso eclatante dai numerosi ricorsi alla magistratura da parte dei loro genitori. Anche in questo caso il virtuoso ministero dell'Istruzione ha inteso calmierare i costi per le supplenze e gli incarichi annuali riducendo i preventivi di spesa dell'anno precedente. Le conseguenze disastrose di un comportamento del genere sono purtroppo amplificate dal progressivo aumento di oltre 6 mila alunni disabili nel corrente anno scolastico.
D'altra parte chi sono i bambini disabili, a chi servono e ancora a che servono in questo modello sociale? Chi sono i bambini disabili, noi, come coordinamento genitori "Tuttiascuola", una idea ce la siamo fatta: abbiamo la forte sensazione che se un disabile è qualcuno che non vede e non sente, i veri disabili sono tutti quelli che, avendo la possibilità di farlo, non vedono e non sentono la disabilità come una priorità. Ci sarebbero altre considerazioni, alcune terribilmente amare, sulle scelte di indirizzo contenute in questa manovra finanziaria che si conferma molto "televisiva" con un rifinanziamento per l'acquisto dei decoder pari a quanto stanziato per le famiglie con disabili. In fondo che ci si può aspettare da un paese "civile" che impegna nella pubblicità più risorse che per l'intero mondo dell'istruzione (valore stimato pari a 60 miliardi di euro). L'augurio che possiamo fare ai nostri futuri governanti, che ci auguriamo molto diversi da quelli attuali, è che tra un decoder e una notte bianca ci sia qualcuno che porga l'orecchio e volga lo sguardo verso quelle famiglie che trascorrono, purtroppo involontariamente, molte notti in bianco. È troppo ardito pensare che la disabilità divenga una priorità per la nostra classe politica e non un terreno arido nel quale gettare una elemosina una tantum?