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Repubblica-Statali, centomila in piazza

In sciopero per il contratto del pubblico impiego, manifestazione a Roma. Il governo riapre il dialogo, incontro il 3 giugno Statali, centomila in piazza I sindacati:8% di aumento,no a e...

22/05/2004
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la Repubblica

In sciopero per il contratto del pubblico impiego, manifestazione a Roma. Il governo riapre il dialogo, incontro il 3 giugno
Statali, centomila in piazza
I sindacati:8% di aumento,no a elemosine. Fini:richieste eccessive
Epifani alla Moratti: "Sarebbe bene riflettesse sulle truffe dei diplomi venduti"
RICCARDO DE GENNARO


ROMA - Gli statali scioperano per chiedere il rinnovo dei contratti scaduti a fine dicembre, ma il vicepresidente del consiglio, Gianfranco Fini - protagonista della vertenza precedente - lancia un avvertimento: "L'aumento richiesto dell'8 per cento mi pare eccessivo". È il primo botta e risposta tra governo e dipendenti pubblici, che apre una nuova stagione conflittuale per il pubblico impiego, dopo che i precedenti rinnovi sono andati in porto pochi mesi fa e, anzi, alcuni settori non hanno ancora visto gli aumenti (Università, ricerca, dirigenza e medici, poi, non hanno neppure chiuso il vecchio contratto).
In piazza San Giovanni, teatro della manifestazione nazionale organizzata nell'ambito dello sciopero di otto ore, si rivede l'ex leader Cisl, Sergio D'Antoni, dopo la sua "parentesi" nel centrodestra, ma c'è meno gente di quanta il sindacato aspettava. Dovevano essere 300mila persone, qui si arriva - per l'onesta ammissione di Mauro Guzzonato, segretario organizzativo Cgil - a circa 100mila. Forse è perché gli statali sono meno dinamici dei lavoratori dell'industria, o forse perché la vertenza è soltanto all'inizio e nessuno crede che l'incontro con il governo del 3 giugno possa avere una credibilità. Fini, però, dà un'altra notizia di peso: all'incontro, che si terrà a Palazzo Chigi, oltre al ministro della Funzione pubblica, Manzella, ci saranno anche lui e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Questo sembrerebbe dimostrare che c'è la volontà di fare delle cifre. Attualmente tra la richiesta dei sindacati (160 euro lordi, l'8 per cento) e l'offerta del governo contenuta nella Finanziaria (50 euro, il 3,6 per cento) c'è un solco non indifferente.
"Trovano i soldi per tagliare le tasse, ma non per pagare gli stipendi ai lavoratori", attacca il leader della Cisl, Savino Pezzotta, il quale sottolinea la capacità di fuoco del sindacato: "Non ci stancheremo -dice - se qualcuno ha pensato di poterci fiaccare sappia che il sindacato ha un potenziale di mobilitazione inesauribile: 100, 1.000 iniziative". Quanto all'incontro del 3 giugno, Pezzotta avverte: "Può essere utile soltanto se è l'inizio di un percorso fatto di concretezza e di volontà a rinnovare i contratti: se così non fosse la nostra mobilitazione continuerà". Il numero uno della Uil, Luigi Angeletti, fa una precisazione non banale: "Noi non chiediamo l'elemosina, noi rivendichiamo un diritto. Il diritto a una retribuzione dignitosa per tutte quelle persone che ogni giorno fanno funzionare lo Stato". Anche il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, sottolinea che "le risorse previste dal governo sono meno della metà del necessario: due anni fa facemmo un accordo quadro con il governo per il rinnovo, ora siamo a un mese dall'estate e non c'è ancora nessuna prospettiva".
Epifani, che chiude la manifestazione, ha un affondo pungente per il ministro Letizia Moratti: "Si è accorta - si chiede il leader Cgil - che la magistratura ha scoperto una truffa ramificata in tutta Italia per la vendita di diplomi di studio? Riesce a cogliere la ministra il rapporto che c'è tra questi diplomifici e il suo progetto di privatizzazione della scuola?". L'adesione allo sciopero, dicono i sindacati, è stata alta: negli ospedali avrebbe sciperato l'80 per cento del personale non obblifgato a fornire prestazioni urgenti. Il ministero della Pubblica istruzione, tuttavia, parla di un risicato 12,5 per cento e ricorda che il 26 marzo contro la riforma delle pensioni l'adesione allo sciopero era stata del 33,6 per cento. Questa volta, però, in piazza S. Giovanni c'è un cartello nuovo. L'ha portato la Cisl di Napoli in vista delle elezioni. Dice: "Per un governo più serio e più credibile vota Pulcinella".