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Repubblica-Stop alla "mina Bolkestein", liberalizzazione in alto mare

IL CASO Stop alla "mina Bolkestein", liberalizzazione in alto mare Servizi, direttiva da riscrivere misure anti dumping sul lavoro Il progetto non sarà ritirato, come chiedeva Chirac, ...

24/03/2005
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la Repubblica

IL CASO
Stop alla "mina Bolkestein", liberalizzazione in alto mare
Servizi, direttiva da riscrivere misure anti dumping sul lavoro

Il progetto non sarà ritirato, come chiedeva Chirac, ma emendato dall'Europarlamento
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

BRUXELLES - Si deve fare il mercato unico dei servizi, dicono le conclusioni del vertice europeo, perché esso è essenziale "per promuovere la crescita e l'occupazione nonché per rafforzare la competitività". Ma occorre nel contempo "preservare il modello sociale europeo". E' questo il messaggio rassicurante che i capi di governo dell'Ue inviano alle opinioni pubbliche spaventate per il "dumping sociale" che potrebbe nascere dalla progettata liberalizzazione. Il progetto di direttiva attualmente in discussione - ribattezzata "direttiva Bolkestein" dal nome del commissario europeo che la preparò all'inizio dell'anno scorso - "non risponde pienamente alle esigenze". Ma si può aggiustare il tiro: il progetto attuale non viene ritirato, come chiedevano i sindacati e il governo francese, ma sarà emendato nel corso dell'esame che subirà nell'Europarlamento.
In particolare, non sarà cancellato il principio secondo il quale al fornitore di servizi sarà applicata la legge del paese d'origine. Esempio: a una società di Varsavia operante in Italia dovrebbe essere applicata la legislazione polacca. Non serve uno strappo a questo principio, sul quale sono basate tutte le liberalizzazioni Ue, perché le eccezioni e gli adattamenti già previsti nel progetto Bolkestein renderebbero impossibile il "dumping sociale" temuto dai sindacati. Un'altra direttiva europea già in vigore dice in effetti che un'azienda operante in un paese diverso da quello in cui è basata la sua sede legale deve rispettare salari minimi e contratti collettivi locali. "Occorre solo spiegarlo meglio", hanno detto ieri nella conferenza stampa conclusiva del vertice i presidenti della Commissione e del Consiglio, Barroso e Juncker.
Occorre poi precisare meglio la portata della direttiva. Dal suo campo d'azione sono esclusi i servizi detti "d'interesse generale" (poste, energia, gas, acqua) regolati da normative nazionali, nonché trasporti, telecomunicazioni e finanza. Sono esclusi anche i contratti fatti direttamente dai consumatori quando le prestazioni riguardano settori nei quali non vi è armonizzazione delle regole a livello europeo. Si tratta ora, magari, di precisare meglio e di ampliare il campo delle eccezioni. Cosa che sarà fatta nell'Europarlamento. Intanto Chirac potrà utilizzare il comunicato sottoscritto ieri dai 25 premier europei per tentare di disinnescare la "mina Bolkestein" che rischia di fargli perdere il referendum sulla Costituzione Ue.
(f.p.)