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Repubbliuca-Napoli-Genitori e docenti in piazza è uno show contro la Moratti

otto ore senza bambini (regolarmente in classe) hanno sceneggiato i tagli della riforma Genitori e docenti in piazza è uno show contro la Moratti "I nostri figli non capiscono p...

02/10/2004
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la Repubblica

otto ore senza bambini (regolarmente in classe) hanno sceneggiato i tagli della riforma
Genitori e docenti in piazza è uno show contro la Moratti
"I nostri figli non capiscono perché si ritrovano in 33 nella stessa aula, perché l'amichetto disabile ora ha 2 ore di sostegno"
BIANCA DE FAZIO


I bambini erano tutti a scuola. Assenti giustificati alla manifestazione fatta proprio in loro difesa, contro la riforma della scuola voluta dalla Moratti. "Li abbiamo mandati in classe perché non si dicesse che vogliamo strumentalizzarli" spiegano i genitori dei coordinamenti che hanno organizzato la manifestazione, in contemporanea con analoghe iniziative svoltesi in tutta Italia. "Li abbiamo mandati in classe anche se loro sono i primi a chiedersi, ad esempio, perché sono stati ridotti i programmi di studio, perché si ritrovano in 33 nella stessa classe, perché l'amichetto cerebroleso ha solo 2 ore di sostegno, e per il resto del tempo si arrabatta". I bambini non c'erano, ma i genitori e gli insegnanti sì. I primi hanno presidiato piazza Carità al mattino, i secondi gli hanno dato il cambio appena finite le lezioni.
Il sit-in, dal titolo "La riforma della scuola: effetti collaterali indesiderati", è andato avanti fino alle 6 del pomeriggio, con volantinaggi, raccolta di firme, banchetti informativi, e soprattutto spettacolo. Il coordinamento "genitori e insegnanti a difesa della scuola pubblica" ed il coordinamento "tutti a scuola" hanno voluto che lo spettacolo aprisse la strada della riflessione. Un boia incappucciato, ad esempio, cala la sua mannaia sui libri di testo, ne fa carta da macero, risparmia solo briciole di conoscenza: "Quanto basta perché gli alunni imparino alcune nozioni, ma smettano di avere gli strumenti per pensare". Due metri in là, altra scenetta: un'aula qualsiasi, dove un insegnante di sostegno lavora con tutti i bambini, aiutandosi con la chitarra; ma la Moratti arriva e gli strappa di mano quello strumento didattico, poi lo caccia, e il piccolo disabile resta solo, circondato da un muro: "non posso sentire, non posso parlare, non posso vedere? tutti a scuola fuorché me". E poi c'è la classe "infinita", quella che passa dai 20 bambini ai 25, ai 27, ai 30 e oltre. E pazienza se ci si ritrova con tre disabili nello stesso gruppo classe, con 300 bambini per i quali sono previsti 300 orari diversi e personalizzati, mentre le aule sono sempre le solite dieci. Situazioni reali, messe in scena per raccontare quanto siano grottesche e drammatiche. Di qui il no corale alla riforma, l'appello alle forze sociali, ai partiti dell'opposizione, la richiesta di una reale applicazione della legge sull'integrazione scolastica degli handicappati. In Campania sono 20 mila e 300, più della metà si trovano a Napoli. "Ma per loro mancano ancora mille insegnanti di sostegno" afferma Franco Buccino, segretario regionale della Cgil scuola, giunto al sit-in per portare alla battaglia contro la Moratti l'adesione del sindacato. Costanza Boccardi e Toni Nocchetti, dei coordinamenti dei genitori, contestano i tagli della Moratti cifre alla mano: "Ogni domenica di calcio si spendono, per l'ordine pubblico, 31 milioni 960.000 euro. Per tenere i militari in Iraq abbiamo speso, in un anno, 19 miliardi di euro (si tratta di dati ufficiali, di fonti ministeriali), e poi ci raccontano che mancano i soldi per le scuole, per gli insegnanti, per il diritto allo studio?"
E la Finanziaria ci metterà il carico da 90. "Calerà come una scure anche sulla scuola - ha affermato ieri Sergio D'Antoni, candidato alle suppletive nel collegio di Napoli-Ischia - Il governo e il ministro dovrebbero venire a Napoli a rendersi conto della grave situazione del sistema scolastico. Non ci sono solo i tagli, ma anche i gravi problemi di sicurezza degli edifici. Una scuola su tre non ha scale di sicurezza, 7 su 10 non sono ancora a norma". Quanto alla riforma, l'ex leader della Cisl ricorda che "ha ridotto il "tempo scuola"e ha reso opzionali molte attività, impoverendo l'offerta formativa e tagliando tanti posti di lavoro".