Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Resto del Carlino-Al galà una polpetta al veleno

Resto del Carlino-Al galà una polpetta al veleno

Al galà una polpetta al veleno E' un pomeriggio convulso e avvelenato quello che segue il grande rifiuto del ministro Moratti al galà europeo di piazza Cavour. Ammainati i cartelli di benvenu...

03/10/2003
Decrease text size Increase text size
Il Resto del Carlino

Al galà una polpetta al veleno

E' un pomeriggio convulso e avvelenato quello che segue il grande rifiuto del ministro Moratti al galà europeo di piazza Cavour. Ammainati i cartelli di benvenuto, rimossi i divieti di sosta su tutta la piazza. La replica del ministero è affidata a Lucrezia Stellacci, direttrice generale dell'ufficio scolastico per l'Emilia Romagna. E' un attacco diretto e frontale al sindaco Ravaioli. Un attacco a tutto campo, anche in quelli di stretta pertinenza di Prefetto e Questore. In sostanza, il dicastero della scuola accusa il sindaco di Rimini di non aver voluto garantire la sicurezza dei ministri europei: "Nella seduta del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica svoltasi il 26 settembre - scrive Lucrezia Stellacci - sui problemi connessi al contestuale svolgimento dell'incontro dei Ministri e della preannunciata manifestazione di protesta nelle immediate vicinanze della sala, il Sindaco non ha voluto assumere nessuna decisione in relazione sia all'interdizione della piazza al corteo di manifestanti sia al transennamento della piazza stessa. Successivamente in data 29 settembre, a soli due giorni dall'apertura dell'evento, le autorità preposte hanno comunicato a questa direzione di non ritenere opportuna la chiusura della Piazza. In considerazione di quanto sopra, al fine di evitare che potesse risultare danneggiata la riconosciuta immagine della città di Rimini come capitale europea dell'ospitalità, ed al contempo per garantire l'ordinato e sereno svolgimento sia dell'incontro dei Ministri sia della manifestazione di protesta, d'intesa con il Gabinetto del Ministro si è con rammarico ritenuto necessario di annullare l'evento previsto nella sala dell'Arengo. Tale decisione é stata tempestivamente comunicata al sindaco, al presidente della Provincia ed alle autorità territoriali di sicurezza."
Ieri pomeriggio, con la copia di questa dichiarazione in mano, c'è un Ravaioli fremente: "Queste sono affermazioni sbagliate, provocatoriamente sbagliate. Alla riunione del 26 ho affermato, ed è a verbale, che avremmo adottato tutte le misure ritenute opportune dal Questore. Tanto è vero che mercoledì, su richiesta del Questore, abbiamo varato l'ordinanza di transennamento e divieto di transito. Che il 29 io abbia affermato di non voler chiudere piazza Cavour è falso. Tantopiù che stiamo parlando di ordine pubblico, una competenza che non è del sindaco. Ho cercato di mediare le esigenze dei manifestanti e quella dei ministri raggiungendo un accordo per cui il corteo si sarebbe fermato in piazza Tre Martiri, a centinaia di metri dal galà. Ho fatto il mio dovere, dov'è il problema?" Il problema è dappertutto leggendo la nota della Stellacci che punta il dito sempre e solo sul sindaco di Rimini.
"Non ha fondamento l'asserzione che la decisione sia stata presa tenendo all'oscuro tali amministrazioni, dal momento che le preoccupazioni erano state manifestate preventivamente e ripetutamente, e ad esse non si era risposto con adeguate e tempestive garanzie. Resta il rammarico per la cittadinanza di Rimini che ha sempre manifestato senso di ospitalità nei confronti di ospiti italiani e stranieri e che, in questo caso, non ha trovato i responsabili dell'amministrazione comunale all'altezza della situazione, un'intesa che invece si é manifestata in pieno con la città di Riccione e il resto del territorio".