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Resto del Carlino: Bastico smentisce Catalano, esami a settembre si può

Deve essere, però, motivata non da emergenze, ma da esigenze di carattere didattico-organizzativo».

01/02/2008
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Il Resto del Carlino

di FEDERICA GIERI

«LA POSSIBILITÀ di andare a settembre per le verifiche di recupero dei debiti formativi è assolutamente reale. Deve essere, però, motivata non da emergenze, ma da esigenze di carattere didattico-organizzativo».
A sganciare la bomba che sconfessa il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Luigi Catalano, e costringe i presidi delle superiori ad un altro dietrofront, è il vice ministro all’Istruzione, Mariangela Bastico (nella foto). Alle quattro e mezza di ieri pomeriggio, via telefono, l’ex assessore alla Scuola di viale Aldo Moro apre “uno spiraglio” alla possibilità concreta di svolgere gli esami riparazione (non i corsi di recupero) dopo l’estate. Ipotesi accarezzata dalla stragrande maggioranza di licei, professionali e tecnici, ma stroncata da Catalano.

NEPPURE 24 ore prima, la voce del ministero dell’Istruzione in Emilia Romagna, infatti l’aveva esclusa. Oltretutto in modo abbastanza tranchant. «Non è possibile — aveva detto Catalano ai presidi riuniti in piazza XX Settembre per un incontro tecnico — fissare le verifiche a settembre. Bisogna rispettare l’ordinanza ministeriale» che impone la fine delle operazioni entro il 31 agosto. Salvo casi di assoluta eccezionalità.
Se le scuole «ritengono indispensabile» optare per l’orizzonte autunnale «lo possono fare. Esiste una flessibilità che va suffragata da adeguate ragioni di carattere didattico», ripete Bastico nell’intento di riportare “serenità” tra i banchi. Dove, invece, regna sovrano il caos. Stoppati da Catalano, i presidi avevano infatti già dovuto sterzare, dando al tempo un colpo di acceleratore per essere pienamente operativi a luglio o agosto. Ora il colpo di scena. Due i paletti fissati dal vice ministro per l’opzione settembrina: la giustificazione e il fatto che la scelta «non deve costituire elemento organizzato, un accordo generalizzato tra scuole». Non deve essere insomma «una scelta collettiva», sottolinea più volte Bastico.

IN EFFETTI, questo potrebbe sembrare, puntando quasi tutti gli istituti in quella direzione. L’ostacolo, tuttavia, non è insormontabile. Intanto perché «non serve alcuna autorizzazione del ministero», precisa il numero due del dicastero. Poi perchè è sufficiente adottare l’iter con cui le scuole fissano il primo giorno di lezione. In totale autonomia, ogni Collegio dei docenti ora sarà quindi chiamato a stabilire la data degli esami, dandole gambe con presupposti validi. A quel punto a «noi non resta che prenderne atto», conclude Bastico.

INTANTO, volendo sempre di dare un po’ di stabilità alla scuola bolognese, il ministero ha prorogato, a sorpresa, di due mesi l’incarico al dirigente dell’Ufficio provinciale, Luciano Chiappetta, il cui contratto è scaduto ieri. «Non me lo aspettavo», ha ammesso il dirigente che ha saputo la novità, rientrando a Roma. Incertezza invece per la posizione di Catalano, il cui incarico scade il 6 febbraio: tutto dipende da come evolverà la crisi di governo.