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Resto del CArlino-Forli-"Facciamo ricerca ma rischiamo il precariato a vita"

UNIVERSITA' Proteste contro la riforma "Facciamo ricerca ma rischiamo il precariato a vita" di Fabio Gavelli La riforma universitaria approvata martedì a Montecitorio, per loro fa rima so...

27/10/2005
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Il Resto del Carlino

UNIVERSITA' Proteste contro la riforma
"Facciamo ricerca ma rischiamo il precariato a vita"
di Fabio Gavelli
La riforma universitaria approvata martedì a Montecitorio, per loro fa rima soprattutto con "precariato a vita". Sono i borsisti, gli assegnisti, i dottorandi, i ricercatori più di ottanta al dipartimento SITLeC di Forlì, presso la facoltà di Scuola interpreti e traduttori ; quelli che investono sulla propria capacità di studio, sulle competenze. "Passo al computer otto ore al giorno, a fare ricerca. Ma siccome non insegno, sono invisibile", riassume Simona Sangiorgi, 29 anni, faentina, dottoranda a Forlì. Per un giorno, martedì, molti si sono accorti di loro. Assieme a docenti e studenti, hanno provocatoriamente fatto lezione in piazza Saffi, per protestare contro la riforma del ministro Moratti.
[\FIRMA]Siamo abituati a vedere in piazza gli operai, gli agricoltori, i dipendenti pubblici o privati. Ma è raro che chi costituirà, o contribuisce a formare la futura classe dirigente scenda in piazza. Da settimane si ritrovano, discutono tra loro in assemblea, ora meditano altre iniziative di protesta. "Il testo della riforma tradisce le istanze di meritocrazia sollevate dalle giovani generazioni e ripropone riserve di posti per singole categorie", hanno scritto in un comunicato borsisti e ricercatori della facoltà forlivese.
Simona Sangiorgi, di cosa si occupa un dottorando?
"Io seguo un progetto triennale sulla comunicazione dei parchi di divertimento a tema, tipo Disneyland. Gran parte del lavoro è di raccolta e analisi di testi, in cinque lingue diverse. Mi dispiace se qualcuno pensa che perdiamo tempo, in realtà ci impegniamo parecchio".
Quanto prende?
"Ottocento euro al mese, senza malattie, ferie, maternità. La metà dei miei colleghi degli altri Paesi europei. Molte spese, anche di aggiornamento e formazione, sono a mio carico. A me piace studiare, sia chiaro, ma se facessi la barista a Mirabilandia prenderei di più".
E alla fine del triennio cosa farà?
"Già, il problema è quello. Posso sperare in concorsi vari, in qualche post-dottorato. Ma resta una situazione precaria. Non posso neppure accendere un mutuo in banca per comprarmi un appartamento, perché un ricercatore che garanzie può dare?".
Perché la riforma non vi piace?
"In primo luogo provoca uno spezzettamento dei contratti nel corso della carriera universitaria. Poi siamo gli unici in Europa a prevedere tre fasi di prova per l'insegnamento. E soprattutto si scoraggia che decide di puntare tutto sulla ricerca. Ecco perché si parla di fuga dei cervelli all'estero, perché chi si trova nei nostri panni è spinto a trovare negli altri Paesi migliori condizioni. La sensazione generale è che si voglia ridurre l'autonomia della ricerca e non capiamo perché si faccia questo".
Protestate anche per i tagli introdotti dalla Finanziaria.
"Sì, le minori risorse comporteranno dei disagi sotto il punto di vista dell'edilizia e dei laboratori. Basta vedere a come è stata accolta la riforma in questi mesi: i rettori sono tutti contrari, i ricercatori pure, gli studenti sono molto critici. E' davvero incomprensibile procedere a una riforma in queste condizioni".