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Resto del Carlino-MAcerata-Assunta a 59 anni

SCUOLANel caos del precariato, capita di avere il posto alla vigilia del pensionamento Assunta a 59 anni MACERATA Assunta in ruolo alla soglia della pensione. Sembra un paradosso e inv...

05/08/2005
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Il Resto del Carlino

SCUOLANel caos del precariato, capita di avere il posto alla vigilia del pensionamento
Assunta a 59 anni
MACERATA Assunta in ruolo alla soglia della pensione. Sembra un paradosso e invece è l'amara realtà per un'insegnante maceratese di 59 anni che ha visto coronato il suo sogno proprio nei giorni scorsi. Certo, è contenta. Ma non vuole parlare di sé, né della sua "vittoria". A suo avviso i guasti sono stati fatti e forse sarebbe stato necessario che qualcuno avesse pensato più seriamente alla scuola, come luogo di formazione professionale e civile. "La scarsa attenzione o, peggio, il silenzio che spesso accompagnano le vicende umane e professionali di tanti precari dice sono indicativi di un comune sentire lontano mille miglia dalla realtà scolastica".
Persone laureate, con più concorsi superati e abilitazioni acquisite, per un motivo o l'altro costrette a restare nel limbo dei supplenti: assunti a settembre per essere licenziati a giugno o fine agosto, in barba a ogni continuità didattica per gli studenti e ad ogni contraccolpo sulla vita del singolo.
Un caso isolato? Non tanto, visto che tra le 238 nomine in ruolo, tra docenti e personale Ata, fatte nei giorni scorsi dal Csa (ex provveditorato agli Studi), molti dei precari storici, finalmente entrati nei ranghi del ministero dell'Istruzione, hanno oltre 45 anni.
"Non di rado sottolinea Antonietta Trillini, della Cgil Suola si tratta di docenti preparati e motivati che però si sono trovati sul binario sbagliato quando è passato il treno giusto. Oppure sono vittime di una normativa in continuo cambiamento che ha modificato in corsa le regole". Nel caos che governa il reclutamento del personale della scuola, infatti, solo gli addetti ai lavori riescono (e non sempre) a districarsi. Può capitare, ad esempio, di vincere il concorso ed essere in posizione utile per la nomina in ruolo. Ma le esigenze di bilancio dello Stato impongono il "taglio" delle classi, e dunque delle cattedre. Può anche capitare che un concorso abbia una validità limitata ad alcuni anni, scaduti i quali viene meno anche la relativa graduatoria. O, al contrario, che un certo concorso dia luogo a un graduatoria permanente.
Non solo. Fino ad alcuni anni fa (ma ora non più) il punteggio di servizio acquisito in un istituto privato valeva la metà rispetto a quello acquisito in una scuola pubblica. E poi l'anno passato il Governo ha introdotto un parametro tuttora fonte di proteste che raddoppia i punti per chi insegna in scuole di montagna. Il risultato è che in molti hanno cercato di avere una cattedra negli istituti dell'entroterra, scavalcando chi ha più anni di servizio, ma... svolti al mare! Si aggiunga che talune discipline, si prenda il francese, hanno perso appeal, con conseguente riduzione delle cattedre a favore dell'inglese. E così i precari di certe discipline hanno dovuto "riciclarsi", pena l'impossibilità di ogni immissione in ruolo.
E si potrebbe continuare. Insomma, se c'è qualcosa che non va non sono certo i precari, ma un percorso spesso infernale per accedere all'insegnamento che tende a lasciare fuori dalla scuola persone competenti e con una gran voglia di fare.
Franco Veroli