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Resto del CArlino-Riforma della scuola, gli studenti in piazza I rettori "Siamo con voi"

LA PROTESTACortei con 250mila persone in 30 città Riforma della scuola, gli studenti in piazza I rettori "Siamo con voi" di Silvia Mastrantonio ROMA Studenti delle superiori e colleghi...

13/10/2005
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Il Resto del Carlino

LA PROTESTACortei con 250mila persone in 30 città
Riforma della scuola, gli studenti in piazza I rettori "Siamo con voi"
di Silvia Mastrantonio
ROMA Studenti delle superiori e colleghi universitari. Ma anche rettori o prorettori a fare da sostegno. Da Milano a Napoli, da Bologna a Palermo si è consumata ieri tra striscioni, slogan e fantasia, la protesta degli alunni delle superiori alla quale hanno dato man forte gli universitari e anche alcuni docenti impegnati nella settimana di mobilitazione.
A unire i mondi, a volte distanti, il "no" netto, urlato, cantato o scandito alla Moratti e alle riforme ipotizzate o già avviate dal governo Berlusconi. All'appuntamento, secondo l'Unione degli studenti, si sono presentati in 250mila ieri mattina. Con qualche punta di "eccellenza" a Roma 20mila dicono gli organizzatori e in qualche altra città e adesioni meno massicce in centri più piccoli. In tutto una trentina di centri.
Ma a stupire è stata la presenza, a Bologna, del rettore dell'Università, Pier Ugo Calzolari, assieme a diversi docenti. Un totale di circa 8mila persone che seguivano lo striscione: "Incredibile, noi istruiti contro la Moratti". Studenti, prof, ma anche ricercatori. E proprio per loro il Rettore era in piazza: "Sono qui con i miei ricercatori che in questi mesi ho seguito e difeso ha detto adesso che si deve ritenere che il disegno di legge seguirà il suo corso fino alla fine, bisognerà immaginare ogni artificio per i ridurre i danni che provocherà". E la paura di questi danni è tale che in molti atenei la didattica non è ancora partita o procede a singhiozzo.
La riforma dell'università non piace a molti. A Roma, per esempio, dopo Sociologia, Ingegneria, Architettura e Giurisprudenza anche altre facoltà sono state occupate: Psicologia, Filosofia e Scienze Politiche. In sintonia le proteste di Trieste dove, insieme con gli studenti "medi" l'assemblea ha visto la partecipazione del rettore dell'ateneo, Domenico Romeo. Malumore che monta e che oggi la Conferenza dei rettori andrà a portare alla Camera, ma che non dissuade il ministro.
E' stata proprio Letizia Moratti [\FIRMA](nella foto Ansa), ancora ieri, ad auspicare un incontro a breve con i responsabili delle università. Università da una parte, scuola dall'altra. Ventimila studenti in Sicilia per dire no alla riforma del ciclo secondario e al sistema formativo regionale.
A Napoli i ragazzi in corteo hanno insistito sulla necessità di innalzare gradualmente l'obbligo scolastico fino a 18 anni.
A Torino i serpentoni di giovani sono stati addirittura tre e in prima fila c'era anche il prorettore dell'università Sergio Roda. A Bari i dimostranti hanno occupato una scuola inagibile per testimoniare il loro dissenso. A Milano l'occupazione temporanea e simbolica ha riguardato un albergo a cinque stelle contestato per l'utilizzo degli stage con i quali si sfrutta il lavoro giovanile. A Firenze circa mille ragazzi hanno preso parte al corteo.
Alla fine l'Unione degli studenti ha manifestato tutta la propria soddisfazione, peraltro condivisa dai partiti di opposizione e in particolare dai Ds. Sono in molti a sollecitare il ministro a un atto di coerenza, per esempio le dimissioni, mentre dal fronte di maggioranza si levano voci di tenore opposto. In particolare la polemica ha coinvolto i giovani di Azione studentesca che accusano gli studenti di sinistra di strumentalizzazioni. "Nessuno si è fermato a leggere questa riforma ha detto Michele Pigliucci di Azione studentesca Sarebbe il caso che iniziassero a farlo prima di attaccare per disposizione di partito qualcosa che, di fatto, non conoscono".
Analoga la posizione del sottosegretario all'Istruzione, Maria Grazia Siliquini, secondo la quale le proteste non sono solo strumentali ma anche dannose per gli studenti stessi che non riescono a frequentare le lezioni.