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Resto del CArlino-Riforma della scuola Ministro e Regioni alla prova della verità

SCUOLADomani la Conferenza unificata Riforma della scuola Ministro e Regioni alla prova della verità ROMA Tra quanti ci sono già e quelli che ci arriveranno in questi giorni, i quasi no...

14/09/2005
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Il Resto del Carlino

SCUOLADomani la Conferenza unificata
Riforma della scuola Ministro e Regioni alla prova della verità
ROMA Tra quanti ci sono già e quelli che ci arriveranno in questi giorni, i quasi nove milioni di studenti italiani hanno ricominciato a fare i conti con il capitolo scuola. Con tutti i lati brillanti e quelli oscuri che il comparto propone di riforma in riforma, di anno in anno. E se il ministro Letizia Moratti ha approfittato dell'avvio d'anno per elencare tutti i risultati positivi, sul tappeto ci sono questioni che restano aperte, anzi spalancate.
Archiviata, per ora, la vicenda precari con le ultime massicce immissioni in ruolo che non saranno la panacea ma pure un contributo sostanziale lo offrono, per la Letizia quasi candidata a sindaco di Milano, si profilano altri scogli all'orizzonte. Soprattutto c'è il contrasto dichiarato con le Regioni sulla riforma della scuola superiore. L'appuntamento è per il confronto fissato domani con la Conferenza unificata Stato-Regioni. Da tempo si sta lavorando, ai tavoli tecnici, per giungere a un possibile accordo o, in alternativa, a una forma di ostilità più contenuta di quella espressa nei mesi scorsi. Prima dell'estate, le Regioni avevano chiesto al ministro di avviare un reale confronto sui contenuti del provvedimento per giungere a una posizione condivisa.
Il fatto è che il ministro avrebbe voluto avviare una sperimentazione sulla scia di quanto avvenuto per le elementari già da quest'anno. Gli enti locali, però, si sono detti contrari e cinque Regioni hanno approvato una delibera ad hoc con la quale si chiede ai presidi delle superiori di non far partire la sperimentazione per il prossimo biennio. Gli assessori regionali hanno poi spiegato di pretendere, prima, chiarimenti specifici. In particolare sui curricula e sulla natura dei titoli in uscita dai percorsi delle superiori e la sulla loro spendibilità in relazione all'accesso all'università e alle professioni. Inoltre, gli enti locali spingono per la definizione di una norma transitoria per consentire un traghettamento indolore dall'attuale sistema al nuovo.
Infine, si sollecita l'individuazione di procedure, criteri e tempi definiti per assegnare le risorse finanziarie a copertura dell'intero sistema di istruzione e formazione professionale, l'attuazione in tempi certi della riforma del Titolo V della Costituzione per definire le competenze e il trasferimento delle risorse professionali alle Regioni, l'individuazione delle quote di orario obbligatorio spettante alle Regioni e di quelle spettanti ai singoli istituti.
Su queste richieste hanno lavorato gli esperti dei tavoli tecnici. Da parte del governo c'è la necessità di acquisire consensi anche se, dal punto di vista politico, il cambio al vertice di molte Regioni passate al centrosinistra complica la questione. Ma pure andrebbe bene una soluzione di mediazione, magari con uno slittamento della sperimentazione.
Resta l'opposizione alla forte licealizzazione del progetto. Una spinta che ha portato molti governatori ad assumere posizioni ultra critiche. Lo ha spiegato chiaramente, nei mesi scorsi, il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani: "La riforma porta a un sistema di separazione: una scuola per studiare, l'altra per lavorare. Così si torna a prima del '62 quando c'erano la media e il liceo da una parte e dall'altra l'avviamento professionale".
Non è finita.. Altra questione è la trattativa per il rinnovo contrattuale del secondo biennio economico 2004-2005. Le premesse del rinnovo, solo economiche, sono state definite a maggio dall'accordo tra governo e confederazioni sindacali sulla base di una quota di incremento pari al 5,01%, circa 104 euro mensili lordi pro capite. Da definire, però, le altre risorse aggiuntive ricavate dai risparimi di sistema effettuati negli ultimi due anni. Ma questi risparmi sono ancora al vaglio del Tesoro e i sindacati premono per arrivare ad avere i fondi, in busta paga, almeno per Natale. Sullo sfondo la figura, contrattuale del tutor, oggetto di una trattativa mai conclusa.
Silvia Mastrantonio