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Resto del CArlino-Rovigo-La riforma entra in classe Gli insegnanti si dividono

SCUOLAParlano i prof degli istituti cittadini La riforma entra in classe Gli insegnanti si dividono Tra poco più di una settimana inizia la scuola e le classi elementari e medie si appr...

10/09/2004
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Il Resto del Carlino

SCUOLAParlano i prof degli istituti cittadini
La riforma entra in classe Gli insegnanti si dividono
Tra poco più di una settimana inizia la scuola e le classi elementari e medie si apprestano ad applicare la nuova riforma Moratti. Flessibilità di orario, laboratori opzionali, istituzione della figura del tutor. Proprio quest'ultima novità rappresenta per gli insegnanti lo scoglio più duro da affrontare. Nessuno vuole assumersi la responsabilità di fare da tramite tra docenti e famiglie e soprattutto di compilare quel famoso 'portfolio' che diventerà il curriculum, il percorso formativo, psicologico e attitudinale dello studente.
"Viviamo nell'incertezza esordisce Patrizia Bison, insegnante di educazione tecnica alle scuole medie . E' da maggio che facciamo un corso di formazione perché a nostra volta dobbiamo formare i colleghi su questa figura e non abbiamo avuto gli strumenti conoscitivi necessari. Come sempre dovremo affidarci al buon senso. Ci sarà sicuramente un carico di lavoro che non verrà retribuito, nessuno è disponibile a farlo".
"Alcuni direttori cercano di imporlo aggiunge Renata Gusella, maestra elementare di matematica ma servirebbero dei chiarimenti. Anche i genitori chiedono i laboratori opzionali, ma non abbiamo fondi per organizzarli. Nella nostra scuola non abbiamo nemmeno l'aula informatica ma le famiglie la richiedono". La Bison, come gli altri insegnanti di tecnica, si è vista ridurre le ore da tre a una. "Hanno fatto sparire la disciplina dice in un'ora gli studenti non riescono ad acquisire delle competenze. In una società in cui la tecnologia è al centro di ogni sviluppo e cambiamento, non si capisce perché l'abbiano soppressa". "Era inevitabile che una riforma portasse qualche resistenza da parte del corpo insegnanti dichiara Piero Bassani, consigliere nazionale Snals . Ma il timore più diffuso riguarda il tutor. Nessuno lo dice, ma la paura è di una gerarchizzazione degli insegnanti, di serie A o di serie B. Già la figura del dirigente plenipotenziario aveva portato scontenti perché annullava la partecipazione da sempre esistente nel mondo della scuola, ora anche il tutor sembra andare verso questa direzione".
Non la vede invece così nera Beatrice Di Meo, insegnante di italiano alle medie, che ritiene che se i docenti riescono a lavorare ugualmente all'interno della loro libertà, discrezionalità e creatività, si possono, con queste nuove schede personali dei ragazzi, offrire opportunità maggiori agli studenti. "Certo è mancata per noi la formazione ammette la Di Meo e forse abbiamo subito uno stravolgimento degli orari, prima erano di 33 ore ora possono essere anche di 27. Ma sono molte le famiglie che hanno richiesto i laboratori, che saranno preparati sulla base delle loro esigenze. Con la riforma non si esprime più un giudiziosullo studente, ma si crea un profilo personalizzato utile al suo orientamento lavorativo futuro". Opinioni diverse l'una dall'altra, insomma, e, sullo sfondo, tanta incertezza su una riforma destinata ad incidere non poco sul presente e sul futuro della scuola italiana, già attraversata da una crisi d'identità che difficilmente sarà superata a breve.
Federica Broglio