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Resto del CArlino-SCUOLAIl Garante: "Occorre evitare domande indiscrete"

SCUOLAIl Garante: "Occorre evitare domande indiscrete" Privacy, troppi illeciti "Il Portfolio non va usato per schedare gli alunni" ROMA Più privacy per gli alunni della scuola e più ch...

02/09/2005
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Il Resto del Carlino

SCUOLAIl Garante: "Occorre evitare domande indiscrete"
Privacy, troppi illeciti "Il Portfolio non va usato per schedare gli alunni"
ROMA Più privacy per gli alunni della scuola e più chiarezza per gli insegnanti alle prese con un nuovo documento di valutazione e orientamento introdotto dalla riforma scolastica, il "Portfolio". A chiederlo è il Garante per la protezione dei dati personali, che ha rilevato come il nuovo strumento didattico redatto dall'insegnante per ciascun alunno, oltre ai progressi formativi ed educativi dello studente, documenti interessi, attitudini, aspirazioni personali che possono diventare, se impropriamente utilizzato, una sorta di schedatura personale.
Allo scopo di scongiurare questo pericolo, il Garante ha indicato a istituti pubblici e privati le modalità per trattare lecitamente i dati personali dello studente. Nel provvedimento (consultabile su www.garanteprivacy.it), di cui è stato relatore Mauro Paissan, il Garante composto da Francesco Pizzetti (nella foto Ansa), Giuseppe Chiaravalloti, lo stesso Paissan, Giuseppe Fortunato spiega che nel "Portfolio", dovranno essere inseriti solamente dati personali pertinenti e necessari per la valutazione e l'orientamento dell'alunno.
I dati più delicati, in grado di rivelare particolari condizioni come lo stato di adozione o malattie, potranno essere annotati solo se strettamente indispensabili per la valutazione e l'orientamento dell'alunno.
Il Garante è intervenuto dopo aver ricevuto numerosi reclami e segnalazioni da parte di genitori e alunni che lamentano possibili violazioni della riservatezza per le modalità con le quali questo documento è stato predisposto dalle singole scuole. In assenza di un modello base, infatti, ogni scuola ha predisposto un questionario, da compilarsi in collaborazione con le famiglie, interpretando a modo proprio le indicazioni della legge. In alcuni casi esaminati dall'Autorità, le raccolte di dati sono risultate eccessive e ingiustificate: determinate domande presenti in alcuni modelli possono, infatti, far emergere informazioni particolarmente delicate sull'alunno (per esempio, lo stato di adozione) oppure riguardare informazioni relative al suo profilo psicologico (descrizioni di paure e disagi), al suo stato di salute (eventuali ricoveri ospedalieri e patologie), al credo religioso, alla condizione sociale e familiare, tutti dati sensibili per i quali il Codice della privacy impone un elevato livello di protezione.
"Non si può addossare a un ragazzo un fardello di informazioni delicate di cui non può più liberarsi fino al termine del corso di studi ha commentato Paissan Alla scuola e all'insegnante può essere utile conoscere informazioni anche molto personali sui ragazzi, ma queste non possono essere fissate in una documentazione che l'alunno deve portarsi dietro per anni. Alcuni dati sulla situazione familiare, o di tipo sanitario, o d'ordine psicologico o relativi alla fede o all'origine etnica, potrebbero tradursi in un marchio, in un grave pregiudizio".
In base alle regole stabilite dal Garante, ogni istituto scolastico dovrà, quindi, adottare opportune misure per prevenire la raccolta di dati non necessari e per informare i genitori sul trattamento dei dati degli alunni. Ai genitori vanno garantiti tutti i diritti riconosciuti dal Codice per la privacy (accesso ai dati, aggiornamento, integrazione etc.).
r. int.