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Rete scuole-Confusione o prospettive chiare?

Orciano (PS) , 02/05/2004 CONFUSIONE O PROSPETTIVE CHIARE? di Vittorio Delmoro In questi ultimi giorni alc...

04/05/2004
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Retescuole

Orciano (PS) , 02/05/2004
CONFUSIONE O PROSPETTIVE CHIARE?

di Vittorio Delmoro

In questi ultimi giorni alcuni interventi in rete su questo apparentemente decisivo mese di maggio e sulle prospettive per il prossimo anno scolastico e oltre sta innescando un dibattito che mi auguro proficuo e chiarificatore.
Ha iniziato Antonio Limonciello con un accorato appello al sindacato affinché si facesse carico di uno sciopero come ultimo baluardo contro la partenza della riforma.
Ha risposto Omer Bonezzi con l'enfatizzazione delle numerose iniziative (di movimenti, sindacati, associazioni) che in questo mese metteranno al centro del dibattito pubblico la scuola.
Sono intervenuti i Comitati Bolognesi e Milanesi ad incitare i Collegi nella adozione di delibere contro il tutor, contro i libri di testo pro-riforma, per il mantenimento dello status quo ante.
Come un fulmine a ciel sereno si fanno vivi pure Gandola e Niccoli con la proposta choc di adottare forme di tutoraggio compatibili con la riforma.
Nel frattempo Francesco Mele riproponeva la posizione ufficiale della CGIL sul tutor, suscitando le comprensibili domande di Stefania Fabris, che per disperdere la confusione lancia pure lei un grido d'aiuto.
Infine, ecco pronta la proposta semiufficiale di Andrea Ranieri per il futuro governo di centrosinistra.

Tanta è la confusione sotto il cielo, dunque la situazione è ottima!
Non sto scherzando e Mao la sapeva lunga&

Finora tutto il movimento, oltre a compiere una preziosa ed approfondita analisi della riforma morattiana, partendo dalle sue reali motivazioni e giungendo alle sue ovvie conseguenze, si è speso per contrastare in qualche modo tutti i provvedimenti che man mano ne esplicitavano la portata : contro lo smantellamento del tempo pieno, contro la figura del tutor, contro le ore opzionali al ribasso, contro l'anticipo, contro il portfolio e i piani personalizzati, contro il taglio di orari e di cattedre, contro il sistema duale e, da ultimo, anche contro le Indicazioni Nazionali.
La RESISTENZA a tutto questo si è esplicitata all'interno con l'adozione di delibere sui vari aspetti per riaffermare la situazione preesistente, all'esterno con manifestazioni ed iniziative pubbliche (raccolta di firme, assemblee, cortei, feste, restituzione agende, &)
Tutte cose lodevoli, importanti che hanno ottenuto alcuni parziali risultati e che continueranno fino a giugno e già si programmano per settembre.
Ma a settembre LA RIFORMA PARTIRA' COMUNQUE, e allora?

Prima di rispondere, è necessario far cenno ad un'eventualità non poi così improbabile : la possibilità che nelle elezioni del 12 e 13 giugno la destra berlusconiana prenda una botta tale che, se le resta ancora un po' di sale in zucca per i due anni che le restano da campare, mette la riforma Moratti in stand-by almeno per un anno e cerca un qualche compromesso da gestire.
C'è una seconda eventualità, anch'essa con qualche chance di successo : la bocciatura della riforma da parte del Tar, che così renderebbe inapplicabile la legge, in attesa dei ricorsi e controricorsi; con l'aggiunta di quelli appena effettuati da alcune regioni, i cui tempi sono però più lunghi.

Ciò detto, torniamo al problema del prossimo settembre.
Se il movimento sarà in grado in questo mese di mettere a frutto la propria forza, imponendo nei collegi dove è presente le mozioni di resistenza, a settembre ci troveremo davanti a tutta una gamma di situazioni : scuole in cui la riforma non esiste e dunque non parte (niente tutor, niente insegnante prevalente, niente nuovi libri di testo, niente Indicazioni Nazionali e niente ore opzionali, cioè tutto come adesso); scuole in cui alcune di queste cose esistono ed altre no (ad esempio non c'è il tutor, ma ci sono le ore opzionali; oppure il tutor è spalmato, ma il POF è quello di sempre); scuole in cui vengono adottati alcuni aspetti significativi della riforma (il tutor prevalente, i nuovi libri di testo, le ore opzionali, ma magari l'anticipo no); infine le stramaledette 151 scuole ed altre al seguito, che applicano la riforma già da due anni.
Il tutto all'interno della ormai citatissima legge sull'Autonomia, che questo consente.
Naturalmente noi resistenti non avremo vita facile e il MIUR cercherà di abbatterci in ogni modo possibile, magari con una circolare estiva che rimetta nelle mani del dirigente ogni decisione sul tutor, ma ciò continuerà ad innescare conflitti che suppongo il movimento riuscirà ancora a reggere e che la CGIL continuerà ad affiancare; almeno per un altro anno.

Nel frattempo però si sarà giocata una partita decisiva per tutti, partita cui Ranieri neppure accenna, rimanendo in sostanza alla finestra, con una proposta che mantiene buoni rapporti col movimento, ma che non possiede alcuna forza propulsiva e che lascia il sindacato (CGIL soprattutto) in una situazione alquanto difficile.
Cerco di spiegarmi.
La partita è, come sempre, di natura finanziaria e si gioca su due versanti : organici e tutor.
Se il disegno di riduzione degli organici perseguito dal governo con le sue Finanziarie continuerà, se le lotte che stanno partendo sui tagli di quest'anno non otterranno risultati, la riforma Moratti verrà attuata più per questa via, che attraverso le scelte di collegi e dirigenti; se il tempo pieno che avremo sarà quello di 40 ore nude e crude, se le scelte dei genitori non saranno accolte, se mancheranno sostegni e posti su progetto, avremo ben poco da resistere.
Dunque il primo obiettivo (del movimento, del sindacato, del centrosinistra) dovrebbe essere un NO chiaro e netto al taglio degli organici e la promessa di una battaglia all'ultimo sangue per la prossima Finanziaria, in vista della restituzione di tutti i posti tagliati in questi anni non appena si sarà al governo.
Sul versante tutor la questione è molto più delicata, perché è ovvio agli occhi di tutti che un tutor così come configurato dalla riforma sia una nuova figura professionale destinata ad un salario in più. Questo costituisce paradossalmente una grossa opportunità per qualunque sindacato abbia nella sua ragion d'essere la crescita delle retribuzioni della propria categoria. Vale a dire che nessun sindacato potrà dire di no all'offerta del governo, quando sarà in grado di proporre per i tutor un consistente aumento stipendiale. Da qui nasce la differenziazione delle posizioni confederali, da qui nascono i distinguo tra nessun tutor e tutti tutor. Il tutor è una manna per il sindacato; c'è solo il problema di come gestirla, se distribuirla a pioggia (tutti tutor), contraddicendo le intenzioni del governo; oppure assegnarla solo ai super-insegnanti, così come prevede la riforma. In sostanza si torna a parlare di carriera sull'agenda predisposta dal governo : il primo passo verso la carriera è il tutor.
E le posizioni sindacali sono già ben delineate : la CISL è per la distribuzione a pioggia (tutti tutor), almeno finché Culturani docet, ma sta scadendo; la CGIL è per non prendersi alcuna responsabilità, ma demandarla ad un referendum, dopo la scottatura del concorsone; la UIL si adeguerà, ma con vaste propensioni al tutor solo per alcuni; dei COBAS si sa già (nessun tutor) e la GILDA sta un po' di qua e un po' di là.

Accenno anche alla questione della formazione, visto che lo stesso decreto la pone come condizione per essere tutor.
La formazione che ha in mente il MIUR (che si può permettere in questi tempi di magra) è quella testata con le TIC : in gran parte on-line e un poco in presenza. Pertanto a ciascun partecipante verrà riconosciuto (se mai) un semplice rimborso spese, mentre tutti i soldi saranno spesi per pagare i formatori.
A queste condizioni nessun docente dovrebbe aderire; anzi il sindacato dovrebbe strenuamente opporsi ad una formazione non pagata, ma a tutt'oggi non risultano prese di posizione in tal senso. Pertanto quella che partirà a settembre sarà una formazione come tutte le altre : a spese nostre (di soldi e di tempo); nonostante ciò in ogni scuola salteranno fuori i soliti volontari disposti a qualunque sacrificio e anche quelli più ambiziosi che vedranno nella formazione (seppure gratuita, seppure faticosa) un'opportunità per accedere all'amato status di tutor e al conseguente aumento stipendiale.
Come faranno poi i colleghi, come farà il dirigente, come farà il sindacato (le RSU) ad opporsi all'assegnazione della funzione tutoriale a coloro che si saranno volontariamente e con sacrificio formati? Diranno loro che hanno sprecato soldi ed energie, perché magari il tutor sarà spalmato su tutti? O addirittura che nessuno sarà tutor?
Vedete bene che anche la formazione acquista un ruolo decisivo : bisognerà dire prima se la frequenza dei corsi darà diritto alla funzione; bisognerà dire prima se tutti potranno accedere alla formazione; soprattutto bisognerà porre come condizione che la formazione sia pagata!

Ora, la proposta di Ranieri non entra in alcuno di questi aspetti; sembra anzi che il futuro governo di centrosinistra demanderà all'autonomia delle scuole la soluzione di tutte le questioni attinenti al tutor, al portfolio, ai piani personalizzati, alle opzionalità, limitandosi ad intervenire sulle Indicazioni Nazionali, sugli anticipi, sul tempo pieno da riconfermare, sul doppio canale da abolire e sul ripristino del biennio unitario e obbligatorio.
Giusto! Ma solo se nel frattempo non vi sia stata alcuna decisione sull'istituzionalizzazione del tutor e sul suo compenso economico.
Ecco perché è vitale la lotta contro il tutor!
Ecco perché le scuole che avranno tutor dovranno essere considerate (loro sì) eccezioni fuori dalla legalità!
Ecco perché il sindacato non potrà mai firmare un contratto che permetta l'assegnazione della funzione tutoriale solo a qualcuno e con aumento stipendiale.
Ecco perché il sindacato dovrà dire a tutti quegli insegnanti che si proporranno per assumere la funzione e per frequentare corsi gratuiti che lo faranno a loro rischio : rischio che la formazione non valga nulla, rischio di svolgere un lavoro che non sarà retribuito e rischio (il più grande di tutti, secondo me) che vengano isolati dai colleghi che demanderanno loro ogni compito e ogni responsabilità (fine della collegialità).

Quanto alla preoccupazione di Stefania Fabris se sia giusto spingere le scuole e le famiglie verso decisioni così difficili, rispondo che si tratta di una questione di coerenza e di professionalità (se ci crediamo) : se pensiamo che la scuola del tutor, la scuola dei piani personalizzati, la scuola delle opzionali al ribasso, la scuola del tempo pieno a spezzatino costituisca un abbassamento del servizio offerto e la perdita di qualità del nostro lavoro, non possiamo che fare in modo che più insegnanti e famiglie possibili si tengano stretto ciò che ancora hanno e che lo difendano come un bene irrinunciabile.

Un'ultima risposta a Stefania : nella piattaforma per lo sciopero del 21 non si chiede il ritiro del decreto semplicemente perché anche quel documento, come moltissime altre scelte sindacali, è frutto di un compromesso volto a tenere unite le confederazioni. Non ci piace, non c'è la nettezza che servirebbe, ma sarebbe più utile che la CGIL rompesse con CISL e UIL e facesse un tutt'uno col movimento? Sarebbe bello (sta succedendo con la FIAT, prima coi metalmeccanici, con l'articolo 18, col patto per l'Italia), ma non ci farebbe conquistare adesso un metro in più sul terreno della riforma.
Secondo me le rotture arriveranno prima o poi, ma dopo aver riconquistato ciò che è nostro.