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Retescuole: Balle in libertà

di Pino Patroncini

26/03/2009
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Retescuole

Lo scioglimento di Alleanza Nazionale nel partito unico di regime, il cosiddetto Popolo della Libertà, e la spudorata compiacenza di Bruno Vespa, oltre ad offrire una non casuale tribuna propagandistica a due mesi dalle elezioni europee, ci ha dato modo ieri sera di vedere a Porta a Porta una perfetta TV di regime , dove i nostri governanti se la cantavano e se la suonavano grazie all’assenza di un contraddittorio qualificato e informato. Anzi potremmo dire, se si esclude il povero Sansonetti, senza un contraddittorio, visto il comportamento degli altri due giornalisti, in particolare dell’inutile direttore del Corriere della Sera ormai inchinato ai voleri del vincitore di turno, come sempre è stato nella storia della prestigiosa testata lombarda e stavolta probabilmente anche a causa del conclamato disavanzo dell’azienda proprietaria.
In questa sede abbiamo sentito il Ministro della Istruzione Gelmini sparare incontestata la più grossa balla mai raccontata in TV: “il tempo pieno crescerà del 30%”.
Si tratta di una balla tripla.
Tripla in primo luogo perché quello che cresce del 30% in realtà non è il tempo pieno bensì la domanda di tempo pieno, la quale essendo passata dal 25% dello scorso anno al 34% di quest’anno è cresciuta del 9% , cioè un po’ più del 30% della sua consistenza passata.
In secondo luogo perché se questa è la domanda è altrettanto certo che il Ministero non riuscirà a soddisfarla. Sarebbe bastato che a Porta a Porta ci fosse qualcuno informato dei numeri e la cosa sarebbe stata evidente. Il ragionamento è aritmetico: le prime elementari sono grosso modo 27.000, quest’anno di queste circa 7.000 sono a tempo pieno (40 ore) con due insegnanti per ogni classe e 20.000 sono a modulo di 30 ore con tre insegnanti su due classi ( il che vuol dire, ai fini contabili, un insegnante e mezzo per classe). Risultato: per tenere questo sistema occorrono 14.000 insegnanti per il tempo pieno e 30.000 per i moduli, in totale 44.000 insegnanti (esclusi naturalmente gli insegnanti di sostegno, di religione e di lingua inglese i quali per ora non entrano in questo conto).
Ma il Ministro ne taglia per l'anno prossimo quasi 10.000 e il taglio riguarderà le prime, visto che le altre classi devono continuare il loro corso fino alla quinta. Quindi si potrà fare conto solo su 34.000 insegnanti. Inoltre la richiesta di tempo scuola si è così redistribuita: 34% di tempo pieno, 56% di moduli a 30 ore, 7% di scuola a 27 ore e 3% di scuola a 24 ore ( il famoso Maestro Unico, come viene definito nel testo di legge, sponsorizzato dal Ministro!). Orbene questo vuole dire più di 9.000 classi prime a tempo pieno, circa 15.300 classi a 30 ore e 2.700 a 27 o 24 ore (ammesso e non concesso il fatto che la richiesta, esigua, di questi due modelli orari sia così concentrata da consentirne l’attivazione).
Ora, dovendo dare almeno un insegnante ad ogni classe, 27.000 dei 34.000 insegnanti andranno assegnati alle 27.000 prime elementari. Restano così appena 7.000 docenti e, ammesso e non concesso che questi ultimi vengano messi tutti sul tempo pieno per fare il secondo maestro, ecco che non saranno sufficienti. Mancano 2.000 classi a tempo pieno all’appello: circa 40.000 famiglie non saranno soddisfatte nella loro richiesta.
Ma soprattutto mancano gli insegnanti per i moduli a 30 ore: ne occorrerebbero altri 7.650. Ciò vuole dire che oltre 300.000 famiglie che si aspettavano i moduli non saranno soddisfatte. E spiega anche perché il taglio si abbatterà di più sul Sud dove c’è poco tempo pieno e prevalgono i moduli.
E qui salta fuori la terza balla. Il Ministro infatti in televisione parla di tempo pieno che viene mantenuto, ma in realtà la legge non parla più né di tempo pieno né di moduli: parla di 40 ore, di 30 ore. E tutto ciò perché il Ministro sapeva che gli organici non sarebbero bastati per riprodurre quei modelli didattici. Ed infatti ha previsto già nella legge di grattare il fondo del barile tagliando tutte le compresenze, non solo nelle prime ma anche nelle seconde nelle terze nelle quarte e nelle quinte giusto per garantire “pezze orarie” di due ore a insegnante per tappare i vuoti. I bambini si troveranno così sballottati tra un numero di insegnanti che potrà variare da cinque a dieci, dentro a un orario-spezzatino, come alle medie, peggio che alle medie . In questo modo non solo il tempo pieno non viene garantito nelle prime, ma viene snaturato anche nelle seconde nelle terze nelle quarte nelle quinte. E non solo il tempo pieno, anche i moduli.
Dunque non è proprio vero che il tempo pieno viene garantito e ampliato. E’ vero, al contrario, che tutta la qualità della nostra scuole elementare viene devastata.
E che il nuovo partito unico di regime è il Popolo della Libertà…. di raccontare balle!