Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Retescuole: Il liceo delle bugie

Retescuole: Il liceo delle bugie

di Pino Patroncini

13/06/2009
Decrease text size Increase text size
Retescuole

Sui licei il ministero delle bugie è ancora all'opera. E la cosa più agghiacciante è che non sembra esserci un giornalista che sia in grado di fare domande pertinenti e scoprire le carte false della Gelmini. Anzi tutti la bevono senza neppure fare domande!
La Gelmini nella sua conferenza stampa ha fatto riferimento più volte alla scuola finlandese, considerata la migliore di Europa, dicendo che la sua riforma va in quel senso lì.
Ebbene la scuola finalndese manda gli alunni in una scuola unica (neppure unitaria, unica!) fino a 16 anni, dopo di che i percorsi non sono articolati in ordini e indirizzi, come da noi, che abbiamo licei, tecnici e professionali, e neppure in classi, bensì sono i ragazzi che, con la guida degli insegnanti, costruiscono piani di studio che prevedono la frequenza di moduli, non annui ma di 7 settimane ( da 75 a 100 comprensivi di materie obbligatorie e opzionali), con verifica alla fine del periodo, in un modo simile a quello che da noi viene usato all'università. Non si viene promossi o bocciati annualmente, si va, tutt'al più, "fuori corso"!
Che cosa ci sia di analogo alla scuola finlandese nei licei della Gelmini me lo si deve spiegare: nella sua scuola già a 14 anni (non a 16) bisogna scegliere un liceo, ben prefissato, uno tra 12 (e non 6), le discipline dei quali, quando corrispondono in denominazione, non corrispondono in quantità orarie o in collocazione annua, e viceversa. Quindi dai 14 ai 16 anni i nostri licei non sono nè unitari nè unici e nei tre anni successivi i ragazzi sono tenuti a seguire percorsi altrettanto predetereminati con scadenza annua e discipline obbligatorie ( le discipline facoltative sono aggiuntive e servono solo per occupare provvisoriamente il personale che residua come soprannumerario dopo i tagli, per questo si dice che sono e devono rimanere senza oneri per lo stato!). E se alla fine dell'anno non hanno il sei in tutte le materie i nostri alunni vengono bocciati e devono ripetere tutto , anche quello in cui erano sufficienti.
Quanto alla semplificazione dei licei è tutta da dimostrare: la Gelmini usa i numeri attuali delle sperimentazioni per buttare il fumo negli occhi dimenticando sprezzantemente che le sperimentazioni servivano proprio a articolare un sistema che prevedeva solo tre indirizzi (il classico, lo scientifico, l'artistico).
Ma alla fine la sua scuola riprodurrà di nuovo tutta questa complicazione e anche di più.
Tanto per cominciare i licei non sono 6 ma sono 12:scientifico e scienze umane prevedono due opzioni( rispettivamente scientifico-tecnologico e economico-sociale), l'artistico prevede tre indirizzi e uno di questi (architettura ambiente e design) prevede una opzione specifica (design) la quale, a sua volta, dovrà prevedere di fatto tante opzioni diverse quanti sono i materiali su cui si esercita.
I licei quindi sono 12 ma uno di questi ha a sua volta varie opzioni ( design di ceramica, vetro, metalli, oreficeria, legno ecc. più o meno tanti quanti erano gli indirizzi degli istituti d'arte che vengono chiusi).
Da 12, quindi, questi licei grosso modo raddoppinao: e siamo approssimativamente a 24.
Ma ognuno di questi licei ha anche un 20% delle discipline in orario dei primi due anni e dell'ultimo e il 30% del terzo e quarto anno che possono essere modificati dall'amministrazione regionale. Siccome le regioni sono 20, 20 per 24 fa 480: questo è il numero dei licei che potremmo avere, già più alto delle sperimentazioni attuali!
E non è finita qui: siccome questa scelta viene decisa dalle regioni ma poi è la scuola che decide come articolare orari e discipline, tenuto conto che i licei sono circa 1.500, con un paio di di sezioni di indirizzo a testa di media , 3.000 corsi liceali, uno diverso dall'altro, non ce li toglierà nessuno.
Altro che 6 licei! Altro che semplificazione! Le norme varate finora non pongono limiti a questa proliferazione.
Non vorrei trovarmi nei panni di un alunno dei prossimi anni che a metà del percorso liceale, per via dello spostamento di residenza della sua famiglia, si trovasse a cambiare regione!