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Retescuole: Mobilità, la Gelmini cerca solo di cambiare discorso

di Pino Patroncini

17/09/2009
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Retescuole

Assillata dalla vicenda dei precari che “hic et nunc” hanno posto un problema vitale quello della sopravvivenza il Ministro Gelmini cerca disperatamente di cambiare discorso. La mobilitazione di questi giorni per quanto spezzettata in cento province ha dato l’idea dell’ampiezza del problema e di come questo sia stato aggravato dai tagli voluti da Tremonti, che hanno visto del tutto prona la Ministra dell’istruzione. Né servono a molto i contratti di disponibilità che lasciano scoperti proprio quelle decine di migliaia di supplenti temporanei che finora abarcavano il lunario lavorando su supplenze temporanee lunghe (maternità, aspettative, malattie gravi) e che quest’anno per lo più finiranno scalzati dai loro colleghi a loro volta scalzati dalle nomine annuali.
Così la scorsa settimana su Tuttoscuola la Gelmini ha cercato di introdurre l’argomento delle carriere….a futura memoria però, dal momento che fino al 2011 non si potrà accedere a quel 30% di risparmi che i tagli dovrebbero produrre. Odiosa proposta di cannibalismo, come si è già detto, per cui si dovrebbe accondiscendere al licenziamento dei colleghi per carriere future in cui poi cannibalizzarsi ulteriormente.
Questa settimana ha scelto quello della mobilità: circa 180.000 docenti su 800.000 cambiano di sede ogni anno. Così, sempre utilizzando l’amplificatore di Tuttoscuola, la Gelmini cerca di fare credere che la colpa sia degli insegnanti che si muovono troppo e propone di permettere i trasferimenti anziché ogni anno solo una volta ogni due anni.
Se non che analizzando i dati stessi che enuncia Tuttoscuola si scopre che solo un terzo degli insegnanti si sposta volontariamente. Tutti gli altri o sono precari. che ruotano loro malgrado ogni anno, o sono neoassunti su assegnazione provvisoria (è bene che si sappia che l’assunzione avviene così per scelta del Ministero non dei neoassunti), o sono persone in mobilità obbligatoria per perdita del posto nella loro scuola ( fenomeno accentuato proprio dai tagli Tremonti-Gelmini). In altre parole su 180.000 spostamenti circa 120.000 sono responsabilità del Ministero e questi non sarebbero minimamente scalfiti da un raddoppio delle scadenze di trasferimento, perché il ministero i posti vacanti li deve pur coprire con i precari e i docenti in soprannumero li deve pur utilizzare, ogni anno e non ogni due!
Se la Gelmini assumesse in ruolo tutti i precari sui posti vacanti al contrario otterrebbe due effetti: quello di stabilizzare il personale che ogni anno viene nominato su scuole diverse e quello di saturare il sistema lasciando oggettivamente meno spazio per la mobilità volontaria. Se poi la smettesse di fare i tagli ridurrebbe drasticamente anche la mobilità obbligatoria.
Ma si sa: la Gelmini, prona ai voleri di Temonti o di Berlusconi, ai tagli non può rinunciare e i precari non li può assumere perchè le servono per questo, come camera di compensazione per le riduzioni di organico in atto. Lei i precari non li vuole assumere, lei li vuole tenere precari proprio per poterli licenziare “ alle bisogna”.