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Retescuole: Saper sotto attacco

SAPERI SOTTO ATTACCO: SAPERI CRITICI, SAPERI PROFESSIONALIZZANTI, E ASSENZA DI SAPERI INTERCULTURALI

22/04/2010
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Retescuole

Luigi Ambrosi

La modifica dei curricoli di studio delle scuole superiori (e il progettato accorpamento delle classi di concorso)ricalca la linea che ha già ispirato i governi di centrodestra per la scuola primaria: un generale impoverimento dei saperi e dei curricoli di studio. E’ un attacco ai saperi generalizzato: riguarda i saperi critici, i saperi professionalizzanti e persevera nell’assenza di saperi interculturali. I tagli al finanziamento di progetti, di didattica laboratoriale, di compresenze uniti al sovraffollamento nelle classi ed alla precarietà della condizione docente, e quindi alle motivazioni ed alla continuità didattica, rendono inoltre meno attraente l’accesso ai saperi. L’obiettivo che il mInistero persegue nella scuola pubblica è quello di privare le nuove generazioni di spirito critico, logico-scientifico, e di memoria storica recente, di privare dei saperi professionalizzanti, predisponendo curricoli di studio sempre più ridimensionati e genericisti, di non attrezzare i giovani al confronto con i saperi del mondo.
SAPERI CRITICI: è sotto attacco tutto quanto permetta ai giovani di sviluppare uno capacità critica; hanno ancora paura della Storia recente dell’ultimo secolo, cancellata nella scuola primaria e ridimensionata nella scuola media inferiore: nelle superiori si cerca di ridurne l’orario e di cancellare l’epoca della Resistenza. La stessa Geografia, un ambito disciplinare dove l’insegnante poteva far rientrare le discussioni sui problemi del mondo,è stata cancellata come geografia del mondo nella scuola primaria e fortemente ridimensionata nelle scuole superiori. L’assenza di un qualsiasi collegamento tra geografia ed economia impedisce ai giovani di comprendere, per esempio, le vere motivazioni delle guerre attuali. L’eliminazione dello studio dello sviluppo della vita in Scienze(Darwin addio) nella primaria ha indicato la disponibilità all’attacco dello stesso sapere scientifico, sacrificato alle ideologie di turno. Per tutte le discipline non abbiamo alcun rafforzamento del pensiero logico, destrutturato/divergente, creativo e attinente al sociale attuale ed alle sue problematiche, come invece l’odierna società e le nuove generazioni avrebbero bisogno. La riforma delle classi di concorso renderà ancor più blanda e genericista la preparazione dei docenti e quindi degli studenti. E la clamorosa rinuncia a perseguire l’obiettivo del biennio unitario, con più saperi comuni e condivisi tra i diversi indirizzi di scuola, renderà più classista e selettivo l’accesso ai saperi. Questo quadro prospetta una società sempre più acritica e culturalmente impreparata allo sviluppo.
SAPERI PROFESSIONALIZZANTI:
I tagli agli orari, alla didattica laboratoriale ed alle compresenze contribuiscono a compromettere l’insegnamento delle discipline professionalizzanti e specifiche dei diversi ordini di scuola; oltre ad assistere ad un ridimensionamento dell’insegnamento di una seconda lingua (se non a pagamento extra), nei licei artistici si riducono le ore di discipline artistiche, l'istituto tecnico commerciale ridurrà Matematica ed Economia aziendale; l’Istituto tecnico per il Turismo ridurrà complessivamente di un quarto le tre le lingue straniere; all’Istituto tecnico industriale i futuri periti meccanici avranno meno Meccanica e Sistemi e Tecnologie meccaniche; gli Elettrotecnici studieranno meno Elettrotecnica e Impianti elettrici; i geometri vedranno sacrificate Costruzioni, Topografia e Impianti; negli istituti alberghieri gli studenti passeranno parecchie ore in meno in cucina e subiranno un taglio alla seconda lingua straniera; i futuri odontotecnici meno Chimica, studio dei materiali dentari e ore di laboratorio; gli altri licei dovranno dividersi sul sacrificare le discipline base per salvaguardare la seconda lingua. Questo quadro desolante prospetta una società italiana sempre più professionalmente dequalificata.
SAPERI INTERCULTURALI
Il salto di qualità che il nostro sistema di istruzione avrebbe dovuto compiere era di attrezzarsi alla nuova realtà di globalizzazione, anche utilizzando la nuova risorsa dei flussi migratori nel nostro paese. Abbiamo l’occasione di globalizzare i nostri saperi e curricoli che sono ancora pesantemente nazionali ed al massimo eurocentrici, che vuol dire poi attrezzare i giovani al confronto globale anche con le culture e acquisire quanto di meglio c’è nei diversi patrimoni culturali del mondo. Ai nostri figli , che già ora studiano e poi lavoreranno insieme a giovani di origine straniera, che magari conviveranno, e che comunque si relazioneranno, sia che saranno operai, impiegati, commercianti o imprenditori, che saperi, che strumenti di conoscenza offre questa scuola? La nostra società ha un bisogno relazionale, umano, politico, economico, di conoscere meglio cinesi, indiani, islamici, e gli altri popoli del mondo, di conoscere le lingue internazionali per comunicare ed invece si parla di dialetto e di ridursi alla conoscenza del proprio territorio. E invece stiamo assistendo ad una deriva localista e regionalista anche dei saperi, esattamente il contrario di quanto abbiamo bisogno. Avevamo bisogno di una generale revisione delle discipline in senso interculturale, mondiale, di un esteso programma di aggiornamento interculturale dei docenti e del materiale scolastico; ci viene offerta una revisione in senso locale o nazionalista. Questo quadro ci prospetta una società italiana sempre più disarmata alle sfide della internazionalizzazione delle relazioni e dell’economia.