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Retescuole-Scioperiamo, ma senza divisioni

Scioperiamo, ma senza divisioni di Vittorio Delmoro Lo dico subito, a scanso di equivoci : penso che quello del ...

30/10/2005
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Retescuole

Scioperiamo, ma senza divisioni
di Vittorio Delmoro

Lo dico subito, a scanso di equivoci : penso che quello del 25 novembre dovrebbe essere, per noi della scuola, uno sciopero dell'intera giornata.
Premesso questo però, non mi piacciono molto i proclami e le prese di posizione espresse fin qui sullo sciopero di un'ora indetto dai Confederali; sul proclama dei Cobas non mi pronuncio : è legittimo che un sindacato promuova uno sciopero per tutte le ragioni in cui crede.

Torniamo all'origine di questa scadenza.
Quello del 25 novembre è uno sciopero generale (di 4 ore) indetto dai Confederali per protestare contro la manovra finanziaria del governo; convocati infatti giorni fa per l'esposizione della Finanziaria, non vi hanno riscontrato nessuna risposta alle richieste avanzate da tempo; di qui la scelta dello sciopero. Punto e basta.

Noi della scuola aderiamo quindi allo sciopero generale perché ci riconosciamo nella protesta contro la finanziaria del governo, assieme a tutte le altre categorie; non c'entra nulla la nostra specifica piattaforma contro la riforma.
E' vero che ad ogni scadenza di lotta si tende ad accumulare tutti gli obiettivi e le motivazioni che oramai da quattro anni ci hanno portati a scioperare e manifestare, ma accusare il sindacato confederale di minimalismo per aver indetto una sola ora di sciopero nella scuola mi sembra pretestuoso.

Io credo che (come più volte accaduto) la scelta confederale sia dovuta alla poca fiducia nei confronti della forza espressa dalla nostra categoria e dal conseguente timore che una intera giornata potesse trasformarsi in flop; di qui la scelta di una sola ora, che servirà in ogni caso ad accomunarci alla protesta generale.

Se infatti il sindacato confederale non può permettersi di indire uno sciopero cui rischia di aderire solo un 30/35% della categoria, con conseguente perdita di forza contrattuale e di autorità, i Cobas possono indire scioperi di ogni tipo, che l'adesione del 10% viene già considerata una grande vittoria.
Ma se contro la Finanziaria scioperasse solo il 10% dei lavoratori, cosa direbbe (e farebbe) il governo?

Dunque, nel momento in cui si chiede di scioperare per l'intera giornata, non solo si valuta che il milione di lavoratori della scuola è disponibile almeno per oltre il 50% ad aderire, ma si mette in moto una campagna di mobilitazione che, a partire da quel 50%, tende ad acquisire alla lotta molti altri indecisi.
Ora è vero che la scuola è tornata ad essere un luogo caldo, con manifestazioni studentesche ed occupazioni di università, ma per chi? Per gli studenti, appunto, che non possono scioperare in quanto non occupati.
Ci sono al contempo motivi contingenti che potrebbero mobilitare i lavoratori della scuola?
A mio avviso no, tranne uno : la mancata corresponsione degli aumenti salariali (e degli arretrati) sancita dall'ultimo contratto. Si tratta di un buon motivo? Certamente (nonostante le minimalizzazioni dichiarate da Cobas e Unicobas), ma se prima del 25 quei fondi (già pronti) venissero sbloccati? Che si fa allora, non si sciopera più, neppure per un'ora?

E' stata approvata la riforma del secondo ciclo e, a ruota, quella dell'università; dobbiamo allora scioperare per questo?
Perché non l'abbiamo fatto prima, quando le cose erano ancora in gioco? Quale credibilità può avere all'interno della categoria uno sciopero a riforma fatta?
Lo sciopero contro la riforma è stato già fatto un anno fa (15 novembre 2004), con grandi manifestazioni nazionali, altri scioperi e manifestazioni lo avevano preceduto e seguito; ma la forza espressa in tutte queste occasioni non è stata sufficiente a fermare i lanzichenecchi di questa maggioranza.

Ora restano i collegi docenti che resistono (il mio tra questi), i genitori che non ascoltano le sirene morattiane e continuano per oltre il 95% a scegliere il tempo massimo, i sindacati che come la CGIL si oppongono al tutor e alle sue conseguenze; e restano le prossime elezioni.

Dividersi su un'ora, quattro, otto di sciopero il 25 novembre, riattivare contrasti fra i vari sindacati con le solite accuse e contraccuse, scontrarci fra noi popolo resistente che vorremmo scioperare ad oltranza, non fa bene a nessuno : l'appuntamento definitivo si avvicina e per l'occasione dobbiamo essere il più uniti possibile.

Concludo come ho iniziato, invitando le organizzazioni sindacali, a cominciare dalla CGIL, a pensare seriamente di trasformare lo sciopero generale del 25 novembre in una grande giornata di lotta anche per la scuola, per avere i soldi contrattati (se ancora&) e per aprire la nuova stagione contrattuale, che oltre ai soliti obiettivi salariali, contenga molte delle aspirazioni maturate dalla categoria in questi anni e che la legge di iniziativa popolare formula già abbastanza precisamente; per una scuola che si riprenda il suo futuro, man mano che la riforma moratti torna nel dimenticatoio.