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Rettori prudenti su riapertura a luglio: solo nei territori sicuri

Il restart delle università potrebbe essere più lento del previsto.

21/04/2020
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Il Sole 24 Ore

Eu. B.

Il restart delle università potrebbe essere più lento del previsto. Interpellati dal ministro Gaetano Manfredi sulla bozza di linee guida messe a punto per il «Post lockdown» degli atenei (su cui si veda Il Sole 24Ore del 17 aprile) i rettori chiedono prudenza e flessibilità. Oltre che risorse per adeguare aule e infrastrutture digitali e acquistare dispositivi di protezione in vista della riapertura.

Nel parere che il presidente della Crui, Ferruccio Resta (Politecnico di Milano) ha inviato ieri al responsabile dell’Università viene espressa «condivisione» per le proposte del ministro su Fase 2 (fino al 31 luglio) e Fase 3 (dal 1° settembre al 31 gennaio 2021), seppur accompagnata da alcuni distinguo. A cominciare dalla «grande attenzione» invocata quando - a luglio - si proverà a svolgere in presenza alcuni esami e sedute di laurea.

Qui il suggerimento è di differenziare le scelte in funzione delle diverse situazioni epidemiologiche. Un punto a cui il rettore di Bergamo e coordinatore dei rettori della Lombardia, Remo Morzenti Pellegrini, tiene molto avendo vissuto finora al centro del contagio: «In Lombardia alcuni atenei hanno già deciso di proseguire con la sospensione delle attività accademiche in presenza oltre la prossima estate. Nella mia università decideremo la settimana prossima, ma siamo già orientati verso la proroga della sospensione, auspicando altresì che si tenga conto, nelle linee guida ministeriali, della imprescindibile necessità di differenziazione in funzione delle dinamiche della situazione epidemiologica a livello territoriale e delle caratteristiche della comunità universitaria, al fine di un ritorno in presenza nelle sedi e universitarie solo in assoluta sicurezza».

Guardando al nuovo anno accademico la Crui condivide espressamente la scelta di Manfredi di incoraggiare una didattica mista presenza/distanza per il primo semestre. Ma c’è anche chi, come il rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco, è pronto ad andare oltre. Nel ricordare il contributo che il suo ateneo sta dando in vista della riapertura del Paese con il sito www.impreseaperte.polito.it Saracco sottolinea che il problema della sicurezza «è tutto collegato» e quindi non va affrontato per settori. Al Politecnico, quando finirà il lockdown, rientreranno 300 tra ricercatori, docenti e assegnisti (più o meno un ottavo del personale totale), tutti dotati di mascherina e della formazione adeguata. Così da riavviare la macchina della ricerca . E gli studenti? «Non se ne parla fino a settembre. Per noi che abbiamo il 15% di studenti che vengono dall’estero e il 45% da fuori il Piemonte è impensabile pensare al primo semestre con tutti in presenza. Sarebbe meglio dire che siamo pronti a garantire tutto l’anno in digitale».


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