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Ricerca, i migliori cervelli nelle università pubbliche

In testa Bologna, poi Cnr e Statale di Milano. Sapienza quinta

06/01/2011
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Il Messaggero

di VALENTINA ARCOVIO

ROMA - La ricerca pubblica batte quella privata per 8 a 2. Nella top ten della prima classifica dei centri di ricerca che ospitano i migliori cervelli del nostro paese, otto sono atenei e enti di ricerca pubblici. L’Alma Mater di Bologna si aggiudica il gradino più alto del podio, seguono il Consiglio nazionale delle Ricerche e l’Università Statale di Milano. Per poter trovare i primi istituti privati bisogna scendere alla decima posizione, dove si trova l’Istituto nazionale dei tumori di Milano. Prima di questo, infatti, ci sono le università di Padova, La Sapienza di Roma, la Statale di Torino e l’Istituto Nazionale di astrofisica, seguito dall’Ospedale San Raffaele di Milano e l’Università di Firenze. A stilare questa graduatoria sono stati gli scienziati italiani, che però lavorano all’estero, che fanno parte dell’associazione Virtual italian academy (Via-academy), nata a Manchester. Nel giudicare i propri colleghi gli scienziati hanno tenuto conto della quantità e della rilevanza accademica delle scoperte pubblicate sulle riviste scientifiche. Poi i cervelli italiani in patria sono stati suddivisi per posto di lavoro, ottenendo alla fine una classifica delle strutture. Il valore delle ricerche di ciascuno studioso è stato misurato col cosiddetto «indice h»: se uno scienziato ha un «h-index» 32, ad esempio, significa che ha fatto 32 scoperte citate ciascuna almeno 32 volte in lavori di altri suoi colleghi. L’«indice h» privilegia in particolare i ricercatori che ottengono molti risultati di rilievo, a scapito di chi ne produce tanti ma di scarso interesse, o di chi fa il colpo isolato. Per la graduatoria, sono stati considerati solo gli studiosi con un «indice h» di almeno 30. Poi sono stati raggruppati per centri di ricerca, e per ognuno di questi si sono sommati gli «indici h» dei relativi ricercatori. Più alta la somma, più alta la posizione in classifica.
Via-academy si è soffermata sui primi 50. Sono per lo più università statali, ma comprendono anche 11 università e istituti privati. Il limite principale della classifica sarebbe però il fatto che la valutazione non è sembra esaustiva. Gli studiosi considerati sono infatti solo quelli rintracciati dai loro colleghi. È però plausibile che col tempo, e la notorietà, la classifica (aggiornata in tempo reale) vada via via completandosi con un numero crescente di partecipanti. Inoltre, resta il fatto che con un metro di valutazione paritario a comandare la classifica ci sono i cervelli italiani che lavorano per istituti pubblici. Una valutazione, questa, che non si discosta neanche dalle classifiche internazionali in cui sono presenti enti e università pubbliche. La più recente è quella certificata da Scimago Institution Rankings. Nel lunghissimo elenco il Cnr si è aggiudicato il 23esimo posto al mondo. «Risultati di assoluto prestigio – commenta Luciano Maiani, presidente del Cnr - che non solo confermano la qualità e la quantità della buona ricerca, ma ne rivelano anche la portata internazionale».