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Ricerca, Renzi annuncia: «In arrivo piano da 2,5 miliardi di euro»

Il premier: «La ricerca, punto centrale dell’Italia che riparte». Ma siamo ancora lontani dall'obiettivo contenuto nell’appello del fisico Parisi: «Aumentare i fondi per la ricerca al 3% del Pil». Il M5S: «È annuncite, quei soldi non ci sono in Stabilità»

03/03/2016
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Corriere della sera

E alla fine l’annuncio è arrivato. Dopo un tam tam durato settimane sui conti in rosso della ricerca, è sceso in campo il presidente del consiglio, Matteo Renzi, per dire che «nelle prossime settimane uscirà un piano per la ricerca da due miliardi e mezzo di euro». Lo ha detto durante la sua visita alla Irbm Science Park a Pomezia, vicino Roma. E ha così confermato le anticipazioni del ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, Stefania Giannini che, rispondendo alla richiesta di aumentare il finanziamento per la ricerca al 3% del Pil - contenuta nella petizione lanciata nei giorni scorsi dal fisico Giorgio Parisi e che finora ha raccolto quasi 55mila firme - aveva assicurato: «la ricerca è al centro degli obiettivi del governo e sta per avere finalmente il suo Piano Nazionale, che potrebbe essere presentato “a breve”».

Il Piano

Il Piano - anticipato con una lettera aperta inviata nei gorni scorsi agli organizzatori del convegno «Il futuro della ricerca in Italia», organizzato nella sede del Cnr a Roma - prevede un investimento medio annuo di 2,5 miliardi e si concentrerà su alcuni temi prioritari, fra i quali lo spazio, la biomedicina e l’agricoltura. Questa sembrerebbe essere la prima risposta all’aumento di fondi chiesto dai ricercatori.
Il premier su Twitter ha definito la ricerca «un punto centrale dell’Italia che riparte». E ancora: «Per venti anni ci siamo detti che l’Italia è un paese finito. Invece è un paese infinito». «C'è bisogno di avere fame, di avere il coltello tra i denti, di avere bisogno di costruire il futuro, ogni momento. Vale per tutti, anche per un ricercatore che sa di accettare il rischio della sconfitta. L’Italia col coltello tra i denti è l’Italia che ci piace», ha detto.

M5S: «Da Renzi solo annuncite, quei soldi in Stabilità non ci sono»

Ma il Movimento 5 Stelle attacca il premier e lo accusa di «annuncite» e di «promesse da marinaio» perché, dicono i parlamentari delle Commissioni Cultura di Camera e Senato: «In Legge di Stabilità non c’è traccia di quei fondi e, anzi, gli stanziamenti contenuti nella manovra 2016 confermano come il nostro Paese sia in fondo alla classifica europea per gli investimenti in ricerca». Non solo, aggiungono, «Renzi non ha aumentato di un euro gli stanziamenti in ricerca, ma non ha neanche emanato il Piano Nazionale della Ricerca 2014-2020, un documento fondamentale per la programmazione in un settore che dovrebbe essere strategico e che, invece, vive di “elemosine” e approssimazione». E «sempre a proposito di annunci - concludono -, stiamo ancora aspettando il piano per l’edilizia scolastica da 4 miliardi di euro, annunciato dal governo e mai messo in campo: come al solito si fanno promesse e si rimandano a data da destinarsi le questioni importanti per il Paese».

Investimenti in ricerca

L’investimento in ricerca in Italia è drammaticamente basso: passato dall’1,13% sul Pil del 2007, all' 1,29% del 2014, ma con Pil calante, ha denunciato il «Gruppo 2003 per la ricerca», organizzatore del convegno romano. Lontano dalla media europea di quasi il 2% di Pil. La fonte di finanziamento è per il 44,8% di origine industriale; per il 41,9% di origine pubblica, e per il 9,50 proveniente dall’estero (media 2010-2013). Rispetto al triennio precedente, da segnalare l’aumento del finanziamento privato e estero, mentre diminuisce il finanziamento pubblico. Mentre in Paesi con popolazione simile alla nostra, la Francia investe all’anno in ricerca e sviluppo circa 48 miliardi di euro, la Gran Bretagna circa 31 miliardi di euro. E colossi privati come Samsung investono in ricerca 12,5 miliardi di euro all’anno.

Stati generali

Intanto, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha annunciato gli Stati generali della ricerca, in programma il 27 e 28 aprile, come l’occasione per definire le strategie nazionali per la ricerca e l’innovazione.