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Riforma atenei, nuove regole per i prof Il Pd: "Ci risiamo, solo annunci". Il Pd: "Ci risiamo, solo annunci"

Il governo vara il regolamento "per porre fine ai concorsi truccati". Introdotta l'abilitazione nazionale. "regole più stringenti per scongiurare accordi sottobanco". Nominati i membri dell'Agenzia di Valutazione

21/01/2011
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la Repubblica

di MANUEL MASSIMO

Nuove regole per il reclutamento dei docenti universitari e nomina - in via preliminare - dei componenti del Consiglio Direttivo dell'Anvur (l'Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca). Questi i primi due provvedimenti "operativi" licenziati dal Consiglio dei Ministri di stamattina, il primo "utile" dopo la pausa natalizia: "Per far sì che la Riforma venga messa a regime subito", sottolineano dal Miur. In particolare il decreto attuativo sul reclutamento dei docenti - considerato il più urgente - arriva ben prima del limite dei 90 giorni di tempo previsto e introduce un sistema del tutto nuovo per la scelta dei professori, sulla carta a prova di "trucco".

I nuovi concorsi. "Il regolamento pone fine ai concorsi truccati e introduce l'abilitazione nazionale secondo criteri meritocratici e di trasparenza, i principi cardine del ddl Gelmini che vuole così colpire baronie, privilegi e sprechi". L'annuncio del Miur, piuttosto enfatico, certifica che - al momento - un discreto numero di chi siede in cattedra forse non dovrebbe starci. E così questo nuovo decreto rappresenterebbe la panacea di tutti i mali, per liberare finalmente l'università dai problemi che la affliggono. Un ritornello già sentito in passato: si rischia di ricadere nella politica degli annunci e dei buoni propositi di inizio anno.

Critiche dal Pd. La deputata Manuela Ghizzoni, capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera,

non usa mezzi termini e ritiene che il ministro abbia quantomeno sovrastimato la portata di questo nuovo provvedimento: "Per il bene delle università servono meno annunci e maggior impegno per un confronto costruttivo. Ci auguriamo che questo accada nei due decreti ministeriali che dovranno completare il nuovo sistema di reclutamento, sempre ammesso che questo modo di legiferare a scatole cinesi non paralizzi tutto il sistema".

Abilitazione nazionale. La principale novità contenuta nel decreto riguarda l'abilitazione scientifica nazionale che diventerà la condizione indispensabile per poter accedere al ruolo di professore associato o ordinario "attribuita da una commissione nazionale sulla base di specifici parametri di qualità". Un primo step cui seguiranno le selezioni bandite dalle singole università: a queste prove potranno accedere solo gli abilitati. Per entrare a regime, però, il nuovo sistema di reclutamento dovrà attendere due nuovi decreti: un primo, che dimezzerà i settori concorsuali (portandoli da 370 a 190); e un secondo che specificherà - all'interno di ciascuna area disciplinare - i requisiti di qualificazione scientifica richiesti sia ai commissari che ai candidati per l'abilitazione.

Tempistica e commissioni. Le procedure di abilitazione dovranno rispettare un calendario piuttosto rigido: saranno bandite inderogabilmente ogni anno nel mese di ottobre e si concluderanno cinque mesi dopo (a marzo dell'anno successivo, ndr); l'abilitazione avrà una durata quadriennale. Dal Ministero sottolineano che le nuove commissioni di abilitazione nazionale saranno "autorevoli" e composte da "cinque studiosi di elevata qualificazione scientifica di cui, per la prima volta, uno straniero o italiano attivo all'estero". Con regole più stringenti per scongiurare accordi sottobanco e favori incrociati tra commissari: abolizione della loro elezione e sorteggio tra coloro che presentano un curriculum scientifico di qualità.

L'Anvur che verrà. L'Anvur, l'agenzia che andrà a sostituire il Civr e il Cnvsu assorbendone le funzioni, ha ricevuto proprio oggi l'imprimatur dal Consiglio dei Ministri che ha approvato in via preliminare la nomina dei componenti del Consiglio Direttivo: una rosa di sette commissari che verrà ufficializzata dal Capo dello Stato dopo aver ricevuto il gradimento delle commissioni parlamentari. Due le donne: la professoressa Fiorella Kostoris, economista della Sapienza di Roma e già membro del Civr; e la sociologa dell'educazione Luisa Ribolzi, ordinario presso l'università di Genova. Gli altri cinque nominati sono: l'esperto di Telecomunicazioni Sergio Benedetto, ordinario al Politecnico di Torino; l'economista Andrea Bonaccorsi, ordinario a Pisa; l'anatomopatologo veterinario Massimo Castagnaro, ordinario che insegna a Padova ed è membro del Consiglio Superiore di Sanità; il fisico nucleare Stefano Fantoni, già direttore della Sissa di Trieste; infine il genetista Giuseppe Novelli, professore ordinario e preside della facoltà di Medicina e Chirurgia presso l'Università di Roma "Tor Vergata".