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Riformista: Ritorna in campo l'unità dei sindacati

La richiesta non è solo che il governo batta un colpo, ma anche che si presenti al tavolo, su fisco e contratti, con una posizione avanzata e unitaria

06/12/2007
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Il Riformista

La richiesta non è solo che il governo batta un colpo, ma anche che si presenti al tavolo, su fisco e contratti, con una posizione avanzata e unitaria. Il segretario confederale della Cgil Paolo Nerozzi, in una conversazione col Riformista dopo l'ultimatum dato dai sindacati sulla "vertenza salari" difende l'azione comune di Cgil, Cisl e Uil e lancia un monito al governo: chiuda i contratti. Sui sindacati spiega: «Con la piattaforma su fisco e contratti riemerge l'azione unitaria dei sindacati confederali. Si tratta di un decisivo elemento di coesione sociale del paese. Il fatto importante è che negli ultimi anni questo tratto non è episodico ma si rafforza nel tempo. L'unità non significa "cislizzazione" come dice qualche detrattore alla Cremaschi. Le condizioni di vita dei lavoratori sono gravi e questa parte importante del paese non può essere delusa. E tutti e tre i sindacati confederali si stanno apprestando a fare una iniziativa di lotta».
Poi il monito al governo che entro gennaio deve affrontare il nodo dei contratti e della pressione fiscale sulle buste paga: «C'è un'emergenza salariale e attendiamo prime risposte nella Finanziaria sul fondo per il lavoro dipendente. Noi che rappresentiamo il mondo del lavoro, come ha dimostrato la vicenda del Protocollo, così come le recenti elezioni delle Rsu, abbiamo una piattaforma coerente e la portiamo avanti. L'intervista di Bertinotti non c'entra nulla. La cosa che mi stupisce è che di questione salariale parlano tutti e poi, anche se stanno al governo, non agiscono. Ma bisognerà iniziare. Ha ragione Bombassei che ha dichiarato: "Cominciate dai contratti pubblici". Ma io dico a Bombassei e al governo: ci sono anche i meccanici e il commercio». Poi Nerozzi fa un bilancio dell'azione del governo: «In questo anno e mezzo le iniziative soddisfacenti riguardano il Protocollo, le misure contro il lavoro nero e quelle a tutela della sicurezza dei luoghi di lavoro». E ancora: «Mi stupisco che i risultati che il governo ha ottenuto, come sul welfare, siano presentati quasi come sconfitte, mentre sono risultati positivi». Ma sul resto non usa mezzi termini: «Le risposte sul fisco e sulle questioni relative ai contratti sono del tutto insufficienti». Di qui un avvertimento alle forze politiche: «I partiti della maggioranza devono fare il loro mestiere incidendo nell'azione di governo. Evitando possibilmente ciò che accadde su pensioni e welfare quando il governo si presentò con una linea assai incerta e non condivisa da tutti. Questa volta il governo deve agire preventivamente. Se non arriveranno risposte andremo allo sciopero generale».
Ma anche a Confindustria il segretario confederale della Cgil manda un avviso neanche troppo velato: «Montezemolo si impegni a chiudere i contratti invece di dare dati inesatti come quelli sull'assenteismo nel pubblico impiego. Anche perché nei prossimi giorni, quando usciranno i dati veri, si vedrà che quelli di Confindustria sono taroccati. Voglio dire che noi siamo per una intesa, ma se le premesse sono numeri taroccati e contratti non rinnovati non è un buon inizio».
Per Nerozzi la fase di lotta, comunque, è già iniziata: «Così non va. Sono aperti ancora i contratti che riguardano le categorie più grandi e rappresentative del mondo del lavoro: i metalmeccanici, il pubblico impiego e il commercio. Stiamo parlando delle condizioni di milioni di lavoratori. Il sindacato sta promuovendo assemblee, attivi, mobilitazioni. E, ripeto, se qualcun altro non farà il suo mestiere sarà sciopero generale». Senza la firma dei nuovi contratti è anche difficile che i sindacati possano avviare il confronto sulla riforma del modello contrattuale come chiede Confindustria. Sostiene Nerozzi: «Certo che la riforma dei contratti è importante per tutelare i più deboli. Il mondo del lavoro è cambiato rispetto al '93, quando l'inflazione era alta. Ma prima vanno rinnovati i contratti scaduti».

06/12/2007