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Ripartire in sicurezza, senza dimenticare i più piccoli

di Emanuela Calza* *segretaria nazionale Flc-Cgil

05/05/2020
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ItaliaOggi

La pandemia ha cambiato abitudini e prospettive di interi settori della vita sociale ed economica del Paese, portando con sé gravi conseguenze in tutti gli ambiti di vita delle persone; l'isolamento sociale e la sospensione delle attività ha riguardato, più e prima di tutto, il sistema pubblico di istruzione, determinando vuoti relazionali e interruzione del percorso formativo di milioni di alunni.

In questo preoccupante scenario, di scuola si è parlato poco e, soprattutto, la scuola dei più piccoli, primaria e dell'infanzia, sembra completamente scomparsa dai radar della politica.

In poco tempo i bambini sono tornati a essere, nella percezione collettiva, un problema delle famiglie, di cui ci si occupa marginalmente, riconoscendoli tutt'al più come soggetti bisognosi di cura e protezione, non certo titolari di diritti inalienabili, tra cui il diritto alla formazione e all'istruzione.

Eppure per loro la sospensione dell'attività in presenza ha rappresentato uno stravolgimento di vita e di opportunità, lasciandoli senza i punti di riferimento rappresentati dalla frequenza scolastica, privi delle sicurezze delle routines quotidiane, proiettati in una realtà di divieti e di paure, di dolore e di lutti.

Le maestre e i maestri si sono trovati di fronte a uno dei compiti più difficili: mantenere vivo il contatto con gli alunni e dare continuità, per quanto possibile, al percorso formativo, nella difficoltà di costruire con loro un senso allo stare a casa, di motivarli a rispondere agli stimoli filtrati attraverso uno schermo, a partecipare ad attività che non hanno il riscontro, di per sé gratificante, del «fare con gli altri».

Un lavoro prezioso che non ha potuto colmare le lacune e superare le criticità della «distanza» e non ci deve far sottovalutare la necessità urgente di riattivare la scuola in presenza, per riallacciare le fila di un percorso interrotto e restituire alle bambine e ai bambini quanto loro sottratto in questi lunghi mesi di sospensione La ripartenza dovrà avvenire, quindi, al più presto, in condizioni di sicurezza e di qualità, avendo presenti le ferite psicologiche e le disuguaglianze approfondite dall'esperienza dell' olamento.

Precondizione per la riapertura delle scuole è avere indicazioni certe su comportamenti e dispositivi di protezione necessari e compatibili, consapevoli che le fasce di età a cui fanno riferimento le scuole dell'infanzia e primaria, dove corporeità e movimento, relazione e contatto interpersonale, sono elementi intrinseci ai processi di apprendimento, richiedono particolari attenzioni.

Solo dopo un'attenta valutazione di questi aspetti si potrà procedere alla proposta di modelli organizzativi, fondati su tempi distesi e spazi adeguati, da attuarsi con investimenti straordinari a tutti i livelli.

Occorre un piano di assunzioni per adeguare gli organici docenti e Ata alle nuove esigenze, implementare le figure di supporto quali gli assistenti per gli alunni disabili e i mediatori culturali, prevedere risorse aggiuntive per la sanificazione dei locali, degli arredi, delle suppellettili.

Servono investimenti in edilizia scolastica, a partire da una ricognizione dell'esistente, all'individuazione e dal recupero di spazi dismessi, alla costruzione di nuovi edifici per rendere applicabili le misure anticontagio, rendere fruibili in sicurezza tutti gli spazi, chiusi e aperti, compresi servizi igienici, mense ecc. progettare ambienti di apprendimento più belli e funzionali.

Sono risorse necessarie ora per organizzare e avviare la ripartenza, da utilizzare poi per sostenere e diffondere modelli organizzativi e didattici inclusivi, efficaci, capaci di colmare le disuguaglianze, offrire ai bambini e alle bambine una prospettiva concreta di successo formativo e fare del nostro Paese un modello di scuola e di democrazia in tutto il mondo.


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