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Scontro sulla scuola Il Pd attacca Azzolina "Rinviare il concorso"

Per il segretario di Flc Cgil Francesco Sinopoli, visto che le assunzioni decorreranno comunque dall'anno prossimo, «non ha senso operare con tanta fretta, se non per coprire i fallimenti di assunzioni e supplenze

29/09/2020
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La Stampa

franco giubilei

Il concorsone straordinario convocato dal ministero dell'Istruzione per il 22 ottobre, con 32 mila cattedre in ballo per oltre 64 mila precari, sta provocando una nuova crepa fra i partiti di maggioranza. Il Pd critica l'iniziativa con la responsabile scuola Camilla Sgambato, che chiede di rinviare la prova: «Farlo ora significa stressare le scuole, che verranno private di molti docenti, i quali andranno a sostenere le prove del concorso. Avremmo preferito farlo a ridosso delle vacanze di Natale». L'invito alla ministra perché torni sui suoi passi è esplicito: «Fino alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale ogni ripensamento è possibile, la decisione spetta al ministero». Ma Lucia Azzolina non arretra di un millimetro: «Il concorso si farà. Domani (oggi, ndr)usciranno le date sulla Gazzetta ufficiale».

I Cinque stelle fanno scudo intorno alla loro ministra: «Respingiamo al mittente la proposta di rinviare il concorso», dicono gli esponenti M5s in commissione Istruzione al Senato. I grillini insistono sul fatto che «un ulteriore rinvio sarebbe una presa in giro per gli oltre 60 mila candidati, senza contare il mezzo milione di candidati al concorso ordinario che verrebbe di conseguenza spostato in avanti». Ancora più esplicito il capogruppo del Movimento in commissione Cultura della Camera, Gianluca Vacca: «Chiedere il rinvio è un'assurdità. Chi lo fa, evidentemente trascura il problema della grave carenza di personale

docente». Il rischio contagio non viene ritenuto un motivo valido: per Vacca il ministero è in grado di garantire la sicurezza, tanto più che «il concorso si svolgerà su base regionale, dislocato in migliaia di aule, la salute di nessun candidato sarà messa a rischio».

Concetti che trovano sponda in Italia viva: «La scuola ha bisogno di insegnanti preparati e selezionati - dice il capogruppo in commissione Cultura alla Camera, Gabriele Toccafondi -. Più si rimandano i concorsi, più la certezza di di docenti stabilizzati si allontana». Ma mentre il deputato Pd Matteo Orfini mette in guardia sulla possibilità che i precari in quarantena debbano rinunciare alla chance, Francesco Verducci dei Dem parla dell'insensatezza di «convocare concorsi in piena pandemia» in un anno scolastico partito «tra innumerevoli difficoltà che andrebbe messo al riparo da ulteriori rischi». Il segretario della Lega Matteo Salvini si infila nella diatriba e confeziona la sua proposta: «Non fare nessun concorso in un periodo delicato come questo, con rischi per la salute e migliaia di cattedre ancora vuote, e stabilizzare i precari. Questa settimana chiediamo la calendarizzazione della mozione di sfiducia nei confronti del ministro Azzolina. Se il Pd è coerente, voti per mandarla a casa».

Neanche i sindacati sono teneri: la Cisl sottolinea il rischio che le cattedre occupate dai precari restino scoperte; per il segretario di Flc Cgil Francesco Sinopoli, visto che le assunzioni decorreranno comunque dall'anno prossimo, «non ha senso operare con tanta fretta, se non per coprire i fallimenti di assunzioni e supplenze». Dunque il governo «avvii subito la stabilizzazione dei precari e degli specializzati su sostegno con un concorso per titoli e prova orale». —