Scuola, 209 milioni alle Regioni per nidi e asili del sistema «zero-sei»
Ok dalla Conferenza unificata Stato-Regioni ai fondi per il nuovo sistema integrato: costruzione e manutenzioni delle strutture. E maestre laureate nella fascia 0-3 anni
Claudia Voltattorni
Duecentonove milioni di euro che le regioni dovranno destinare a servizi per potenziare nidi e scuole materne da 0 a 6 anni. Che significa la realizzazione di nuove strutture o il miglioramento e l’ampliamento di quelle esistenti ma anche «parte delle spese di gestione, con lo scopo di incrementare i servizi offerti alle famiglie nonché di ridurre i costi che devono sostenere». Con l’ok in Conferenza unificata Stato-Regioni parte così il Piano pluriennale di azione nazionale per la promozione del Sistema integrato di educazione e di istruzione per le bambine e per i bambini fino ai 6 anni, il cosiddetto «zero-sei» previsto dalla legge della Buona Scuola per un sistema integrato di istruzione che parte dalla nascita e arriva fino alla soglia della scuola primaria.
I fondi
Il Piano prevede l’assegnazione alle Regioni di 209 milioni di euro che vengono erogati dal Miur direttamente ai Comuni beneficiari, in forma singola o associata. Il Piano, di durata triennale, finanziera’ interventi in materia di edilizia scolastica, sia con nuove costruzioni che con azioni di ristrutturazione, restauro, riqualificazione, messa in sicurezza e risparmio energetico di stabili di proprietà delle amministrazioni locali. Per il 2017, il Fondo è ripartito tra le Regioni: per il 40% in proporzione alla popolazione di età 0-6 anni, in base ai dati Istat; per il 50% in proporzione alla percentuale di iscritti ai servizi educativi al 31 dicembre 2015; per il 10% in proporzione alla popolazione di età 3-6 anni, non iscritta alla scuola dell’infanzia statale, in modo da garantire un accesso maggiore. La Lombardia è la regione che avrà più fondi. La Molise e Val d’Aosta, otterranno di meno.
Le novità
Nel sistema integrato 0-6 viene prevista la qualifica universitaria come titolo di accesso per il personale, anche per i servizi da 0 a 3 anni, «nell’ottica di garantire una sempre maggiore qualità del sistema», spiega il Miur. Inoltre, per la prima volta sarà istituita una soglia massima per la contribuzione da parte delle famiglie. È prevista una specifica governance del Sistema integrato di educazione e di istruzione: il Miur avrà un ruolo di coordinamento, indirizzo e promozione, in sintonia con le Regioni e gli Enti locali, sulla base del Piano di Azione Nazionale che sarà adottato dal Governo.
«Superiamo disuguaglianze e barriere territoriali»
«Con questo Piano - dice la ministra Valeria Fedeli - stiamo garantendo alle bambine e ai bambini pari opportunità di educazione, istruzione, cura, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche e culturali. Grazie alla legge 107 i servizi per l’infanzia escono dalla dimensione assistenziale ed entrano a pieno titolo nella sfera educativa. L’obiettivo è lavorare in sinergia con tutte le istituzioni coinvolte per offrire alle famiglie strutture e servizi ispirati a standard uniformi su tutto il territorio nazionale». Esulta Francesca Puglisi, senatrice Pd, anima del progetto «zero-sei» e prima firmataria del ddl sul sistema integrato: «È una vittoria per una battaglia fatta dal Pd. Le risorse sosterranno la gestione di nidi, sezioni primavera e scuole dell’infanzia, compensando soprattutto quei territori in cui c’è poca scuola dell’infanzia statale. Perché asili nido e scuole dell’infanzia sono lo strumento migliore per battere la povertà educativa di bambine e bambini e recuperare gli svantaggi di partenza».