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Scuola, caccia ai risparmi. Nel mirino le ditte esterne. E i prof denunciano: la“banca delle ore” è un bluff

12/09/2014
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La Stampa

Prima lunga riunione al Miur sui tagli ieri sera. La spesa nei ministeri deve alleggerirsi, il 3% è la cifra indicata. Il premier Matteo Renzi ha chiesto di inviare per iscritto nei prossimi giorni quali margini di risparmio i vari ministeri possono ottenere.

 Conti alla mano, la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini, il capo di gabinetto Alessandro Fusacchia e alcuni tecnici del Miur stanno tentando di capire dove intervenire.

Le ipotesi sono molte ma ancora si preferisce non mettere nulla nero su bianco approfittando dei giorni concessi da Renzi per inviare la propria proposta di tagli.

 Il capitolo di spesa su cui si sa di avere maggiore margine è di sicuro la rinegoziazione di acquisti e contratti con le ditte. Da questo ridimensionamento si può ottenere l’1% di risparmi.

Nel frattempo gli insegnanti stanno iniziando a denunciare il bluff nascosto dietro il meccanismo della «banca delle ore» contenuto nelle linee guida predisposte dal governo Renzi. Le misure dovranno essere sottoposte a consultazione e non si trasformeranno in misure concrete prima dell’inizio del prossimo anno e ora i professori sono sul piede di guerra per evitare che proprio la «banca delle ore» assuma una veste definitiva.

Si tratta di un meccanismo che riguarderà ogni singolo docente. Si è detto, infatti, che verranno assunti 150mila precari, una cifra superiore rispetto alle necessità di organico in modo da permettere a ciascuna scuola di avere un numero di professori sufficiente non solo a svolgere le lezioni ma anche le supplenze brevi, quelle di pochi giorni e improvvise.

L’obiettivo è di riuscire a cancellarle grazie alla «banca delle ore». Ogni docente, infatti, potrà essere chiamato in qualsiasi momento a coprire i buchi che si sono creati all’interno dell’istituto. In questo modo - è scritto nel testo - il docente «guadagna delle ore» che saranno inserite in una «banca».

 I dettagli sono ancora da precisare ma è molto chiaro che non ci sarà alcuna retribuzione nei confronti di quello che finora era un servizio già prestato dai prof ma veniva considerato uno straordinario e, quindi, pagato.

In questo modo, invece, gli insegnanti si trasformerebbero in lavoratori senza più un orario certo, saprebbero quando entrano a scuola se hanno lezione dalla prima ora, ma non quando ne escono.

«Siamo fortemente contrari - conferma Mimmo Pantaleo. Si tratta di uno degli argomenti delle linee guida affrontati in maniera a dir poco discutibile. Chiediamo piuttosto una vera stabilizzazione dei precari, lo svuotamento delle graduatorie e di evitare un appesantimento dell’orario dei docenti».

«E’ una proposta insensata - conferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti - non solo per l’assenza di una remunerazione ma anche perché non può funzionare. Nella scuola secondaria un professore di filosofia non potrà mai sostituire uno di matematica o di chimica. È un meccanismo troppo semplicistico».