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SCUOLA/ DA SETTEMBRE 55.000 IN PENSIONE: + 40%

Boom domande dovuto anche al timore della riforma pensionistica

11/07/2007
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Boom domande dovuto anche al timore della riforma pensionistica

Roma, 10 lug. (Apcom) - Nel boom di domande volontarie di pensionamento del personale scolastico ha inciso non poco la 'spada di Damocle' della riforma pensionistica su cui si sta trattando proprio in questi giorni. Secondo Massimo Di Menna, segretario della Uil Scuola "i tanti e contraddittori messaggi, tutti poco rassicuranti, di 'mettere di nuovo mano al sistema pensionistico ha creato allarmi e incertezza; paradossalmente, in tal modo, il governo ha contribuito all'esodo anziché alla incentivazione a restare al lavoro".

Non è un caso, infatti, continua Di Menna, che "il comportamento delle persone, quando il quadro di riferimento è stabile e certo è virtuoso e colloca l'Italia, per età di pensionamento, a livelli europei".

Una certa influenza l'avrebbe infatti avuta il pericolo dell'applicazione dello 'scalone' Maroni (con l'elevazione per tutti a 60 anni o 40 di contributi a partire dal 2008): il personale della scuola, infatti, è obbligato a produrre la domanda con estremo anticipo, entro il 10 gennaio di ogni anno.

"Nella scuola - spiega Enrico Panini, leader dalla Flc-Cgil - esiste una sola possibilità di uscita: il 31 agosto di ogni anno scolastico e le domande di pensionamento dovevano essere presentate entro il 10 di gennaio".

Di conseguenza "non ci sono stari i tempi - continua il sindacalista della Flc-Cgil - per stare a vedere cosa sarebbe successo e poi decidere cosa fare. Migliaia di persone si sono trovate a dover decidere con sei mesi di anticipo, pena dover aspettare fino al settembre 2008 per poter andare in pensione. Insomma, date più flessibili avrebbero consentito scelte con più elementi a disposizione".

La voglia di andarsene è poi di tipo trasversale: le domande volontarie primeggiano, infatti, sia tra gli insegnanti della scuola dell'infanzia (comunque in netta prevalenza assieme a quelli delle elementari) che tra quelli della scuola secondaria superiore.

Il dato dei 55 mila pensionamenti non è lontano, inoltre, dalle 60.000 immissioni in ruolo (50.000 docenti e 10.000 Ata) che entro il 31 luglio gli Uffici scolastici provinciali sono chiamati a rendere esecutive: un 'operazione, quella delle assunzioni, che avrà più il sapore più del turn over che quella dell'abbattimento del precariato.