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Scuola, docenti senza aumenti: gli scatti fra due anni

La denuncia della Flc-Cgil, Pantaleo: «Per passare alla fascia superiore dovranno attendere otto anni»

25/01/2011
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Il Piccolo

di MONICA VIVIANI


ROMA Slittano di due anni gli scatti di stipendio per 400mila dipendenti della scuola. E’ l’amara sorpresa che si sono ritrovati in busta paga migliaia tra insegnanti, bidelli e personale di segreteria. Con il cedolino del mese di gennaio «i lavoratori della scuola si sono visti spostare in avanti di due anni il passaggio alla fascia stipendiale superiore». A denunciarlo è Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil. In sostanza per passare alla fascia superiore dovranno attendere otto anni e non più sei come previsto e «ad esempio - spiega – chi avrebbe dovuto avere lo scatto a gennaio del 2013 adesso si vede allontanare questo momento al gennaio 2015. C’era da aspettarselo, dal momento che il decreto interministeriale firmato dai ministri Tremonti e Gelmini ha ripristinato soltanto la validità dell’anno 2010». L’unica certezza è quindi «che il 2010 è valido» e che «sono salvi gli scatti di anzianità di coloro che li maturano in corso d’anno e a gennaio 2011».
Resta, invece, l’incertezza per gli anni successivi per i quali «bisognerà aspettare - conclude – la certificazione delle economie degli esercizi finanziari 2011 e 2012». Dal canto suo Pantaleo assicura che la «Flc farà tutto il possibile affinchè diventino validi anche gli anni 2011 e 2012, evitando ulteriori iniquità a danno dei lavoratori della scuola».
Anche il Pd parla di «ennesimo amaro regalino: la cancellazione di tre anni di servizio, un buco nella carriera degli insegnanti che non sarà più recuperato, a prescindere dal pagamento degli scatti stipendiali del 2010-2011-2012». La denuncia è di Francesca Puglisi, responsabile Scuola della segreteria Pd: «Stiamo parlando di una perdita secca, in media, di 18mila euro per ciascun lavoratore della scuola - sottolinea – e siamo di fronte a un vero e proprio accanimento terapeutico, visto che a questo settore era già stato riservato l’86% dei tagli complessivi dei dipendenti dello Stato». L’Anief (Associazione professionale e sindacale di docenti e Ata) poi ha deciso di ricorrere «in ogni corte territoriale per riaffermare il diritto al lavoro e a una giusta retribuzione» perché «per la prima volta, si è deciso in Parlamento che una categoria di lavoratori dovrà lavorare per tre anni senza poter veder riconosciuto il merito del lavoro svolto, l’adeguamento dello stipendio all’aumento del costo della vita, il riconoscimento del lavoro per la pensione».
Opposta la posizione di Francesco Scrima (Cisl), Massimo Di Menna (Uil) e Marco Paolo Nigi (Snals) che difendono «la soluzione conseguita da Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda per il recupero degli scatti». Insomma, sostengono, «proprio nel momento in cui quell’accordo sta producendo i suoi effetti, con l’avvenuto pagamento degli scatti nelle buste di gennaio; proprio nel momento in cui si rende evidente che il primo dei tre anni di blocco è stato recuperato, si registra l’uscita intempestiva del responsabile scuola del Pd».