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SCUOLA/DOMANI IL SENATO VOTA LA RIFORMA DELLA MATURITA'

Tra le novità commissioni miste e migliori rapporti con l'università

06/11/2006
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Roma, 06 nov. (Apcom) - Verrà esaminato domani mattina al Senato, a partire dalle ore 11, il ddl di riforma che prevede maggior rigore per lo svolgimento degli esami di maturità. Il disegno approda in aula dopo alcune modifiche approvate dalla commissione Istruzione del Senato ed è probabile che l'approvazione giunga già domani o al più tardi mercoledì: per l'approvazione definitiva bisognerà però aspettare almeno un mese.

Tra le novità più rilevanti del ddl c'è il ritorno alle commissioni miste (metà membri interni e metà esterni, un presidente ogni due classi), l'obbligo per gli studenti di saldare tutti i debiti formativi, uno maggiore scambio di professori tra scuole superiori e università per meglio collegare i due livelli d'istruzione: quest'ultimo punto prevede un migliore orientamento degli studenti delle scuole medie superiori per le loro scelte universitarie attraverso la reciproca presenza di docenti delle scuole medie superiori da un lato e di professori universitari dall'altro.

Sindacati e maggioranza parlamentare non nascondono la loro soddisfazione per il ddl che rende più rigorosa la maturità. Il testo contiene però una disposizione moltocriticata dalla sinistra radicale: quella che dà la possibilità agli studenti privatisti di continuare a sostenere la maturità, oltre che in una scuola statale, anche in un istituto superiore paritario. Su questo punto Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani avevano anche presentato alcuni emendamenti che però all'ultimo momento sono stati ritirati anche per evitare problemi interni alla maggioranza di Governo.

Sullo stesso punto ha espresso non poche perplessità anche Enrico Panini,segretario della Flc-Cgil che sino all'ultimo ha sperato in una sua modifica: non risulta però, ad oggi, che la commissione abbia approvato emendamenti in questa direzione,. Commenti favorevoli arrivano invece da Massimo Di Menna (leadere della Uil Scuola) che però ricorda: "bisogna fare attenzione ai tempi perché insegnanti e studenti devono sapere, entro dicembre, come sarà il nuovo esame di maturità".

In ogni il ddl rappresenta un tentativo di introdurre uno sbarramento alle tante "scorciatoie" intraprese dai candidati per portare a casa il titolo di studio: negli ultimi due anni il numero di promossi è infatti lievitato al 97% dei candidati (nel 1999 veniva promosso il 91,7%). Un incremento che entra in contraddizione con le competenze dei diplomati italiani sempre più basse.

E' un dato di fatto, inoltre, che nell'ultimo quadriennio la presenza di privatisti nelle scuole paritarie sia improvvisamente lievitata raggiungendo, in alcune province, un incremento pari a qualcosa come il 600% rispetto agli anni Novanta. Accanto a questi dati, non bisogna poi dimenticare i periodici scandali emersi all'interno di scuole paritarie ignare (volutamente secondo i sindacati della scuola) delle leggi in materia.

La vera novità inserita nel Ddl per combattere il malcostume dei diplomifici è allora nella riproposizione dei docenti esterni: questo storico nucleo di insegnanti super partes tornerà ad essere considerato il vero punto di forza e serietà dell'esame conclusivo del quinquennio. I docenti esterni, sommati al Presidente, tornano ad essere infatti in maggioranza rispetto agli interni (quattro contro tre a commissione): nelle intenzioni del nuovo ciclo imposto da Fioroni saranno loro a garantire sulla effettiva qualità dei maturandi e soprattutto sulla rispondenza della valutazione con la reale preparazione raggiunta sottoforma di conoscenze, competenze e capacità.

"Le nuove norme dell'esame permettono finalmente alla maturità di tornare ad essere uno dei pochi riti di passaggio rimasti in una società che perde la memoria", ha commentato il senatore dell'Ulivo Andrea Ranieri, responsabile nazionale Ds per il sapere e l'innovazione. "Con questa riforma degli esami di maturità - continua Ranieri - si ridà serietà e valore all'esame di Stato e alla scuola pubblica Si risponde anche ad un'esigenza sociale, sentita non solo dai professori, dalle imprese e dall'università, ma anche dagli stessi ragazzi".

Dello stesso avviso Vittoria Franco, dell'Ulivo, che è anche presidente della stessa commissione Istruzione: "non si tratta di un giro di vite contro gli studenti, ma del tutto a loro favore: dal momento che l'esame di maturità è sempre stato, come dice il nome stesso, la prima prova dell'età adulta, un momento per mettere a frutto le proprie competenze e prepararsi al futuro".

L'idea del ritorno al rigore, seppure con gradualità, non dispiace nemmeno all'opposizione politica: in Parlamento parte dell'opposizione, in particolare An, ha già detto che di apprezzare diversi passi del disegno di legge: una risposta che la dice lunga sui consensi che ha riscosso.

Critiche, invece, provengono dall'Apef, l'Associazione Professionale Europea Formazione, secondo cui "già nel 2001 si era raggiunta l'elevata percentuale del 98% di promossi". Per l'associazione europea il nuovo sistema scolastico, più che su una maturità rinnovata, avrebbe quindi dovuto poggiare "su una sedimentata cultura della valutazione che è la seconda gamba della autonomia e che dovrebbe essere al più presto affidata ad un istituto nazionale di valutazione terzo rispetto all'amministrazione, come avviene in gran parte dei paesi della Ue".