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Scuola, esami di stato e protocolli di sicurezza: le proposte del sindacato per il ritorno in classe

I sindacati avevano chiesto al governo di rivedere la decisione di un ritorno in presenza a scuola al 100%. La bozza del nuovo decreto Covid prevede per gli istituti un margine flessibile dal 60% al 100%. Per il segretario generale della Flc Cgil Francesco Sinopoli, contattato da Fanpage.it, c’è ancora molto da fare: “Se l’intenzione era quella di riaprire le scuole il governo non avrebbe dovuto sospendere le vaccinazioni”.

21/04/2021
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Fanpage.it

Annalisa Cangemi

Dal 26 aprile, secondo la bozza del decreto che dovrebbe essere approvato nelle prossime ore, è previsto il ritorno della scuola in presenza anche per i ragazzi delle superiori. Fino alla fine dell'anno scolastico la didattica in presenza sarà assicurata sull'intero territorio nazionale per la scuola dell'infanzia, della per la primaria e per la scuola secondaria di primo grado.

Nel testo viene poi specificato che per la scuola secondaria di secondo grado dovrà essere garantita nelle zone rosse l'attività didattica in presenza ad almeno il 50%, e fino a un massimo del 75%, degli studenti. Mentre in zona gialla e arancione la didattica in presenza della scuola secondaria di secondo grado dovrà riguardare almeno il 60%, e fino al 100%, degli alunni. "La restante parte della popolazione studentesca – si legge nella bozza – delle predette istituzioni scolastiche si avvale della didattica a distanza".

"Si apprende che al tavolo con le regioni il Ministro Bianchi ha riferito di un margine flessibile dal 60% al 100% per la ripresa delle attività didattiche in presenza. A margine dell'incontro al Ministero dell'Istruzione del 19 aprile scorso, avevamo rappresentato all'amministrazione tutte le concrete difficoltà di un rientro al 100%", ha commentato in una nota della Flc Cgil Scuola.

Si considera dunque "opportuna" la decisione del governo di rivalutare la scelta per la ripresa graduale delle attività scolastiche in presenza, richiesta che era stata avanzata due giorni fa all'incontro tra sindacati della scuola e ministero. La Flc Cgil ritiene però che non sia stato ancora fatto tutto quello che consentirebbe una ripartenza per tutti in piena sicurezza. Il rischio è quello di riaprire nelle medesime condizioni che si erano verificate a settembre. Ma sopratutto, dicono i rappresentanti sindacali, il problema è rappresentato dallo stop alle vaccinazioni per il personale scolastico: solo il 2% ha completato il ciclo vaccinale, mentre il 76,8% del personale della della scuola si è già sottoposto alla prima dose.

In vista dell'approvazione del nuovo decreto Covid, Flc Cgil Scuola spiega che nei prossimi giorni di dovrà lavorare su diversi fronti: aggiornare i protocolli di sicurezza, che sono fermi all'estate del 2020; attivare un'efficace azione di tracciamento, effettuando tamponi in via prioritaria per la scuola; potenziare i trasporti; consentire che le scuole, dentro un quadro di regole fissato a livello nazionale, possano auto organizzarsi, in particolare sulle presenze di alunni in classe, sugli orari di ingresso e d'uscita e durata delle lezioni; introdurre l'obbligo di utilizzo della mascherina FFP2, laddove i bambini sono i 6 anni sono autorizzati a non indossare la mascherina; infine riprendere e portare a termine la vaccinazione del personale scolastico, una volta completata l'immunizzazione delle categorie considerate a più a rischio.

"Se l'intenzione era quella di riaprire le scuole il governo non avrebbe dovuto sospendere le vaccinazioni. È un controsenso", ha detto Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil, contattato da Fanpage.it.

"Noi ci aspettiamo che si proceda con l'aggiornamento dei protocolli, è assolutamente necessario, ma è ovvio che non si potrà fare un lavoro di questo tipo in pochi giorni. Per esempio di dovrebbe ridiscutere la questione del distanziamento di un metro. Si sarebbe dovuto fare a gennaio, perché si era già capito che le varianti colpiscono maggiormente bambini e adolescenti. Non credo che l'emergenza sia finita, non lo pensano nemmeno gli scienziati, servono quindi misure per i prossimi mesi".

"Ci saremmo aspettati dal ministero una certezza in più sul rafforzamento del sistema di tracciamento, soprattutto per gli studenti del secondo grado più esposti ai contagi sui trasporti e nella socialità esterna alla scuola, alla luce anche delle riaperture di bar e ristoranti. Io avevo accolto favorevolmente la proposta di effettuare tamponi a tappeto. Poi è stato detto che non sarebbe una misura realizzabile, per mancanza di risorse economiche. Ci saremmo aspettati quantomeno che si procedesse con un campionamento, per avere dei dati certi. La questione dei test salivari poi era stata già sollevata la scorsa estate, nel mese di luglio, e siamo ancora senza risposte dal ministero della Salute. Non basta fare annunci".
Le proposte per aggiornare il protocollo degli esami

C'è poi la questione urgente dell'aggiornamento del protocollo degli esami di stato, che a Flc Cgil Scuola ha contribuito a redigere l'anno scorso. Un primo tavolo era stato già convocato alcune settimane fa, poi la seconda convocazione venerdì scorso è saltata. Rivedere le misure è necessario anche perché quest'anno, a differenza dell'anno scorso, ci sarà l'esame in presenza anche per la secondaria di primo grado.

Secondo Flc Cgil Scuola occorre ridefinire le modalità con cui i candidati potranno accedere alle scuole e le modalità di svolgimento dell'esame. Bisogna tenere conto anche del fatto che il personale della scuola nel periodo degli esami dovrà effettuare i richiami del vaccino. Dall'inizio di febbraio sono partite le vaccinazioni per il personale della scuola con il siero AstraZeneca – in quella fase il vaccino di Oxford era indicato solo per gli under 55 – e come è noto bisogna aspettare 90 giorni per la seconda dose. La riapertura della scuola coinciderà quindi con il periodo della somministrazione della seconda dose, che inizierà a maggio, e proseguirà anche a giugno e luglio.

Per questo il ministero potrebbe valutare un anticipo del richiamo per coloro che saranno impegnati negli esami. Una soluzione potrebbe essere prevedere una commissione in forma mista, un pò in presenza un pò a distanza, con la possibilità di una sostituzione veloce del personale in caso di assenza per malattia, per i possibili effetti collaterali del vaccino.

"L'anno scorso gli esami si sono svolti dopo il lockdown. Quest'anno gli esami si faranno all'interno di strutture già aperte, saranno un momento della vita delle scuole. Per questo chiediamo di integrare i protocolli, dopo una revisione completa", ha detto a Fanpage.it Alessandro Rapezzi della della segreteria nazionale Flc Cgil.

I protocolli a cui fa riferimento Rapezzi sono il Protocollo d'intesa tra ministero e sindacati sugli esami di maturità firmato il 19 maggio 2020, con l’obiettivo di garantire la sicurezza agli studenti, alle commissioni d’esame e al personale ATA durante lo svolgimento degli esami di stato del secondo ciclo; il Protocollo d’Intesa nazionale sulla sicurezza, per la ripartenza dell'anno scolastico, firmato il  6 agosto 2020; e il Protocollo d’intesa per garantire la ripresa delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia, che integra il precedente.