Scuola, i sindacati bocciano il piano di rientro: “Il Cts deve chiarire su spazi e distanziamento. Le scelte dell’ultimo mese sono azzardate”
L'anno scorso ci eravamo confrontati col Cts che aveva prodotto un testo più chiaro - sostiene il segretario Filc Cgil Francesco Sinopoli - Ma le scelte fatte nell’ultimo mese sono state azzardate. Si è scommesso sulla possibilità di riaprire puntando al risparmio". E ancora non si sa nulla riguardo l’uso dei mezzi pubblici, sugli scaglionamenti e sull’eventuale obbligo vaccinale per i 220mila docenti che non hanno avuto alcuna dose
Alex Corlazzoli
"Il Comitato tecnico scientifico deve al più presto chiarire alcuni nodi per ripartire in presenza, a partire dalla questione del distanziamento. La nota firmata dal capo dipartimento del ministero dell’Istruzione Stefano Versari non basta per dare indicazioni chiare ai presidi e ai docenti”. A bocciare il modello di avvio del nuovo anno scolastico presentato dal ministero dell’Istruzione, sulla base del verbale del Comitato presieduto da Franco Locatelli, sono le organizzazioni sindacali che ieri pomeriggio hanno incontrato il capo dipartimento Jacopo Greco per dare avvio al percorso che porterà alla firma del nuovo protocollo di sicurezza.
A viale Trastevere hanno reso ufficiale il verbale del 12 luglio scorso del Cts. Le questioni principali prese in considerazione riguardano innanzitutto il distanziamento. A tal proposito, il Comitato raccomanda, “laddove possibile in termini di condizioni strutturali logistiche esistenti nei presìdi scolastici, pagando attenzione a evitare di penalizzare la didattica in presenza, di mantenere il distanziamento interpersonale in posizione seduta. Il distanziamento, quindi, continua a costituire misura prioritaria di sicurezza. L’impossibilità di mantenere i necessari distanziamenti nelle aule non determinerà però l’automatica interruzione della didattica in presenza quanto, piuttosto, esigerà l’adozione delle altre misure, ormai ben note, di prevenzione del contagio. Ivi incluso l’obbligo di indossare mascherine chirurgiche nei locali chiusi”.
Gli scienziati inoltre insistono per la mascherina agli operatori delle mense, la limitazione della presenza di personale esterno e ingressi e uscite ordinati. “Il compito che spetta a ciascuno di noi – spiega il capo dipartimento Stefano Versari – è quello di cucire per ogni scuola un abito su misura e, dentro ogni scuola, un abito su misura per ciascun allievo”.
Parole che non sono piaciute alle organizzazioni sindacali che puntano il dito contro il Cts e il governo: “Lo scorso anno avevamo avuto la possibilità di interloquire con il Comitato tecnico scientifico – spiega il segretario della Flc Cgil Francesco Sinopoli – che aveva prodotto un testo più chiaro di quello che abbiamo in mano. Le scelte fatte nell’ultimo mese sono state azzardate. Si è scommesso sulla possibilità di riaprire puntando al risparmio. Nessuno può dire con certezza che si potrà fare a meno del distanziamento, anzi vogliamo capire come si realizzerà”. Sinopoli non le manda a dire a Versari: “La circolare, che avrebbe dovuto acquisire anche le argomentazioni delle organizzazioni rappresentative dei lavoratori della scuola, risulta intempestiva e inutile nelle indicazioni fornite”. Per segretario generale è indispensabile che ai tavoli prefettizi sul tema dei traporti vi siedano anche i sindacalisti.
Gli interrogativi dei Confederali sono numerosi e finora non hanno trovato risposta: siamo ormai alla fine di luglio e ancora non si sa nulla riguardo l’uso dei mezzi pubblici che portano gli studenti in classe, non ci sono indicazioni sull’uso degli scaglionamenti, non si capisce ancora la posizione del Governo sull’eventuale obbligo vaccinale per i 220mila docenti che non hanno avuto alcuna dose. A chiedere al Cts di rispondere al sindacato è anche Paola Serafin della Cisl Scuola: “Sulla questione distanziamento non possiamo pensare che i bambini stiano ancora con le mascherine per ore per supplire alla carenza di spazi che impediscono il distanziamento. Serve che il Comitato dica qualcosa in merito anche ai trasporti e alle situazioni di fragilità”.
Duro anche Pino Turi, numero uno della Uil Scola: “È il momento della responsabilità. Di tutti e di ciascuno. Il vaccino da solo non è sufficiente a risolvere problemi di struttura che da tempo ci stiamo sforzando di denunciare con proposte che risolvano il problema, quantomeno nel definire i presupposti di tracciamento, salubrità degli ambienti e personale stabile in servizio dal primo settembre”.
I più preoccupati sono proprio i presidi che si ritrovano di nuovo a fine luglio a non sapere cosa dovranno fare i primi di settembre. Il presidente dell’Associazione nazionale presidi resta perplesso di fronte alla nota di Versari: “Ci sono margini di incertezza su alcuni punti nodali quali lo svolgimento delle attività in presenza, il distanziamento e l’uso dei dispositivi di protezione individuale. Peraltro, non si esprime sulle attività extrascolastiche. Le indicazioni del Cts demandano all’esecutivo decisioni di adeguato spessore per impedire che, per il terzo anno scolastico, i nostri alunni subiscano gli effetti negativi dell’emergenza. Secondo il Comitato, la scuola in presenza è possibile e auspicabile. Spetta adesso al Governo la mossa decisiva: confido nel Presidente Draghi”. Martedì 27 luglio i sindacati torneranno ad incontrare Greco in attesa di avere un incontro con il Cts.