Scuola: il ministro Giannini rifiuta un confronto vero
I sindacati rilanciato le mobilitazioni.
di Elisa Spadaro
Era stato già rimandato una volta l’incontro che si è svolto ieri al Ministero dell’Istruzione tra il ministro Giannini e i sindacati della scuola. Forse la speranza era quella che al ministro servisse qualche giorno in più per rispondere in modo soddisfacente alle richieste dei sindacati. Ma non è andata così.
Il nodo della questione, l’intricata matassa causata dalla legge di Stabilità in merito alle supplenze brevi del personale amministrativo tecnico e ausiliario. All’ordine del giorno tante importanti questioni: il piano delle immissioni in ruolo, il contratto, la dirigenza scolastica.
Ed è proprio con queste richieste, “rinnovare subito i contratti e consentire la chiamata dei supplenti e le immissioni in ruolo degli ATA e dei docenti dell’infanzia”, che ha esordito nel suo intervento il segretario generale della FLC CGIL Domenico Pantaleo.
“Perché – ha proseguito Pantaleo – se il Ministero vuole evitare il collasso delle scuole deve intervenire immediatamente per superare tutti quegli aspetti di ingestibilità del servizio che causerà questa assurda legge”.
Il divieto di nominare il supplente per il primo giorno di assenza del docente e per i primi sette giorni del collaboratore scolastico mette infatti a rischio l’offerta formativa, la regolare erogazione del servizio e l’incolumità degli alunni, specie nella scuola dell’infanzia e nella primaria. Il divieto, poi, di sostituzione degli assistenti tecnici assenti e degli assistenti amministrativi, se non quando siano presenti in servizio due unità di personale, rischia di avere pesantissime ripercussioni sull’attività delle scuole, paralizzandone l’operatività. Per non parlare dell’assurdità del piano delle immissioni in ruolo che, al termine dell’ultima fase, rischia di lasciare a casa migliaia di precari che hanno tutte le carte in regola per insegnare. Non è certo così che si fa la buona scuola.
Nonostante questo la risposta del ministro non è stata quella che i sindacati speravano di avere: le loro istanze avanzate al tavolo di confronto sono rimaste ancora una volta inevase e inascoltate. Neanche in sede di replica il ministro ha dato risposta alle numerose richieste. L’evidenza è che il governo non voglia aprire un vero confronto di merito con le parti sociali per cambiare la legge 107, ma continuare con incontri di facciata.
Ma il sindacato non ci sta. “Non subiremo passivamente misure che danneggiano il lavoro e la didattica”, ha dichiarato Domenico Pantaleo, “la mobilitazione, decisa unitariamente insieme agli altri sindacati, si intensificherà e andrà avanti per cambiare una legge profondamente sbagliata”.
La prima manifestazione è prevista per il 22 ottobre davanti al Ministero dell’Istruzione.