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Scuola, il rientro sarà graduale «Le superiori in classe al 60%»

La retromarcia sulla didattica in presenza per tutti «Ma vanno privilegiati i maturandi». Regioni soddisfatte

21/04/2021
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Corriere della sera

G.Fre.

Roma «Il confronto con le Regioni e gli enti locali è stato positivo. L’obiettivo del governo è il ritorno a scuola di tutti i ragazzi di ogni ordine e grado. Lo faremo gradualmente in modo progressivo e sicuro». Con queste parole la ministra Mariastella Gelmini sigla la tregua con il mondo della scuola, dai presidi ai sindacati, e con le autonomie locali alle prese con un sistema dei trasporti che non può garantire — alle regole attuali — la mobilità per tutti gli studenti.

Da lunedì dunque i ragazzi e le ragazze delle superiori torneranno in classe al 60 per cento invece che al 50 nelle regioni gialle e arancioni — che sono la stragrande maggioranza — e al 50 per cento nelle regioni rosse. Le scuole o i Comuni dove la mobilità e le aule lo permettono potranno anche accogliere più classi sapendo che «l’obiettivo del governo — ha spiegato Gelmini nella riunione con Regioni, Upi e Anci — è quello di partire il 26 al 60 per cento ma di attestarci più vicini al 100 che al 60». Con un occhio di riguardo per gli studenti che dovranno sostenere la Maturità: dal ministero dell’Istruzione infatti indicano le quinte superiori come le classi a cui dare priorità per la presenza in classe. I bambini di nidi, materne, elementari e i ragazzi delle medie invece saranno tutti a scuola.

Dopo giorni di tensione e una giornata di incontri e mediazioni, il governo fa retromarcia sul rientro al 100 per cento e sceglie la via della gradualità per limitare i rischi di nuovi picchi di contagi. Soddisfatte le Regioni. «Far tornare tutti gli studenti sarebbe stata una soluzione tecnicamente impraticabile», ha detto nella riunione il presidente Massimiliano Fedriga. «È indispensabile graduare questo rientro per evitare una precipitosa retromarcia», ha spiegato il presidente dell’Anpi, Antonio Decaro. Soddisfatti anche i presidi che con il capo del sindacato Anp definiscono quella della gradualità «una soluzione di buon senso». Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che ieri ha incontrato anche i prefetti assieme alla ministra dell’Interno Lamorgese, insiste perché «l’obiettivo da realizzare quanto prima è quello di riportare tutti in presenza al 100%» ma sa benissimo che si potrebbe dover aspettare fino a settembre, visto che manca un mese e mezzo alla fine della scuola: «Bisogna lavorare anche — ha detto — in vista di settembre, dobbiamo arrivare preparati». Ora toccherà ai tavoli dei prefetti, istituiti dalla ministra Azzolina lo scorso dicembre, riunirsi per stabilire quote e regole per i trasporti da applicare da lunedì, provincia per provincia.

Intanto anche l’Università si prepara a tornare in presenza al 100 per cento. Un obiettivo da perseguire «prioritariamente» secondo la bozza del nuovo decreto, ma che realisticamente si realizzerà solo in autunno, anche perché le lezioni negli Atenei terminano per lo più nel mese di maggio. «La presenza, lo scambio e il confronto tra studenti, ricercatori e professori — ha detto la ministra Maria Cristina Messa — sono caratteristiche imprescindibili della formazione universitaria».