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Scuola in Dad, meno aiuti Per il bonus baby sitter tagliati soldi e beneficiari

Le famiglie e il lockdown

14/03/2021
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Il Messaggero

Tutti in Dad, ma arrivano i rinforzi, cioè i sostegni. Anzi, no, alcuni sostegni non sono per tutti. Sembrava davvero che il ritorno amaro della didattica a distanza per 9 studenti italiani su 10 (oltre 7,6 milioni su 8,3 milioni) sarebbe stato accompagnato da un po' di sollievo per altrettante famiglie lavoratrici costrette a riorganizzare la giornata ma anche a farsi certi conti in tasca. In effetti per molte di queste famiglie un sostegno arriverà dopo il via libera del Cdm all'ultimo decreto Covid. E ci sarà lo smart-working per tutti quelli che hanno figli minori di 16 anni in Dad per la chiusura delle scuole. In alternativa, per chi proprio non può accedere al lavoro agile (solo per fare un esempio i dipendenti dei supermercati o i lavoratori in fabbrica) e ha figli con meno di 14 anni, ci sarà il congedo parentale Covid retribuito al 50% (retroattivi dall'1 gennaio 2021). Quindi problema risolto per tutti? Sì, a patto però che si possa fare a meno di metà stipendio. E sperando che lo stop si fermi al 6 aprile. Già, perché questa volta, a differenza del lockdown di marzo e aprile 2020, il bonus baby-sitter è destinato a una mini-platea: lavoratori autonomi (come liberi professionisti, artigiani e piccoli imprenditori), sanitari (anche operatori sociosanitari) e forze dell'ordine, difesa e soccorso pubblico. Si tratta di 100 euro lordi, contributi compresi. Il tam tam via twitter sottolinea che si tratta di solo 10 euro di servizio a settimana. Ma è meglio di niente. Eppure dalle dichiarazioni via twitter del ministro del Lavoro Andrea Orlando che anticipavano venerdì scorso le decisioni del Consiglio dei ministri sembrava davvero che con «il via libera a risorse per congedi parentali, smart working e bonus baby sitter» arrivasse, «una buona notizia per lavoratrici e lavoratori e tante famiglie in difficoltà a causa della pandemia».
Secondo quanto emerge dalla relazione tecnica, considerando i numeri delle domande di sostegno dell'anno scorso, 18 giorni medi di congedi straordinari per una retribuzione media giornaliera di 77,2 euro dovrebbero costare circa 145 milioni (tra marzo e agosto 2020 risultano 251.000 domande di congedo da dipendenti privati). Mentre 12 settimane di bonus baby sitter costerebbero circa 138 milioni (230.000 le richieste del bonus l'anno scorso per le categorie previste). Di qui i circa 290 milioni di fondi stanziati dal governo.
IL CONFRONTOPer capire tutte le difficoltà di tante famiglie e la richiesta di aiuto al governo dell'Associazione famiglie numerose può essere utile il confronto con il pacchetto bonus baby-sitter previsto per l'anno scorso. Nel 2020, il bonus è stato di 1.200 euro - 2mila per i lavoratori essenziali - per il periodo marzo-agosto, compresi dunque i mesi in cui le scuole sarebbero state chiuse comunque. Il decreto Ristori bis ha poi previsto altri 1.000 euro per il periodo dal 9 novembre al 3 dicembre. Se si confronta poi il numero di domande arrivate all'Inps, è evidente quanto il bonus baby-sitter sia considerato più appetibile dai lavoratori rispetto al congedo richiesto da una manciata di famiglie. Basta ricordare che complessivamente, nella sua prima edizione, tra marzo e agosto 2020, il bonus ha raggiunto numeri da record: oltre 1 milione di domande tra bonus baby sitter (772.010), soprattutto a favore dei nonni, e richieste di partecipazione ai centri estivi (306.163) per una spesa complessiva di 815 milioni. Numeri ben diversi rispetto ai 310.142 richiedenti il congedo Covid. Segno che non è facile rinunciare a metà stipendio. Così si spiega il grido di allarme delle famiglie. «La Dad è un incubo per molte famiglie numerose anche se, vista la situazione sanitaria, diventa inevitabile. Noi ne abbiamo aiutate 62 ad acquistare dei tablet. Ma le richieste di aiuto sono troppe, ed è impossibile soddisfarle tutte - spiega all'Adnkronos Mario Sberna, presidente dell'Associazione nazionale famiglie numerose - I dati delle famiglie numerose e povere sono aumentate del 4,5% rispetto allo scorso anno. È possibile che non arrivino aiuti concreti?». E senza baby-sitter per molti è praticamente impossibile recarsi a lavoro.
Roberta Amoruso