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Scuola, la Lombardia al via nel caos. 500 istituti partiranno senza preside

Il Consiglio di Stato ha dato ragione agli insegnanti che avevano chiesto l'annullamento del concorso

29/08/2012
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la Repubblica

di TIZIANA DE GIORGIO

Scuola, la Lombardia al via nel caos 500 istituti partiranno senza preside

 
 
 

Scuola lombarda nel caos: più di 500 scuole partiranno senza una il preside. Il Consiglio di Stato dà ragione agli insegnanti che avevano presentato ricorso sulla maxi prova per dirigenti scolastici, rigettando la richiesta del ministero dell'Istruzione di sospendere gli effetti della sentenza del Tar che aveva annullato il concorso. In attesa della decisione definitiva, fissata per novembre, sono state bloccate tutte le procedure per le 355 immissioni in ruolo che l'Ufficio scolastico regionale sperava di concludere entro il 31 agosto. Ma che non sarebero bastate, peraltro, a coprire i 500 posti vacanti. E l'anno si aprirà con una voragine alla guida degli istituti: una scuola su due sarà affidata a un reggente. Quasi tutte le scuole della Lombardia "avranno presidi a mezzo servizio", dice senza mezzi termini il direttore dell'Ufficio scolastico regionale, Giuseppe Colosio.

"A questo caos se ne aggiunge un altro - commenta Pippo Frisone, della Cgil - i presidi che hanno vinto il concorso sono insegnanti: questo vuol dire che in 355 a settembre torneranno a scuola. E se a novembre il Consiglio di Stato darà ragione al ministero, sbloccando il concorso, dovranno lasciare il proprio posto e ci saranno altri buchi da tappare". La decisione del Tar di annullare il concorso era arrivata a metà luglio, a orari oramai conclusi e con

 

le graduatorie pronte a essere pubblicate.

Il tribunale amministrativo aveva accolto il ricorso presentato da più di cento insegnanti che hanno partecipato alle prove e hanno poi chiesto l'annullamento degli scritti perché, secondo l'ordinanza, durante la correzione dei compiti non era stato garantito il principio dell'anonimato. I giudici avevano valutato troppo sottile e trasparente la carta delle buste nelle quali erano contenuti i dati anagrafici dei candidati: "In controluce si poteva leggere con facilità il nome di chi aveva scritto la prova". Il Miur è andato in appello, dunque, e in prima battuta il presidente del Consiglio di Stato aveva emesso un decreto provvisorio per consentire all'Ufficio scolastico regionale di predisporre gli atti per le assunzioni


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