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Scuola, la piaga degli abbandoni:ogni anno 700mila ragazzi lasciano

Uno su cinque decide di non proseguire gli studi. La onlus Intervita, la Fondazione Giovanni Agnelli e l'associazione Bruno Trentin della Cgil indagheranno l'impatto economico e sociale del fenomeno della dispersione scolastica

07/10/2013
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la Repubblica

Ogni anno circa 700 mila ragazzi lasciano gli studi. Due studenti su dieci non tornano tra i banchi o, se lo fanno, studiano talmente poco da non avere alcuna possibilità di superare l'anno. Partirà da questo dato la ricerca sulla dispersione scolastica condotta dalla onlus Intervita, con l'associazione Bruno Trentin della Cgil e la Fondazione Giovanni Agnelli. Lo studio, che inizierà il prossimo mese, si propone di indagare a fondo l'impatto economico e sociale del fenomeno, di identificare la tipologia e il numero dei ragazzi che abbandonano i banchi di scuola. E soprattutto di proporre soluzioni per contrastarlo. Le aree di riferimento sono le province di Milano, Roma, Napoli e Palermo.

Il fenomeno dell'abbandono degli studi è stato approfondito da Istat ed Eurostat. I numeri parlano chiaro: il 17,6% dei ragazzi lasciano la scuola. Anche in questa classifica l'Italia è ultima tra i Paesi europei. Nel Vecchio continente in media l'abbandono è al 14,1%. Nei Paesi di pari sviluppo socio-economico la media è molto più bassa: in Germania si attesta al 10,5%, in Francia all'11,6%, nel Regno Unito al 13,5%. Un gap evidente, che diventa preoccupante se si considerano solo i dati del Sud Italia: il 22,3% dei ragazzi abbandona gli studi, mentre al Centro-Nord siamo intorno al 16%.

Rispetto al 2000, quando erano il 25,3%, gli abbandoni sono diminuiti. L'obiettivo è raggiungere il 10% fissato dalla strategia Europa 2020. Il sottosegretario all'Istruzione Marco Rossi Doria, intervenendo alla presentazione degli obiettivi della ricerca, si è detto prudente: "Il miglioramento dei dati sulla dispersione c'è e deriva dallo sforzo immane delle scuole pubbliche. Ma è lento e assolutamente insufficiente. Il danno alle possibilità di sviluppo e il fallimento formativo sono stati finalmente messi in relazione con strumenti molto più fini che in passato".

Presente anche il vice presidente del Senato, Valeria Fedeli, che ha commentato il dato della dispersione al Sud, intravedendo un legame con la criminalità: "Colpisce che nel Meridione quasi un

ragazzo o una ragazza su quattro abbandoni la scuola: in un circuito esponenziale che unisce dispersione scolastica e disoccupazione giovanile con la criminalità. Con un danno per la società che perde capitale umano". Lo Stato non può esimersi dall'avere un ruolo nel contrastare la dispersione scolastica, ha concluso Valeri: "Dobbiamo garantire azioni concrete per fare in modo che tante ragazze e ragazzi possano formarsi, puntare su se stessi e realizzarsi".