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SCUOLA/ LAVOCE: GOVERNO USCENTE, TANTE NORME MA SENZA RISORSE

SCUOLA/ LAVOCE: GOVERNO USCENTE, TANTE NORME MA SENZA RISORSE Per attuare riforma nel 2006-2008 servono ancora 3.837 mln euro Roma, 26 gen. (Apcom) - I dati riguardanti le spese sostenute per la...

27/01/2006
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SCUOLA/ LAVOCE: GOVERNO USCENTE, TANTE NORME MA SENZA RISORSE
Per attuare riforma nel 2006-2008 servono ancora 3.837 mln euro

Roma, 26 gen. (Apcom) - I dati riguardanti le spese sostenute per la scuola negli ultimi cinque anni sollevano dubbi sull'operato del Governo uscente: "il ministro dell'Istruzione ha dimostrato scarsa capacità di programmazione, oppure l'esecutivo ha annunciato la priorità della scuola, salvo poi perseguirne di diverse nell'operato quotidiano". La denuncia proviene dal sito on line lavoce.it, attraverso un dettagliato articolo dal titolo "La scuola cinque anni dopo".

Nel testo si prendono in esame tutti i provvedimenti legislativi ed economico-finanziari messi in atto nell'ultima Legislatura a sostegno delle riforme approvate in tutti i cicli scolastici: "sotto il profilo giuridico - si legge nell'articolo - sicuramente c'è stata una "pervasione" di legislazione: dalla legge delega n. 53/2003 ("riforma Moratti") ai suoi sei decreti legislativi di attuazione. Tante norme, ma scarse risorse finanziarie per realizzarne il contenuto".

Per il quinquennio 2004-2008, la legge di riforma del sistema educativo era basata su un piano programmatico di interventi finanziari a sostegno della sua attuazione pari a 8.320 milioni di euro. Di questi però, si rammenta, solo 4.283 sono state già iscritte in bilancio: il resto pari a 4.037 milioni di euro, "dovrà reperirsi compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, mediante finanziamenti - recita la stessa legge di riforma - da iscrivere annualmente nella legge finanziaria, in coerenza con quanto previsto dal Dpef"

Dai calcoli fatti da lavoce.it risulta che per la completa attuazione della riforma di tutti i cicli scolastici "nel prossimo triennio 2006-2008 occorrerà reperire ancora 3.837 milioni di euro". E nemmeno gli ultimi provvedimenti non sono indirizzati a coprire questo pesante onere: "con il decreto legge 30 settembre 2005, n. 203 convertito nella legge 2 dicembre 2005, n. 248 - si ricorda - sono state ridotte le spese per consumi intermedi dei ministeri: per l'Istruzione ha comportato un "taglio" di 155 milioni di euro. Ciò è andato ad incidere sulla gestione finanziaria degli Uffici scolastici regionali e soprattutto sulle scuole penalizzando chi, avendo risorse finanziarie ancora da spendere, non le ha impegnate e si è visto "cadere" sul collo l'accetta del "tagliaspese".

A questo punto, anche a fronte delle imminenti elezioni politiche, è lecito ipotizzare una serie di "iniezioni" di finanziamento sul settore istruzione che nel corso del prossimo triennio possano realizzare gli obiettivi del piano finanziario? O non è più verosimile e praticabile rivisitare gli obiettivi dello stesso piano per stabilire le priorità del breve periodo certi di poter contare su una adeguata disponibilità finanziaria?.

Secondo la scelta di rimettere mano agli obiettivi prioritari della riforma sarebbe senza dubbio la più logica: "procedere in un simile esercizio - conclude l'articolo - testimonierebbe responsabilità e consapevolezza del fatto che le politiche educative richiedono chiarezza degli obiettivi e certezza delle risorse finanziarie con cui realizzarli. Diversamente, si è condannati ad assistere all'attuale impervio cammino della riforma".