Scuola, migliaia di supplenti senza stipendio
Sono quelli cosiddetti d'istituto. La procedura è stata modificata per accelerare il pagamento ma la situazione è disastrosa come negli anni passati. La protesta dei sindacati. E le testimonianze degli interessati. "Tra un po' non avrò più i soldi per raggiungere il posto di lavoro e dovrò rinunciare". "In un Paese civile questo è inammissibile"
Salvo Intravaia
Il ministero modifica le modalità di pagamento dei supplenti ma non cambia nulla: da mesi non ricevono lo stipendio, esattamente come negli anni scorsi. Quella del pagamento dei cosiddetti supplenti brevi è una storia che si ripete. Da quest'anno, per velocizzare la procedura, viale Trastevere ha introdotto una novità: le scuole inseriscono i dati dei contratti stipulati nel sistema informatico centralizzato e sarà direttamente il ministero dell'Economia a pagare i supplenti d'istituto. Ma i sindacati denunciano che le cose non stanno procedendo per il verso giusto. "Ora che le scuole si devono solo limitare a trasmettere correttamente i contratti, la questione emerge - dicono dalla Flc Cgil - con tutta evidenza e la responsabilità, che finora era stata scaricata sulle istituzioni scolastiche, è dell'amministrazione centrale".
"Lavorare senza essere pagati - rilanciano dalla Gilda degli insegnanti - è intollerabile, perciò abbiamo chiesto al Miur un incontro urgente per affrontare la questione e accelerare le pratiche per liquidare le retribuzioni non ancora corrisposte". Il numero di supplenti che dal mese di settembre non ricevono un euro di stipendio è top secret, ma si tratta di migliaia di persone che hanno spesso famiglia a carico. E dalla Cisl scuola arriva un commento pungente: "Tanta propaganda su innovazione, tecnologia, cambiamento, ma in realtà i problemi restano irrisolti e anche quest'anno i supplenti sono senza stipendio pur lavorando da oltre due mesi. E pensare che il Miur ha fornito le scuole di nuovo programma informatico per la gestione dei contratti di lavoro dei supplenti".
Secondo i rappresentanti dei lavoratori, per questa voce di spesa, il Mef stanzia risorse insufficienti. E i precari chiamati a raccolta dalle graduatorie d'istituto lavorano per mesi senza percepire neppure un euro. Dalle loro testimonianze traspare tutto il disagio di un sistema che non funziona come dovrebbe. "Insegno Educazione musicale alla scuola media - spiega Francesca Collareta - Sono stata assunta il 21 settembre per 12 ore. Da allora sono andata a scuola ogni giorno, ho sostituito colleghi in malattia fino a dieci giorni, ho svolto sei ore di consigli, quattro ore di collegi, presentato programmazione annuale... E fino al 2 novembre non ho visto ancora un centesimo. Contattata la segreteria più volte, allargano le braccia e mi spiegano che su Noipa alla voce stipendio c'è scritto "in attesa di fondi"".
Luigi Cappella, docente di Educazione fisica alla secondaria di primo grado, racconta une delle tante contraddizioni del sistema. "Ho un contratto fino ad avente diritto e sostituisco un collega che si è preso un anno sabbatico, non percependo quindi il suo stipendio. Ho ricevuto l'indennità di disoccupazione per nove giorni, dall'8 al 17 settembre, poiché la scuola in cui sto lavorando mi ha fatto il suddetto contratto a partire dal 18 settembre, cessando di fatto il mio stato di disoccupato. Ironia della sorte prima che ero disoccupato venivo pagato, ora che lavoro non sto percependo nulla".
Ma qualcosa si muove. Alessandra Frontali insegna Lettere alla media. "Ho firmato il 15 settembre - racconta - un contratto di 18 ore su posto vacante. Ho ricevuto due giorni fa lo stipendio dei 15 giorni di settembre poi nulla. Tengo a precisare che sono coordinatrice di classe e membro del gruppo DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento). E Simona Paletti, supplente di Matematica, non esita a dirsi "indignata". "Lo Stato per cui lavoro da sette anni con contratti annuali su posti vacanti non solo mi ha escluso dal piano assunzioni nonostante io sia abilitata ma continua ad avere bisogno di me e non mi paga. Ho stipulato un contratto dal 21 settembre al 30 giugno su posto vacante e non ho ancora visto un solo euro di stipendio, il mio contratto è regolarmente stato trasmesso dalla scuola. In un Paese civile questo è inammissibile".
"A prescindere da chi abbia già ricevuto e quanto, il disagio c'è stato, c'è e persiste ancora. Io non ricevo nulla da quando ho preso servizio, il 21 settembre; la mia compagna idem. Siamo reduci da un Pas e un Tfa, 8mila euro volati via e un conto ormai ridotto al lumicino", incalza Giuseppe Polizzi. "Io, come tanti altri, vivo fuori sede a 1.500 chilometri di distanza da casa, ho l'affitto da pagare e le spese di trasporto per raggiungere il posto di lavoro.
In due facciamo fuori 100 euro a settimana per i mezzi di trasporto. Se continua così dovrò chiedere i soldi ai miei o comunicare alla scuola che non ho più risorse per spostarmi. C'è poco da aggiungere, il resto si può lasciare all'immaginazione".