SCUOLA/ NON SI PLACA LA PROTESTA: APPELLO A CIAMPI E OCCUPAZIONI
SCUOLA/ NON SI PLACA LA PROTESTA: APPELLO A CIAMPI E OCCUPAZIONI Permane agitazione licei e atenei: chiesta cancellazione dei dl 26-10-2005 19:49 - Articoli a tema Tutte le news di Politica / " ...
SCUOLA/ NON SI PLACA LA PROTESTA: APPELLO A CIAMPI E OCCUPAZIONI
Permane agitazione licei e atenei: chiesta cancellazione dei dl
26-10-2005 19:49 - Articoli a tema
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Roma, 26 ott. (Apcom) - Non si placa la protesta contro le riforme del sistema d'istruzione scolastica ed universitaria, malgrado, con l'approvazione di ieri sera alla Camera del dl sulla docenza accademica, tutti i decreti Moratti abbiano riscosso pareri positivi dalle maggioranza parlamentare. La forte ed in parte inaspettata risposta dei contestatori durante la manifestazione di ieri a Roma ha dato nuova forza ai leader della protesta:
Secondo Marco Merafina, del coordinamento nazionale ricercatori universitari, "non è detto che la legge venga firmata dal Presidente della Repubblica: qui non si tratta solo di salvare l'università, ma di ripristinare la legalità più volte calpestata. La strada del provvedimento può ancora essere arrestata". Ed anche se il presidente Ciampi dovesse firmare la legge, questa potrebbe comunque essere ancora contrastata: "devono ancora essere preparati i decreti attuativi - spiega Merafina - r possiamo limitare al minimo gli effetti negativi della legge evitando di applicarla , laddove sarà possibile, in attesa di una vera riforma".
Per il fisico ricercatore, che in questi mesi ha rappresentato uno dei riferimenti più importanti nella lotta al dl Moratti, la presenza eterogenea alla protesta di ieri (docenti, ricercatori, studenti e presidi) rappresenta uno "straordinario messaggio di compattezza di tutto il mondo universitario, che è vivo, e tanto ha da dare al Paese". La nuova legge, secondo Merafina "pone le basi per una ulteriore dequalificazione della didattica a tutto danno degli studenti; rende la ricerca ancor più subalterna e controllata. Abbiamo perduto l'occasione di costruire uno stato giuridico basato sull'unicità della carriera docente, la possibilità di dare ai quasi 60 mila precari la speranza di una prospettiva reale di carriera, la possibilità di dare agli studenti un'università migliore".
Anche Nunzio Miraglia, coordinatore nazionale dell'Andu, Associazione nazionale docenti universitari, ritiene che ci siano ancora degli spiragli per evitare che la legge sul riordino della docenza abbia effetti pratici "Noi riteniamo - dice Miraglia - che questa prova di prepotenza e di arroganza abbia compattato un movimento universitario senza precedenti per ampiezza, determinazione e consapevolezza, e che da oggi non sarà più consentito a nessuno di decidere impunemente contro l'università".
Per il leader della Andu l'università "finalmente si occupa di se stessa e non subisce più passivamente le leggi che una lobby accademica trasversale da decenni le impone impunemente. Con questa nuova realtà universitaria tutti Partiti dovranno fare i conti, smettendo di dipendere da quei poteri forti accademici che hanno sempre dominato sull'Università e vorrebbero continuare a farlo anche nella prossima legislatura, che dovrà avere come primo provvedimento per l'Università la cancellazione di quanto approvato ieri".
Prosegue, intanto, la protesta negli atenei, in particolare nelle grandi città simbolo della mobilitazione: all'Università "La Sapienza" di Roma la maggior parte delle facoltà è ancora occupata; stessa situazione a "Roma Tre", dove per la prima volte anche la facoltà di Architettura, nella sede dell'ex mattatoio, ha chiuso le porte alle lezioni. Tra i contestatori della nuova legge c'è anche il rettore del terzo ateneo capitolino, Guido Fagiani, che si appella ad un futuro governo: " Qualunque ministro dovesse succedere alla signora Moratti - ha detto oggi Fabiani - dovrà necessariamente rimettere mano a questa materia, pena il collasso dell'Universita".
L'occupazione non è si fermata nemmeno a Bologna, alla Cà Foscari di Venezia, dove è stato invaso dagli studenti anche il rettorato. Manifestazioni spontanee e mini-cortei si sono avuti, sempre oggi, anche a Milano, Trento, Padova, Firenze, Sassari e Napoli. Stamattina si sono avuti anche momenti di tensione a Genova, dove circa 500 hanno formato un corteo: arrivati davanti alla prefettura, alcuni ragazzi hanno iniziato ad accendere fumogeni, mettendo in allerta le forze dell'ordine. La situazione si è poi normalizzata, e i contestatori si sono diretti davanti alla sede della Regione per un presidio. All'iniziativa hanno preso parte anche diversi liceali.
Anche nei licei, infatti, permane lo stato di agitazione: a Bologna quasi tutti i licei risultano occupati, e dopo le proteste contro il presidente del Senato Pera, oggi il sindaco Sergio Cofferati ha invitato una delegazione di undici studenti nel suo ufficio. A Roma si è fermata l'occupazione nello storico liceo classico Mamiani e dello scientifico Democrito (dopo il sopraggiungere delle forze dell'ordine), mentre risultano ancora occupati, probabilmente fino a sabato, l'Albertelli, il Kant e il Righi. Altri licei, come Virgilio, Colonna e Tacito sono invece in autogestione.
Particolarmente sentita la protesta a Milano e in Campania, soprattutto a Napoli, dove continuano ad organizzarsi assemblee e sit-in: sempre occupati il liceo Garibaldi e il polispecialistico di Arzano. Agitazioni anche a Salerno, Lecce, Bari, Foggia, Brindisi e Barletta. Blocchi della didattica anche a Pompei, dove giovedì è previsto un raduno di tutti gli studenti campani.