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Scuola Oggi-L'ora di religione

QUELLA LUNGA ORA DI RELIGIONE& E' scoppiata nei giorni scorsi un'accesa polemica fra l'Unità e il Ministro Letizia Moratti. Quale la ragione? Il 27 maggio l'Unità ha pubblicato in prim...

30/05/2004
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ScuolaOggi

QUELLA LUNGA ORA DI RELIGIONE&
E' scoppiata nei giorni scorsi un'accesa polemica fra l'Unità e il Ministro Letizia Moratti. Quale la ragione? Il 27 maggio l'Unità ha pubblicato in prima pagina un articolo dal titolo "Una lunga ora di religione", dedicato alla firma di un'Intesa stipulata nell'Aula Magna della Conferenza Episcopale Italiana tra il ministro Moratti e il Card. Ruini dal titolo "Obiettivi specifici di apprendimento per l'insegnamento della religione cattolica nella scuola secondaria di primo grado". Il documento per essere operativo dovrà essere oggetto di un apposito decreto del Presidente della Repubblica pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, quindi sarà inserito nelle "Indicazioni nazionali per i piani personalizzati nella scuola secondaria di primo grado".
L'evento è avvenuto in un sorprendente vuoto di notizie. Solo una nota dell'agenzia di stampa Agi, ripresa dal direttore dell'Unità, Furio Colombo. Perché? Oltre ad annunciare l'assunzione in ruolo di oltre quindicimila docenti di religione, un vero esercito, una vastità di nuovi contratti in ruolo mai prima accaduta in tempi così brevi nella scuola italiana, l'agenzia riporta dichiarazioni della Moratti. Il ministro dopo aver ringraziato la CEI per il "rilevante contributo", dice: "la CEI e il ministero stanno elaborando insieme una risposta pedagogica alle diverse problematiche emergenti, ispirata alla "antropologia cristiana".

Se l'espressione "antropologia cristiana" vuol significare, etimologicamente, "guardare ad ogni evento della cronaca o della storia dal punto di vista della religione", F. Colombo si chiede allora qual è il contesto culturale nel quale la firma del documento Moratti-Ruini colloca adesso l'insegnamento della religione nella scuola italiana. Un concetto e un criterio educativo forte come "antropologia cristiana", utilizzato parlando della scuola pubblica italiana, sembra infatti delineare un netto spostamento di tutto l'impianto pedagogico e didattico della scuola italiana dall'ambito laico prescritto dalla Costituzione ad un terreno confessionale. Il direttore dell'Unità cita a questo proposito un testo della CEI che precede di pochi giorni (21 maggio) la firma della carta Moratti-Ruini e la illumina di significato. Infatti si intitola "Orientamenti connessi con la riforma della scuola pubblica e implicitamente derivanti dalla approvazione degli obiettivi specifici di apprendimento per l'insegnamento della religione cattolica". Ne è autore S.E. Mons. Nosiglia, Vescovo di Vicenza, presidente della Commissione Episcopale per la educazione cattolica, la scuola e l'Università, fonte dunque sicura e autorevole.

Nell'articolo di commento Furio Colombo avanza l'ipotesi, tutt'altro che azzardata, che nel testo della CEI non si stia solo parlando di collocazione dell'insegnamento religioso nei nuovi programmi della riforma Moratti. Al contrario. Si sta piuttosto progettando di adattare l'intero sistema scolastico italiano alla visione della "antropologia cristiana". E cita alcuni passaggi del testo di Mons. Nosiglia che vanno inequivocabilmente in questa direzione. L'Insegnamento della Religione Cattolica dunque non più come materia ma come "punto generatore di tutte le altre materie". Ne trae pertanto la conclusione, preoccupata, che "d'ora in poi dopo una firma che è legge, perché si richiama esplicitamente ai protocolli dei Patti Lateranensi, la scuola di Stato italiana è rigorosamente confessionale. E' una scuola fondata - non durante l'ora di religione ma nell'insieme del suo insegnamento - sulla specifica ed esclusiva visione teologica della Chiesa cattolica. L'evento cambia drammaticamente il senso del rapporto tra Stato e Chiesa in Italia. Ci si domanda come tutto ciò possa essere avvenuto al di fuori di ogni pubblicità (salvo questa comunicazione finale, a cose avvenute) e fuori dal Parlamento."

Il Min. Moratti, in una nota di risposta inviata all'Unità, definisce tutto questo "un incredibile episodio di falsificazione della realtà", giustificabile solo se derivante da una "non conoscenza di specifici accordi internazionali". Precisa quindi che l'accordo sottoscritto con il cardinale Camillo Ruini è in attuazione di quanto stabilito dalla revisione del Concordato lateranense tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana il 18 febbraio 1984 e dalla successiva intesa tra la Conferenza Episcopale e il Ministero del 14 dicembre 1985; in coerenza inoltre con il Programma di insegnamento della religione cattolica sottoscritto dalla Cei e dal Ministero il 21 luglio 1987.
"L'accordo che ho firmato nei giorni scorsi scrive il Ministro - semplicemente adegua il Programma del 1987 alle Indicazioni contenute nella legge 53/2003 sulla riforma della scuola, individuando gli obiettivi specifici di apprendimento propri dell'insegnamento (facoltativo) della religione cattolica. Tutto qui. Nessuna "consegna" al cardinale Ruini della scuola italiana, ma un aggiornamento, dovuto, di accordi sottoscritti da due Stati."
Un semplice e normale adeguamento dunque, nulla di più. In pratica non smentisce assolutamente nulla, a proposito di visioni antropologiche e culturali-religiose d'insieme.

Ma torniamo al cuore del problema. Come abbiamo scritto qualche tempo fa, noi continuiamo a ritenere che il nodo che deve essere sciolto riguarda proprio la "facoltatività" dell'insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica di Stato. Se si vogliono veramente fugare tutti i dubbi a proposito, la soluzione è molto semplice e a portata di mano. La nuova Riforma della scuola primaria distingue tra insegnamenti "obbligatori" (il nocciolo duro delle 27 ore) e insegnamenti "facoltativi" e "opzionali" per le famiglie (le tre ore aggiuntive). Al tempo stesso include fra gli insegnamenti obbligatori l'Insegnamento (facoltativo..!) della Religione Cattolica. Questa è la contraddizione che deve essere risolta. Non altro. Basta collocare l'IRC fra le attività opzionali e facoltative per ridare ai nomi e alle cose la giusta corrispondenza. Il resto è fumo e odore d'incenso.

Dedalus