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Scuola per l’Europa, Cgil “Risorse gestite con poca trasparenza”

Presa di posizione della Flc che invia all’ente e alle istituzioni 10 domande per fare chiarezza sull’uso dei fondi pubblici e la selezione del personale. “C’è davvero un avanzo di 12 milioni di euro a bilancio?” Chiarimenti anche sui docenti che insegnano senza abilitazione

05/07/2013
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la Repubblica


La Scuola per l’Europa torna a far parlare di sé. Ma sono ancora una volta polemiche. La Flc Cgil chiede di fare chiarezza sulla gestione degli ingenti fondi pubblici a disposizione dell’istituto e sulle modalità di impiego e selezione del personale. Per entrambi l’accusa è di “scarsa trasparenza”. La sigla ha così inviato una missiva alla Scuola, al Cda, alle istituzioni locali e nazionali, con 10 domande per fare piena luce su tutti gli aspetti, sui quali il sindacato denuncia poca o nulla informazione.

Risposte attese anche da parte dello stesso personale docente, che per bocca dell’associazione Adsep chiede lumi sulle modalità di reclutamento e sui criteri di valutazione degli insegnati, visti i continui valzer di personale, che avvengono di anno in anno. Tra gli aspetti rilevanti la gestione dei fondi, che sono in gran parte pubblici. Simone Saccani, segretario Flc: “Pur essendo un ente pubblico si fa molto fatica ad avere informazioni sul bilancio e capirlo. Rileviamo avanzi cospicui. Vediamo che per una scuola con 587 studenti e 110 addetti, 99 dei quali docenti, ci sono ben 750mila euro in progetti”.

Impietoso il confronto con una statale di casa nostra che per un numero ben superiore di alunni (oltre mille) può arrivare a spendere se va bene poco più di 60mila euro. “Nella scuola per l’Europa si spende qualcosa come 6.800 euro ad alunno”. Ma chiarimenti urgono anche in merito alla retribuzioni: “Nonostante il taglio allo stipendio del 25%, il lordo per la secondaria può arrivare fino a 120mila euro, in una statale è 27mila”.

Dubbi anche sull’impiego del personale, in particolare sui collaboratori d’educazione: “Vengono assunti direttamente, ma ci risulta che svolgano poi attività di docente, senza abilitazione e senza essere passati per un pubblico concorso. Siamo di fronte nel complesso a situazioni gravi, è giusto che venga chiarito come siano spesi e utilizzati i soldi dei cittadini”.

Chiarezza sollecitata anche da chi lavora nella scuola che continua a riscontrare fenomeni di “discriminazione” nella selezione del personale, con criteri poco chiari o non precisati, tanto che alcuni membri delle commissioni d’esame hanno dato le dimissioni. “Perché?” chiedono all’unisono associazione dei docenti e sindacato. Perplessità anche per l’impiego di docenti nell’insegnamento di alcune materie senza averne l’abilitazione. “Non discutiamo la professionalità - precisa Saccani - ma vogliamo conoscere che criteri sono utilizzati per operare la selezione. Un professore di economia non può trovarsi a insegnare filosofia. C’è in ballo la qualità dell’offerta formativa, che riguarda gli studenti e le loro famiglie”. Risposte che si attendono non solo dalla scuola, ma anche da Comune e Provincia, che siedono nel Cda.