Scuola, rientrano 8 studenti su 10 Il ministro: «Una nuova normalità»
Un rientro sul modello del primo giorno di scuola dello scorso settembre. Quindi mascherine e distanza ma anche turni e ingressi scaglionati. E molti dubb
Claudia Voltattorni
Roma Un rientro sul modello del primo giorno di scuola dello scorso settembre. Quindi mascherine e distanza ma anche turni e ingressi scaglionati. E molti dubbi. Perché se da un lato, come annunciato dal premier Mario Draghi, il 26 aprile anche tutti gli studenti delle scuole superiori — ad esclusione di quelli in zona rossa — potranno rientrare in classe al cento per cento dopo mesi di presenza a singhiozzo alternata con la didattica a distanza, dall’altro il ritorno rischia di essere meno semplice del previsto. Molti dei problemi che la scuola si è trovata ad affrontare lo scorso settembre all’avvio dell’anno scolastico sono gli stessi che ritroverà il lunedì del grande rientro. Dalle aule troppo affollate ad un piano dei trasporti locali da rivedere ancora una volta, da un sistema di screening degli studenti mai veramente partito allo stop della vaccinazione degli insegnanti: tutti aspetti che preoccupano presidi, professori, studenti e famiglie ad appena una settimana dal grande rientro che farà salire a 7 milioni (su 8,5) il numero di bambini e ragazzi di nuovo fisicamente in aula (l'82%).
Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi sottolinea come si debba «progressivamente tornare alla normalità, a una nuova normalità», promettendo che «nei prossimi giorni lavoreremo con i nostri Uffici territoriali, gli enti locali, le scuole, i tavoli prefettizi: saremo come sempre al fianco della comunità scolastica». I sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals Confsal e Gilda, pur ribadendo «l’obiettivo condiviso» del ritorno in classe, spiegano anche che «il rischio ragionato non basta a dare tranquillità e garanzie al personale e agli alunni le cui condizioni sul distanziamento sono rimaste immutate, nonostante le varianti del virus» e chiedono: «Quali misure di sicurezza in più sono state approntate nel frattempo?». Nei prossimi giorni, il Consiglio dei ministri varerà il decreto legge con le nuove indicazioni per il rientro, il ministro dei Trasporti Enrico Giovannini ha già incontrato gli enti locali che rivedrà ancora in settimana e lo stesso ministro Bianchi domani incontrerà i sindacati per affrontare le questioni sicurezza ed esami.
Preoccupati anche i presidi che dovranno rivedere di nuovo tutta l’organizzazione scolastica, dagli orari agli spazi, a poche settimane dalla fine della scuola. Il presidente dell’Associazione nazionale Antonello Giannelli si dice «felice del ritorno in classe, un bel segnale per l’ultimo mese di scuola», ma avverte: «I problemi non sono stati risolti, a partire dalle aule affollate, se non c’erano più aule in settembre, sarà difficile trovarle ora a fine aprile». E poi la vaccinazione dei professori sospesa con il 73% che ha avuto solo la prima dose. Ma il nuovo decreto lascerà con molta probabilità un margine di autonomia alle scuole che potranno avvalersi ancora di turni, dad e ingressi scaglionati.