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Scuola, sindacati sul piede di guerra contro Bianchi: "Pronti allo sciopero"

Quattro sigle interrompono le relazioni, proclamato lo stato di agitazione: "Non ci sono soldi sufficienti per il rinnovo del contratto". Si smarca la Cisl

16/11/2021
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la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA - Sale la tensione tra sindacati della scuola e ministero dell'istruzione. Con una nota a tarda ora, ieri, quattro sigle hanno deciso "l'interruzione temporanea" delle relazioni sindacali e minacciato sciopero. Flc Cgil, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda Unams hanno proclamato ufficialmente lo stato di agitazione: "Non viene esclusa alcuna forma di protesta compreso lo sciopero", hanno sottolineato i segretari generali. Si chiede ai docenti e agli amministativi iscritti di astenersi da ogni forma di lavoro straordinario e, in particolare, ai dirigenti amministrativi facenti funzione di rimettere il loro incarico nelle mani del preside dell'istituto.

Il primo atto conseguente alla nota è stato lo spostamento dell'incontro previsto al ministero sulla Legge di bilancio, da domani a giovedì. I sindacati sono critici sullo spazio, e le risorse, riservati all'istruzione nella manora appena licenziata dal Consiglio dei ministri.

Si parte dalla questione del rinnovo del contratto nazionale, fermo da tre stagioni. Oggi le risorse aggiuntive previste sono pari a 240 milioni di euro, cifra che porterebbe l'aumento per i singoli docenti a 97 euro lorde. Si immagina che nel corso del dibattito parlamentare - la Legge di bilancio è entrata in Senato - si possano aggiungere altri 30 milioni di euro per ottenere una crescita di salario per ogni docente intorno ai 100 euro, ma le cifre sono molto lontane dalle richeste dei sindacati. Tra l'altro, i docenti hanno contestato il passaggio di 20 miioni di euro dalle risorse per i docenti a quelle per i dirigenti scolastici avvenuto nel corso della discussione in Consiglio dei ministri.

"Le risorse stanziate per il rinnovo nella legge di Bilancio 2022 sono assolutamente insufficienti per chiudere la trattativa e contengono vincoli inaccettabili che ostacolerebbero qualunque conclusione positiva del negoziato contrattuale", si legge nella nota congiunta.

I segretari delle quattro organizzazioni avanzano anche un problema di metodo sindacale: "E' inaccettabile l'intervento unilaterale su materie di competenza della contrattazione come la mobilità, la formazione, la valorizzazione professionale e in generale su tutti gli aspetti attinenti al rapporto di lavoro". La Legge di bilancio smentisce, per molti versi, il Patto per la Scuola firmato a maggio scorso. "Esprimiamo un netto "no" ad ogni forma di autonomia differenziata", si legge ancora, "e ad ogni iniziativa di devoluzione delle competenze in materia di istruzione".

Sullo sciopero eventuale, le quattro sigle sindacali scrivono: "E' uno strumento e non un obiettivo perché non c'è alcuna intenzione di accentuare le spaccature presenti nel Paese, né di minare la necessaria coesione sociale in un momento difficile e in una trattativa complessa, ma serve la disponibilità e la volontà politica di giungere a soluzioni condivise, sia economiche che giuridiche, che riguardino l'insieme del personale della scuola e che ora appaiono veramente troppo lontane". 

La Cisl non ha aderito all'annuncio di agitazione sndacale. La segretaria Maddalena Gissi spiega: "Non abbiamo bisogno di battere un colpo per dimostrare di esserci: il nostro impegno è continuo e costante. Non serve isolarsi, serve incalzare governo e forze politiche sulla base di quello che dicono e sottoscrivono. Abbiamo chiesto l'incontro al ministro Bianchi con un telegramma e lui ci ha convocato subito. Oggi a Palazzo Chigi ci sono le confederazioni e si parla di argomenti validi anche per noi".