Adriana Pollice
Sorrisi e strette di mano al Consiglio dei ministri di lunedì non sono serviti a rendere pacifico il clima nel governo. Ieri nuovo Cdm, sul tavolo misure per la gestione della pandemia ampiamente annunciate. Subito prima della cabina di regia, che ha preceduto la riunione di governo, Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti fanno il punto nella sede degli uffici dei gruppi del partito. A fine pomeriggio, al momento della ratifica del decreto, la Lega decide di non metterci la firma: il capodelegazione Giorgetti fa marcare assente sia in cabina di regia che in Cdm, Erika Stefani e Massimo Garavaglia, presenti, non votano: «Non potevamo approvare la discriminazione tra bambini vaccinati e non vaccinati».
EPPURE IL DISCORSO preparato dal premier Draghi era a favore degli aperturisti: «I provvedimenti vanno verso una ancora maggiore riapertura del paese – ha spiegato ai ministri aprendo il Cdm -. Ci occupiamo della scuola in presenza, che è la priorità di questo governo. Veniamo incontro alle famiglie, che trovano il regime attuale delle quarantene troppo complicato e restrittivo. Vogliamo limitare di molto l’uso della didattica a distanza». E poi il nuovo corso: «Eliminiamo le restrizioni, anche in zona rossa, per chi è vaccinato. La validità del green pass per chi ha tre dosi, oppure due dosi ed ha già avuto il Covid, diverrà indefinita. Annunceremo un calendario di superamento delle restrizioni vigenti. Vogliamo l’Italia sempre più aperta». Alla Lega Draghi ha replicato in modo netto: «Capisco le difficoltà, gli scrupoli e le perplessità ma la distinzione tra vaccinati e non, anche nelle scuole, va introdotta». Le nuove regole scatteranno dal giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
LE NORME SULLA SCUOLA. La quarantena è stata ridotta da 10 a 5 giorni, per il rientro basterà il tampone fai da te, «in caso di utilizzo del test antigenico autosomministrato l’esito negativo è attestato tramite autocertificazione». Se ci sono positivi in classe scatta l’obbligo di ffp2 per docenti e alunni per 10 giorni, fatta eccezione per i piccoli di nidi e materne (0-6 anni), per i quali l’uso della mascherina non è previsto. Si applica l’autosorveglianza invece della quarantena a chi ha fatto la terza dose o a chi ha avuto un contatto nei 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale primario o dalla guarigione. Si equipara quindi chi è guarito dopo due dosi a chi ha ottenuto il booster. Sparisce il T0-T5 (il tampone da fare subito e poi a 5 giorni).
ASILI E MATERNE, fino a 4 casi di positività accertati tra gli alunni in classe, la didattica prosegue in presenza con ffp2, il test antigenico rapido o molecolare solo per chi ha sintomi. «Con 5 o più casi si applica una sospensione delle attività per 5 giorni». Nelle scuole primarie, fino a 4 casi, la didattica prosegue in presenza con ffp2 per docenti e alunni che abbiano superato i 6 anni per 10 giorni. Con 5 casi, la didattica prosegue in presenza per i vaccinati o guariti (o chi è esente). Per i non vaccinati scatta la didattica integrata per 5 giorni. Nelle secondarie di primo e secondo grado con un caso tutti in presenza con le ffp2; con due o più casi vaccinati e guariti proseguono in classe, gli altri in didattica mista per 5 giorni.
GREEN PASS: non avrà scadenza per chi ha fatto il booster o due dosi ed è guarito. In zona rossa niente limitazioni per chi ha il super pass. A chi viene dall’estero e ha un pass ottenuto con un vaccino autorizzato o riconosciuto come equivalente in Italia, ma sono trascorsi più di sei mesi dal completamento del ciclo o dalla guarigione, può accedere ai servizi dove serve il pass rafforzato esibendo un test antigenico rapido o molecolare, valido 48 ore il primo e 72 ore il secondo. Lo stesso nel caso di vaccini non autorizzati o non riconosciuti.
«APRIAMO UNA FASE NUOVA della pandemia – ha commentato poi il ministro Speranza – consentita dal forte numero di vaccinazioni. Sulla scuola facciamo scelte forti riducendo il più possibile la dad». E il ministro Bianchi: «Con cautela verso una nova normalità. Distinguere tra vaccinanti e non vaccinati non è una discriminazione ma un’indicazione di marcia». Graziamaria Pistorino, segretaria nazionale della Flc Cgil: «Le misure che si stanno varando sono indirizzate verso una normalizzazione fittizia, non adeguata ai dati allarmanti di contagio che vive la scuola. Abbassare le difese per dire che va tutto bene non risolve i problemi. Semplificare vuol dire rendere omogenee le regole per tutti gli studenti della classe. Grida vendetta la differenziazione fra vaccinati e non vaccinati. Fare scuola non significa stare in didattica mista, fratturando l’unitarietà del lavoro della classe».