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Scuola, tagliate 1.400 cattedre «Tempo pieno a numero chiuso»

A rischio esclusione 4 mila famiglie. Il provveditore al Comune: collaboriamo

19/03/2011
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Corriere della sera

È l’ora dei conti. Perché, confermati i tagli alla scuola, «bisogna cercare di far sì che il sistema tenga» . Il provveditore Giuseppe Petralia promette che si batterà «perché Milano non venga penalizzata» . Ma intanto i numeri sono quelli: oltre 2.400 cattedre in meno in Lombardia, di cui 1.400 a Milano A fronte di un aumento degli alunni: 2 mila in più solo in città. E il rischio che sempre più famiglie debbano rinunciare al tempo pieno, circa 4 mila per la Cgil. Per questo Petralia studia nuove sinergie. «In particolare con il Comune per venirci incontro, magari anche nei servizi per il tempo prolungato» . L’assessore alla Scuola, Mariolina Moioli, però, è cauta: «Siamo sempre pronti a collaborare nell’interesse dei bambini e delle loro famiglie. Ma aspettiamo di vedere quali sono le risorse destinate a Milano e l’applicazione della legge 440 (norma sull’aumento dell’offerta formativa e che destina fondi aggiuntivi agli istituti ndr)» . La scuola e i tagli. Nonostante le rassicurazioni del governatore Roberto Formigoni («nessuno in Lombardia» ), per il terzo anno consecutivo, come previsto dalla legge 133, ci saranno meno insegnanti in organico. «È una catastrofe, con questi nuovi numeri possiamo dire addio al tempo pieno» attacca Rita Frigerio (Cisl). Per Attilio Paparazzo (Cgil) «il sistema è al collasso» . Già nel 2010 «oltre 3 mila famiglie si sono viste rifiutare le iscrizioni alle 40 ore, quest’anno almeno mille in più» . E proprio perché le richieste al tempo pieno, in una città come Milano, sono sempre molto alte («quasi al 95 per cento» ), il provveditore in una circolare alle scuole è stato chiaro: «L’organizzazione di classi funzionanti a tempo pieno potrà essere realizzata nei limiti della dotazione complessiva provinciale dell’organico di diritto per l’a. s. 2008/09» . In altre parole nessuna classe in più rispetto a tre anni fa. Petralia prova a rassicurare gli animi: «Cercheremo di fare il possibile» . E attacca: «La Lombardia è sempre stata una regione virtuosa ed è anche la più penalizzata» . Proprio per questo «bisogna far sì che la scuola si fonda con il territorio, perché in un momento di grande difficoltà per tutti, è necessario venirci incontro» . Un ponte, quello con Palazzo Marino, che secondo la Moioli «c’è sempre stato» . Intanto però «bisogna capire come saranno distribuiti questi tagli» . E assicura: «Noi certamente non ci tiriamo indietro, ci interessano le nostre famiglie e una collaborazione di tipo progettuale» . Una possibilità questa che non piace, in particolare ai sindacati: «Una trovata da campagna elettorale. Non si possono delegare ad altri ai compiti che sono e rimangono della scuola. Al ministero vorrebbero subappaltare alcuni compiti ai genitori, ma non è possibile» spiega Paparazzo. Senza contare che Petralia «ha fatto diventare il tempo pieno a numero chiuso e non aperto alle necessità delle famiglie» . E annuncia nuove mobilitazioni a cominciare da settimana prossima. Si comincia con una protesta davanti alla Rai, poi ancora presidi e manifestazioni. Per arrivare allo sciopero generale del 6 maggio. «Non ci fermeremo. Questa è la resa dei conti» .

Benedetta Argentieri


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