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Scuola, tre edifici su quattro non sono sicuri. Ritardi nella manutenzione e rischio di crolli

Nel X Rapporto sulla "salute" degli istituti scolastici italiani, CittadinanzAttiva denuncia che solo il 25% delle strutture supera l'esame sicurezza. Lesioni alla facciata, distaccamenti di intonaco, muffe e infiltrazioni in quasi il 21%. E più della metà delle scuole è stata costruita prima delle norme antisismiche

20/09/2012
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la Repubblica

Linda Varlese

 

ALTRO che scuola 2.0. Il 75% delle strutture scolastiche italiane non è in regola in fatto di manutenzione e sicurezza. Lo rivela la fotografia scattata da CittadinanzAttiva 1 proprio mentre il ministro Profumo annuncia la svolta digitale 2 negli istituti e le associazioni studentesche chiedono prima di tutto edifici in cui ogni studente possa sentirsi sicuro di entrare senza dover temere crolli o cedimenti.

Nel X Rapporto su sicurezza, qualità e comfort in cui si fa riferimento a 111 edifici monitorati in 10 regioni, CittadinanzAttiva racconta che ben tre scuole su quattro non sono in regola con tutte le certificazioni di sicurezza e la manutenzione è ridotta al lumicino. I numeri parlano chiaro: lesioni strutturali in una scuola su dieci, distacchi di intonaco in una su cinque ed infiltrazioni in una su quattro. "Un deciso peggioramento delle condizioni degli edifici scolastici rispetto allo scorso anno", ci spiega Adriana Bizzarri, responsabile scuola di CittadinanzAttiva: "Manutenzione deficitaria, condizioni igienico-sanitarie non sufficienti e mancanza di certificazioni moltiplicano le tragedie sfiorate come quelle recenti di Cordenons 3 in provincia di Pordenone o di

Villa Bonelli 4 a Roma".

Difficoltà burocratiche e lentezze amministrative impediscono molto spesso ai fondi (scarsi) destinati alla scuola di arrivare a destinazione: "Pensiamo ai fondi Cipe stanziati all'indomani della tragedia di Rivoli del 2008 5 in cui morì un ragazzo di 17 anni a seguito del crollo del tetto di una scuola: dei circa 358 milioni di euro della prima tranche, solo 73 milioni sono stati utilizzati, anche a causa delle inadempienze degli enti attuatori", prosegue la Bizzarri.

Ma gli edifici scolastici non devono fare i conti solo con lesioni strutturali. I deficit riguardano anche le aule computer, assenti in un terzo degli istituti, i laboratori didattici presenti solo nel 50% delle scuole. Addirittura il 46% degli istituti scolastici non ha una palestra al suo interno e in un terzo dei casi i cortili sono usati come parcheggio. Ma vediamo in dettaglio i numeri del rapporto.

Lo stato degli edifici. Lesioni nelle facciate esterne, crolli di intonaco nei corridoi, nelle aule, nei bagni. E ancora muffe, infiltrazioni e umidità in bagni e aule, mense e palestre. Una situazione catastrofica che interessa ben il 21% delle scuole monitorate da CittadinanzAttiva e di cui nell'87% dei casi i responsabili del servizio protezione e prevenzione hanno chiesto interventi di manutenzione all'ente interessato. Richiesta rimasta inascoltata nel 15% dei casi.

Pericoli nelle aule. Situazioni di disagio strutturale si registrano anche nelle aule. Ben una su quattro mostra gravi segni di fatiscenza. Il 49% risulta senza avvolgibili e persiane e il 57% ha le finestre rotte. Senza contare che gli impianti elettrici e le misure antincendio sono inadeguate nel 78% dei casi: porte con apertura antipanico quasi inesistenti in tutte le strutture monitorate, scale di sicurezza assenti nel 21% dei casi, uscite di emergenza assenti nel 16% e non segnalate nel 15%. La conclusione è che, in queste aule, il rischio di rimanere intrappolati in caso di emergenza è elevato.

Note positive in fatto di vigilanza. Le prove di evacuazione sono effettuate almeno due volte l'anno dal 93% delle scuole, il piano è presente nel 98% dei casi, i cancelli sono tenuti chiusi durante l'orario scolastico nel 64% delle scuole. Qualcosa in più si potrebbe fare sul versante della formazione: sebbene siano diffusi materiali informativi per gli studenti nel 78% delle scuole e realizzate iniziative di formazione in oltre l'80%, solo nel 45% dei casi l'informazione è diffusa anche ai genitori.

La classifica degli istituti. La scuola che ottiene il miglior punteggio, nella classifica finale di CittadinanzAttiva, è l'ITAS "Ricci" di Macerata. Maglia nera invece all'IPIA "Marconi" di Canicattì. Tra le scuole monitorate, appena 10 ottengono un punteggio buono, 38 discreto, 40 sufficiente, 21 insufficiente, 2 pessimo. Dunque oltre una scuola su cinque risulta assolutamente inadeguata sotto il profilo della sicurezza, e oltre una scuola su tre rasenta la sufficienza, giudizio che non è accettabile se si parla di edifici pubblici. "Non basta la percentuale degli edifici a norma, pubblicata dal ministero delle Infrastrutture", lamenta Adriana Bizzarri. "C'è bisogno di un'anagrafe degli edifici scolastici, sulla falsariga di quella proposta di CittadinanzAttiva, perché i genitori hanno il diritto di sapere in che genere di edificio i loro figli vanno ogni giorno e quali sono i rischi che corrono".

Oltre 22mila edifici in zone ad alto rischio sismico. E c'è di più. Il campione di CittadinanzAttiva denuncia che circa il 58% delle scuole risulta costruito prima dell'entrata in vigore delle prescrizioni antisismiche, nel 1974 (il dato ministeriale è del 55% circa). Se a questo aggiungiamo che la percentuale di scuole presenti, a livello nazionale, nelle tre zone a rischio sismico è il 54,4% del totale delle scuole pubbliche ed il 59% del campione monitorato da CittadinanzAttiva, il quadro che ne esce risulta estremamente preoccupante: "I fondi stanziati per la ricostruzione e la messa a norma non sono abbastanza, bisogna trovare dei finanziamenti alternativi", chiede la Bizzarri. "Noi abbiamo promosso l'iniziativa che devolve l'8x1000 all'edilizia scolastica e plaudiamo ai circa 680 milioni di euro di fondi europei previsti a questo scopo, ma bisogna puntare a velocizzare le procedure burocratiche per sbloccare questi soldi e far sì che gli enti incaricati provvedano effettivamente all'urgente messa in sicurezza delle scuole italiane".