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ScuolaOggi-Adulti educatori e responsabili

Adulti educatori e responsabili La vicenda del liceo Parini induce a varie considerazioni, su piani diversi, in un complesso intreccio di temi e ambiti. Più che un intreccio, un grovi...

08/11/2004
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ScuolaOggi

Adulti educatori e responsabili
La vicenda del liceo Parini induce a varie considerazioni, su piani diversi, in un complesso intreccio di temi e ambiti. Più che un intreccio, un groviglio, come accade tutte le volte che la strada maestra è smarrita, e il bandolo della matassa pare introvabile, e , a cercarlo, si intrica di più la questione. Nel guazzabuglio è festa grande per chi vuol speculare in chiave politica, sociologica, etica,ecc.
Il fatto è noto: quattro studenti allagano la scuola per evitare di doversi sottoporre a prove e conseguenti valutazioni. I danni sono elevati.
Ad un gesto, ovviamente condannabile, di quattro adolescenti, devono dare risposta gli adulti.
Quali adulti? Quelli che hanno, nei loro confronti, compiti e responsabilità 'da adulti', sia perché genitori, direi genitori-adulti-normativi, sia perché insegnanti, cioè adulti-professionisti dell'educazione e dell'istruzione. Gli uni e gli altri RESPONSABILI, meglio ADULTI-RESPONSABILI, ciascuno per la parte che gli compete.
E allora, anche prescindendo dall'episodio del Parini, prima di presumere di dare le 'risposte giuste', tentiamo perlomeno di porci le 'giuste domande', 'pescando' in mille altri episodi di un passato, che si ripete, e in una lunga esperienza scolastica.
1- Ci sono ancora gli Adulti?
In particolare: ci sono ancora genitori-adulti?. Mi spiego:Da anni i bambini che entrano per la prima volta a scuola, in prima elementare, mostrano sempre più spesso comportamenti di questo tipo. La maestra dice: 'Pierino, siediti al tuo posto'. Pierino: 'No, non voglio'. Maestra: 'Sii bravo. Fai come ti dico. Dobbiamo fare una cosa che ti piacerà'. Pierino: 'Allora falla tu'. La maestra tenta, con dolcezza, in ogni modo. Niente. La maestra azzarda una domanda: 'Ma ai tuoi genitori obbedisci?'. Risposta: 'Sono io che comando ai miei genitori. Loro ubbidiscono: è più divertente'. Il dialogo, riportato in sintesi, è reale. Lo stesso episodio ha mille versioni di analogo significato. Si tratta di un comportamento infantile che si va generalizzando e genera nelle maestre crisi, dubbi, stress. Un tempo i genitori dicevano ai figli: 'Devi obbedire alla maestra, ecc., ecc'.'L'obbedienza non è più una virtù , e va bene. Ma educare alla responsabilità, al rispetto di persone e cose , alla correttezza dei rapporti dovrebbe essere ancora una cosa 'virtuosa'.
Genitori che comprano tutto, che non dicono 'no', che 'obbediscono' al proprio bambino, che
rinunciano a qualsiasi intervento normativo, agiscono da genitori? Sono adulti?
Molti genitori si sentono condizionati dagli altri, che ai propri figli non negano nulla, e non se la sentono di negare o di privare i propri figli di tutto ciò che agli altri è dato, per superfluo o diseducativo che sia. E' forse una società di non-adulti?
2- Cacciando l'alunno da scuola, lo educo?
Ho dovuto impegnarmi non poco, nel mio passato ruolo di dirigente scolastico, per convincere certi insegnanti della scuola dell'obbligo, che l'alunno ineducato, 'reo' di gravi mancanze, non lo si educa sospendendolo dalle lezioni. Perché non ha bisogno di meno scuola, per educarsi. Semmai di più scuola. La scuola serve di più a quelli che educazione e istruzione non hanno.
Sempre che si tratti di una scuola che cerca ogni valido mezzo per educare, responsabilizzare, recuperare e motivare. E che solo in un contesto del genere possa anche avvalersi della 'sanzione disciplinare', qualora le valutazioni di quegli 'adulti-professionisti-dell'educazione-e-dell'istruzione-nonché-responsabili-dei-processi-a-tal-fine-attuati', che sono i docenti, abbiano deciso nelle sedi collegiali idonee, che una efficace e congrua azione educativa, non possa prescindere , secondo il caso, dalla sanzione del caso, se di sanzione educativa, e non solo punitiva, si tratta.
Se poi il fatto commesso dallo studente a scuola costituisce un grave illecito o un reato eccepibile dalla magistratura minorile o ordinaria, sarà la Giustizia a svolgere il ruolo che le compete.
Giudicare e punire non è il primo compito del docente. A ciascuno i suoi compiti e le sue responsabilità .
3-Autonomia e responsabilità.
Non di rado i docenti mi chiedevano di punire un alunno. Respingendo, motivatamente, la richiesta spiegavo ai docenti qual era il loro compito in caso di problemi comportamentali degli alunni, nonché qual era il tipo di intervento che mi potesse competere come capo d'istituto.
Non era negare ai docenti la comprensione d'un loro problema, privandoli della mia collaborazione.
Piuttosto la mia collaborazione stava nel guidarli a riportare la questione, correttamente, verso procedure appropriate ed efficaci. Anzitutto attraverso la competenza in materia, prevista per legge, che è attribuita, prioritariamente, al collegio dei docenti.
C'era talvolta nei docenti il timore di affrontare il problema, di entrare in contrasto con la famiglia, di esporsi a critiche. Ricorrere al superiore gerarchico, perché intervenisse d'autorità (e nel caso sarebbe stato, invece, un abuso d'autorità) permetteva loro di liberarsi della 'patata bollente'.
Non so se rivolgendosi al Ministro, alcuni docenti del Parini abbiano cercato una soluzione di questo tipo al loro problema o se il loro intento era altro e migliore.
Penso peraltro che la scuola dell'autonomia esiste come tale solo se c'è una precisa presa in carico ad opera di ciascuno, della propria parte di responsabilità personale, professionale, collegiale. E coscienza della responsabilità professionale c'è in chi conosce il proprio mestiere, nelle sue peculiarità e nei suoi limiti d'azione, e lo esercita nel rispetto dei rapporti interni ed esterni all'istituzione scolastica autonoma; rapporti gerarchici compresi.
L'autonomia è propria degli Adulti. La responsabilità pure. E la scuola non può non essere Adulta.
Vittorio Zedda