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ScuolaOggi: Classi di inserimento? No!

Cosa può dire un Dirigente Scolastico di una scuola ad alta presenza di bambini cosiddetti “ stranieri” ( 50% con 26 etnie diverse )?

16/10/2008
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ScuolaOggi

di Francesco Cappelli

Dico Dirigente Scolastico prima che cittadino o soggetto con proprie e legittime convinzioni politiche, perché penso che il ruolo che rivesto , come tutti gli altri colleghi, renda doverose e imprescindibili le seguenti considerazioni:

• Chi si occupa di scuola a livello legislativo manifesta, e non solo in questo caso, la più totale incompetenza e utilizza stereotipi pseudoideologici per intervenire suggerendo soluzioni le cui conseguenze possono essere devastanti

• L’incompetenza riguarda il fatto le scuole che da tempo accolgono bimbi di “ altra “ provenienza, si sono attrezzate, anche su indicazioni ministeriali, ( non a caso si è consolidata, con documenti di grande spessore culturale, una “ via italiana “ all’integrazione…scoperta di recente anche da Fini ) per una accoglienza che facilitasse ( altro che classi di inserimento!, dateci più facilitatori !) l’apprendimento iniziale della lingua per un determinato numero di ore settimanali.

• In ogni caso gli alunni vengono già testati ( con strumenti già validati da anni di esperienza ) in merito agli aspetti cognitivi e di maturazione…ma vengono inseriti nella classe più consona all’età ( al massimo la differenza con i compagni è di 1 anno ) da subito, perché il processo di integrazione procede anche attraverso la socializzazione e lo stesso apprendimento della lingua si sviluppa attraverso l’interazione comunicativa anche spontanea

• Nel caso della mia scuola, con il 50% di bambini di altre provenienze, quale potrebbe essere la geografia distributiva secondo l’ultimo emendamento? Quale giro e tourbillon di bimbi dovremmo gestire? Con quale disorientamento dei medesimi e delle famiglie?

• C’è un altro aspetto di incompetenza che tocca il mio ruolo di responsabile di scuola multietnica: l’autonomia scolastica concede alla scuola e al Dirigente nelle sue funzioni la facoltà di organizzare classi, alunni, processi didattici in piena responsabilità e, appunto, autonomia. Tale facoltà mi porterebbe a non ottemperare al dettato del provvedimento in questione, almeno nella forma che è ci è dato ad oggi conoscere, consapevole del fatto, non ancora smentito, che l’autonomia scolastica ha dignità costituzionale e nessuno può obbligare a costituire classi di inserimento o ponte o cos’altro.

• Sulla questione di non consentire iscrizioni oltre il 31/12 di ogni anno…può sembrare una scelta meno becera, ma resta un fatto: le vicende migratorie non sono solo difficilmente contenibili ( non ci sono leggi Bossi -Fini che tengano ) ma non sono programmabili. Esiste un principio fondamentale per il quale se esiste un bambino in età scolare non può girare per strada e attendere mesi: ha diritto alla scuola, che è un diritto inalienabile, anche privo di documenti…Anche qui, con risorse non enormi in più, la scuola può attrezzarsi, come già facciamo, ad accogliere al meglio in qualunque parte dell’anno, questi alunni

• Da ultimo: una delle cose che ho imparato in questi anni dai piccoli “altri” , qualunque sia la loro etnia, e dalle loro famiglie è che hanno un alto concetto della scuola: Per loro la scuola è molto importante ed è la prima cosa che cercano di ottenere, non per piazzare i figli, ma perché sanno che la scuola è l’ambiente dove possono crescere e avere strumenti per un domani migliore.

Francesco Cappelli